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Intervista con Davide Tosches

10 min read
"Il Lento Disgelo"
dal 22 Maggio 2012 in tutti gli store digitali ed in CD, da Controrecords / New Model Label, distribuzione Audioglobe
 
"Il Lento Disgelo", il nuovo album di Davide Tosches, prosegue il discorso già iniziato con “Dove l’erba è alta” (Controrecords, 2009), album intenso, onirico ed introspettivo ma con nuove aperture.
È un disco più diretto, non solo nei testi, la musica trova nuovi colori, come nel passaggio dalla notte al giorno, ed il sussurro diventa invece canto.
La curiosità di Davide Tosches è forse l’unica cosa certa, l’unico mezzo per capire e giustificare la ricerca musicale che sta portando avanti. È un disco meno “pensato”, più istintivo e, alcuni brani sono stati scritti il giorno prima di entrare in studio con la band, che ne “Il Lento Disgelo” ha un ruolo più importante rispetto a “Dove l’Erba è Alta”, dove Tosches suonava moltissimi strumenti, mentre qui si limita (a parte un paio di brani) alle sole chitarre e alla voce. Come il precedente, anche questo può essere considerato una sorta di concept album,  ma con un messaggio rivolto all’esterno, ad “ogni uomo”, che è un messaggio che forse può apparire banale, ma è autentico e forte: siate voi stessi. In qualche modo, è un disco che parla di amore, di amore universale, perché “il lento disgelo” è il ritorno alle emozioni, “poco alla volta”, alla decisa  e autonoma presa di coscienza di ognuno, una piccola rivoluzione privata della quale rendere partecipi tutti gli altri, tutte le creature che respirano.
 
Partecipano al disco numerosi ospiti, tutti amici, fra i quali Dan Solo (Marlene Kuntz, Petrol), Carlo Actis Dato, Ramon Moro, Mao, Federico Sirianni, Roberto “Robbo” Bovolenta (El Tres, Amici di Roland), Andrea Ruggiero (Giorgio Canali, Operaja Criminale e molti altri), giusto per citare i più conosciuti. 
 
Il disco è pubblicato da Controrecords, l’etichetta “equa e solidale” fondata dallo stesso Davide Tosches nel 2009 e che pubblica altri artisti quali Stefano Amen, Mezzafemmina, Banda Fratelli, Salvo Ruolo e molti altri. Le edizioni e l’ufficio stampa sono affidate alla New Model Label di Govind Khurana, con la quale Controrecords ha ormai un rapporto continuativo, legato in primo luogo da stima e amicizia reciproca.
 
Tracklist: 1. Terra / 2. Ali / 3. 22:47 / 4. Dove Andiamo / 5. Il Lento Disgelo / 6. Poco Alla Volta / 7. Patriota / 8. Ogni Uomo / 9. Scintille
 
Link:
 

Contatto per promozione: New Model Label  – Govind Khurana

 

 

Intervista
 
D.
Ciao Davide. Anzi tutto… Perché, mi pare, non ami l’etichetta di “cantautore”?
 
Davide
In realtà non amo nessuna etichetta, tranne quella di musicista, che è quello che sono ed è l'unica definizione che secondo me ha un senso per quanto mi riguarda. Ogni etichetta ha dei limiti e io limiti non ne ho, domani potrei fare uscire un disco death metal o uno di musica tradizionale mongola cantato in spagnolo.
 
D.
Partecipano al disco numerosi ospiti, tutti amici, fra i quali Dan Solo (Marlene Kuntz, Petrol), Carlo Actis Dato, Ramon Moro, Mao, Federico Sirianni, Roberto “Robbo” Bovolenta (El Tres, Amici di Roland), Andrea Ruggiero (Giorgio Canali, Operaja Criminale e molti altri), giusto per citare i più conosciuti. Chi sono i meno conosciuti?
 
Davide
I meno conosciuti, se così vogliamo chiamarli, sono le splendide persone che hanno creduto nella mia musica fin dal disco precedente e mi hanno accompagnato in tanti live e sono Massimo Rumiano, Matteo Grosso, Stefano Durando e mia moglie Laura Carè. Poi ci sono ancora gli altri amici che sono Sergio Aschieris, Ferdinando Vietti, Jacopo Garimanno e Irene Chiramida che per quanto abbiano suonato poco nel disco hanno dato come tutti gli altri un contributo importante. E ancora Matteo Bessone dei Med In Itali e Andrea Bertolotti della Banda Fratelli. Conosco solo belle persone, sono fortunato.
 
D.
Cos’è il lento disgelo, specialmente in una Torino che sta perdendo il suo primato industriale? Perché questo titolo?
 
Davide
Il lento disgelo è la deriva della follia del consumismo, dell'industrializzazione e dell'alienazione per approdare, si spera, ad una consapevolezza individuale che possa far rinascere l'identità di ognuno, ma quella autentica e irripetibile di ogni persona. Bisogna scegliere, ma scegliere veramente, senza limiti. La gente oggi va al supermercato, ascolta la radio, compra libri ed è convinta di avere scelta perché ci sono 20 opzioni. Ma venti o anche cento sono proprio poche e sono decise da altri e non da te, quindi in definitiva la vera scelta non esiste. Sulla terra siamo miliardi di individui, quindi ci sono miliardi di personalità differenti e ognuno deve essere sé stesso, perché ne ha pieno diritto e perché se non si opera secondo un criterio di scelta e visione personale si esiste e basta, lontano dai sentimenti e dal rispetto per le altre creature della terra. Eppure alla maggior parte delle persone questo ruolo di
“soprammobili dell'esistenza” sembra una cosa naturale, mentre invece è una cosa di una violenza spaventosa e non ha importanza che tu sia presidente del consiglio, direttore di banca o lavapiatti, la vita chiama tutti i giorni e finché non le risponderai continuerai ad occuparti solo di sciocchezze socialmente accettate fino all'ultimo battito del tuo cuore.
 
D.
Nella copertina fai riferimento a Trino e Saluggia, al nucleare o cosa? Qual è il tuo rapporto con la Natura?
 
Davide
Nella copertina c'è la centrale elettrica Edipower di Chivasso, vicino a Torino. È un mostro nato nei primi anni cinquanta, che inquina e uccide, ma sul loro sito dicono che è “patrimonio della storia industriale”. È chiaro che per dichiarare una scemenza simile devi essere completamente pazzo. Il mio rapporto con la natura è strettissimo, non perché io sia un ambientalista o stupidaggini del genere, ma perché la natura è tutto quello che abbiamo, la respiriamo, la mangiamo, la beviamo, siamo noi stessi natura, poi chissà per quale ridicolo motivo, ad un certo punto della storia qualcuno si è inventato questo cretinata che le città e l'uomo sono cose migliori, normali e separate dal resto mentre la natura è un optional, una cosa che ci riguarda solo quando abbiamo tempo, magari in vacanza. La natura non è una vetrina da ammirare, ma è il nostro respiro. Il discorso è lungo, spesso avvilente e se vuoi anche demenziale. Parliamo di musica.
 
D.
Cos’è, cosa fa la Controrecords? Come hai deciso di diventare anche un discografico?
 
Davide
Non sono un discografico, sono un musicista che ad un certo punto aveva capito che la mia opera non interessava praticamente a nessuna etichetta, così ho fatto tutto da me e ho voluto condividere questa mia piccola ma significativa esperienza con tutte quelle persone che credono ancora che l'impegno, la sincerità e l'integrità artistica siano le prime cose, le più importanti da tenere in considerazione quando ti metti a lavorare. Siamo persone serie, ecco. Comunque sul sito viene spiegato abbastanza bene tutto quanto.
 
D.
Ti arriverà ogni giorno di tutto da ascoltare… Cosa cattura la tua attenzione, cosa no e cosa determina le tue scelte a questo riguardo?
 
Davide
Sì, mi arrivano molti dischi, circa una decina al mese, che sono tanti quando li ascolti tutti con attenzione. Quelli che catturano la mia attenzione sono senza dubbio i lavori di chi si tiene distante dalle mode e cerca di non imitare nessuno e ti assicuro che sono veramente pochissimi. Solo negli ultimi tre mesi mi saranno arrivate 15 demo di persone che imitano l'imitatore dell'imitatore, giusto per intenderci. Per dire, mi arrivano già imitazioni de I Cani e di Vasco Brondi. Cazzo, è un po' presto, non trovi? Quegli stessi autori non hanno ancora trovato la loro dimensione e, non è neanche detto che la trovino, e tu già li imiti? Il fatto è che avendo oggi molto più che in passato la possibilità di registrare facilmente dei brani, magari in casa, moltissimi confondono la facile possibilità con il reale talento, che invece è proprio delle persone che fanno grandi sforzi quando credono in sé stesse. Poi ci sono ancora queste boiate delle visualizzazioni, dei “mi piace”, delle condivisioni sui social network. Va tutto bene, sono mezzi di oggi e bisogna utilizzarli, ma sono comunque da considerare marginali rispetto all'importanza di esprimersi con sincerità e fare le cose con solido e costante impegno. Non è che se hai 567578 visualizzazioni sei un artista o vali qualcosa. Toglitelo assolutamente dalla testa. Chi ha fatto la storia dell'arte non è mai stato accomodante e non ha mai dato al pubblico quello che chiedeva. Il pubblico non ha diritto di chiedere e pretendere, altrimenti non c'è più arte, ma intrattenimento. A volte mi hanno detto: “potresti cantare così” oppure “fai dei brani più ritmati”, “parla di questo”. NO. Faccio quello che voglio io, non quello che vuoi tu. Al massimo posso prepararti un caffè, ma anche in quel caso lo farò secondo i miei canoni.
 
D.
Torniamo al tuo secondo disco. In realtà non è il terzo (mi riferisco a Stressmog del 2006)? Cosa stai cercando attraverso la musica? Cosa in particolare attraverso questo disco?
 
Davide
Sì, diciamo che è il due e mezzo, Stressmog! Era veramente una via di mezzo fra un disco e una demo, registrato in casa con un solo microfono, con tante incertezze ma tante ambizioni, qualcosa di buono c'è. Chissà, prima o poi lo renderò disponibile gratuitamente, al momento giusto, ma qualcosa in rete si trova, due o tre brani mi pare. Attraverso la musica racconto principalmente il mio mondo, con sincerità e forza. Quello che senti nei miei dischi è quello che sono nella vita reale. Se proprio devo farmi una critica a proposito della sincerità, direi che finora ho tralasciato di comunicare tutta la mia parte demenziale, che però sfogo spesso su facebook e naturalmente con gli amici, la famiglia, addirittura con i miei cani e le persone che incontro in giro. Sono una persona che ride molto durante la giornata. In questo ultimo disco, avevo comunque voglia di lasciarmi andare un po' di più rispetto al precedente e infatti è più ritmato, più cantato e meno intimo. “Dove l'erba èalta” era veramente un disco da meditazione, quasi mistico a tratti.
 
D.
Hai dedicato questo lavoro a tuo padre?
 
Davide
Sì, era importante farlo, nonostante le tante incomprensioni che abbiamo avuto negli ultimi anni. Era un uomo difficile, ma era mio padre e oggi mi manca.
 
D.
Ho visto alcuni tuoi disegni e mi piacciono molto. Oltre a chiedertene un paio da pubblicare qui su Kult, a tua scelta, la domanda è: il disegno è per te una forma di meditazione?
 
Davide
Disegnare è la cosa che so fare meglio al mondo, poi per capire perché la sto trascurando così tanto, ci vorrebbe un'intervista “analitica” a parte. È sicuramente anche una forma di meditazione, come tutta l'arte. Per quanto mi riguarda, richiede maggiore concentrazione e solitudine rispetto alla musica. Presto o tardi il disegno mi chiamerà a gran voce e mi inchioderà ad un tavolo o ad una tela e io dovrò rispondergli adeguatamente, senza fare il pagliaccio e scappare, come forse ho fatto fino ad ora. Per i disegni che vuoi pubblicare, prendili tranquillamente dal mio sito, fai tu, mi fido.
 
 
D.
Mi piacerebbe fare qualcosa di cui valesse la pena, come forse piantare un albero nell'oceano (Bob Dylan). A te cosa piacerebbe di (forse) “impossibile”?
 
Davide
Più di tutto volare, è un sogno abbastanza ricorrente. Ma niente è impossibile se ci credi. Il problema è che soffro abbastanza di vertigini e allora non mi sono ancora impegnato a dovere. Però ogni tanto mi arrampico su qualche albero, di solito il più alto che trovo e poi me ne sto lì un po' a godermi la paura e la meraviglia. Negli ultimi dieci anni ho dedicato molto del mio tempo ad affrontare concretamente le mie paure e, per quanto possa sembrare strano, oltre ad essere una cosa che ti struttura fortemente, è anche divertente.
 
D.
Hai un sassolino “musicale” nella scarpa? Se vuoi togliertelo qui, vai libero…
 
Davide
Un sassolino? Ho una cava nella scarpa, altro che sassolino! Dai, non mi istigare, altrimenti prendo una ruspa.
 
D.
Cosa verrà più avanti?
 
Davide
Ho tante cose in mente, scrivo moltissima musica e ho un archivio di brani e idee sconfinato, ho ancora roba su audiocassetta che sta fermentando da anni. Vedremo, per ora sto terminando la costruzione del mio studio di registrazione, vicino casa al confine con il bosco e ci sono un po' di progetti in vista con amici musicisti di cui non ti voglio fare i nomi per ora. Poi, sto scrivendo un libro, ma quella è una cosa serissima e mi fa paura, come il disegno. Non ho scadenze, magari uscirà nel 2013 oppure andrò avanti per anni e poi butterò tutto nel camino dopo averlo riletto.
 
D.
Grazie e à suivre.
 
Grazie a te!
 

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