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Oscar in gabbia.

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“Oscar” in gabbia.

La notte degli “Oscar” appena terminata ha lasciato un po’ tutti perplessi per i risultati che ha ha prodotto. “Il paziente inglese” è un polpettone senza inizio né fine, chi l’ha visto ci può mettere la mano sul fuoco, ma nonostante questo ha fatto incetta di premi, superando film come “Segreti e bugie” o “Fargo”.
Già da qualche mese si leggeva sui giornali che Hollywood era in crisi, poiché l’unico film in lizza prodotto dalle major era lo striminzito “Johnny Maguire” con il mono-espressivo Tom Cruise. In realtà per film indipendente s’intende ben altra cosa da quella che hanno cercato di spiegarci definendo tale “Il paziente inglese”. Il budget a disposizione e la campagna pubblicitaria che ha sorretto questo film, lo colloca di diritto fra i kolossal, dato che la storia si svolge fra due set molto impegnativi dal punto di vista organizzativo. La presenza del cattivo di “Schindler list” e di
Juliette Binoche poi non fa altro che rafforzare quest’ultima definizione. La cascata di premi su “Il paziente inglese” solidifica quindi la tradizione hollywoodiana di premiare sempre se stessa, preferendosi alla perfida ironia di “Fargo” (imperdibile) o al delicato europeismo raramente raggiunto oltreoceano, di “Segreti e bugie”.
Se fino a qualche settimana fa Juliette Binoche rappresentava la sintesi sublime di professionalità e bellezza, frutto di ruoli difficili ma anche diversi fra loro, questo premio consegnatole per la sua performance più brutta suona come un campanello d’allarme.
M’immagino già la Binoche stritolata in sciocche produzioni dove lei interpreta la francesina timida fuori ma pepata dentro oppure la spalla di Stallone impegnato nello scoppio di una fognatura. Juliette, non lo fare! Chi ha partecipato ad un capolavoro come “Film blu” deve poi fare molta attenzione a non sciupare tutto.

Michele Benatti

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