KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Kult Underground

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KULT Underground


Non so se esordire con qualcosa di classico, come un saluto, oppure con qualcosa di più teatrale, come ad esempio una frase ad effetto. Ma forse le frasi ad effetto non sono tanto di moda, in questo periodo, e di saluti ne riceverete parecchi da tutti gli altri che hanno contribuito con me a comporre questo primo numero di KULT Underground; quindi mi limiterò a presentarmi, e a presentare a grandi linee questo giornale, dalla consistenza così poco cartacea, e dall’aspetto così inconsueto.
Mi chiamo Marco Giorgini, ho 23 anni, faccio il programmatore da quando ne avevo quindici, e questa è la mia prima esperienza sia a livello di
‘giornalismo’, se posso permettermi di utilizzare un termine così carico di significati tanto positivi quanto negativi, sia di multimedialità a larga diffusione.
Quello che avete davanti è probabilmente il primo esperimento di Magazine
Informatico Underground italiano. Non è certamente la prima rivista su computer, ma è sicuramente unica nel suo genere, sia come contenuti, sia come livello qualitativo e tecnico. Non è un periodico che tratta di Bit,
Chip, o altre cose di questo tipo. O meglio, non solo.
KULT Underground nasce come risposta italiana a quel movimento cyberpunk che sta iniziando a permeare vari settori culturali, quali, ad esempio la musica e la letteratura. E’ una risposta italiana al desiderio di diffondere informazioni, e creare contatti, punti di crescita, tramite quei nuovi supporti, quei nuovi veicoli informativi che l’attuale tecnologia è in grado di fornirci, e che stanno inevitabilmente acquistando uno spazio, quasi autonomamente.
Infatti non c’è neppure bisogno di consultare statistiche per verificare come il numero di personal computer, presenti sul territorio nazionale, sia in continuo aumento, e come l’interesse delle persone per canali di comunicazione, come BBS e Internet, stia rapidamente trasformandosi in una sorta di necessità per rimanere al passo coi tempi.
Non starò a dire che KULT Underground è ecologico perchè non essendo su carta non comporta abbattimento di alberi, o che KULT non lascia residui tossici quando deciderete di eliminarlo dal vostro disco fisso, poichè mi sembrerebbe un porsi di fronte alle sue potenzialità in una maniera infantile, o, nel migliore dei casi, tradizionalistica.
KULT non vuol dire ‘la prima rivista che sta in un taschino’, ma significa diffusione, gratuita, di massa, di informazioni senza copyright.
Le persone che scrivono su KULT lo fanno perchè amano un certo tipo di argomenti, e ritengono importante che anche altri possano, se lo desiderano, venire a conoscenza di particolari informazioni, difficilmente reperibili in altro modo, dai non addetti ai lavori; ed è per questo che, come avrete modo di constatare, è possibile riversare su file, oppure direttamente su carta, qualunque brano, compreso questo. Non ci sono limitazioni all’uso che potrete fare di questo materiale, se non l’obbligo puramente morale di citarne, ovviamente, la fonte.
Non è una missione umanitaria, ma il desiderio che si vengano a formare dei collegamenti culturali tra le persone, abbattendo quelle barriere mentali che rendono certi settori un limbo per pochi, oppure altri zone tabù, alle quali solo elite o persone ‘inferiori’ possono accedere.
Non voglio rubare ulteriore tempo alla lettura di questo primo numero della rivista, che spero possa essere seguito da numerosi altri, magari ancora più ricchi, ma prima di lasciarvi ‘voltare pagina’ e conoscere le persone che mi hanno, non seguito, ma accompagnato in quest’avventura, voglio invitare chiunque di voi si senta in grado di potere contribuire in qualche modo a KULT, di non esitare a mettersi in contatto con noi. Non è un posto a numero chiuso, e non c’è spazio solo per professori.
Augurandomi che possiate trovare piacevoli e interessanti gli articoli a seguire, ora vi saluto, confidando di ritrovarvi il mese prossimo, per il secondo numero.

Marco Giorgini

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