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Strix, la grande macchina dei folli

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Macchina scenica, strutture ed elementi sonori: Giorgio De Marchi
Maschere: F.lli De Marchi
Massinscena: Fucinafole, CircaTeatro
Rappresentato per le strade di Montagnana mercoledì 25 aprile 2007

Il celebrativo suono di un dijiridu rimbomba nella chiesa di S. Benedetto: strani esseri in maschera, ognuno con un piccolo strumento, attendono qualcosa, chiamano qualcuno…
Dall’esterno altri suoni emergono dietro un telo bianco: un grande preludio è in atto.
Le persone, che incuriosite si sono raggruppate, osservano impazienti che la parata abbia inizio e ad un tratto eccola, è Strix, la strega bianca muta, che avanza tra la folla accompagnata da Lingua Pelosa, un imbonitore popolare, il matto del paese; dietro di loro due grandi mascheroni e un angelo nero sovrastano la scena.
Il corteo si muove per le strade di Montagnana e sembra che strani spiriti si aggirino in ricordo di riti lontani, di presenze notturne, di antiche superstizioni.
L’atmosfera è magica: un tamburo scandisce il tempo e Strix, con un lungo abito rosso, si fa strada con il suo bastone seguita dai Cavalieri dell’Apocalisse, esseri quasi mostruosi rappresentati da due alte strutture in cuoio e vari materiali che ci osservano con le loro espressioni divertite, grottesche.
Giunti alla piazza un grande cerchio si forma attorno alla strega che danza la danza del fuoco e accende un grande braciere: per un attimo si ha l’impressione di essere in un altro tempo, per un attimo il paese è avvolto da un alone di mistero.
Il corteo riparte, più veloce, sempre più veloce, la follia è la padrona incontrastata della serata, si respira l’eccitazione, l’euforia delle maschere che ora però si muovono sole: molte persone si allontanano, sentono che questo segreto deve rimanere tale, come se l’arrivo di questi esseri fosse stato un passaggio, un percorso che forse non finisce ma si sposta per portare questo ‘mondo al contrario’ in altri luoghi.

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