Tre donne, tre vicende esistenziali estreme si incontrano, in Tre disubbidienti (Gaffi editore). Tre vite ognuna a suo modo estrema. I caratteri, proprio i caratteri di scrittura si intende, differenziano le voci, nonostante probabilmente non ce ne sarebbe stato fisico bisogno: la libraia – Minion, l’ex terrorista – Garamond e una ragazza – Comic sans. In una paesino laziale distante da Roma capitale si incrociano le scritture (dunque le storie) di tre donne disubbidenti. L’ex brigatista è la più attraente delle tre figure. Perché, innanzitutto, per davvero o con falsità sta per morire; anche se disubbidendo ancora, quindi dandosi la morte a superare il cancro che l’attanaglia. Questa donna di cui non si conosce il nome e non si capisce del tutto se sia Vera o inventata totalmente manda e-mail prosastiche alla libraia, che risponde e si apre come un fiore alla stessa. A fine narrazione, addirittura, sarà – dopo che era accaduto il contrario – proprio la libraia che sta in una delle tantissime periferie dell’Impero a cercare, ma invano, la donna matura. In mezzo a ciò, gli scritti liberi e eroinomani di una ragazzina. Una ragazza molto giovane che alterna il lavoro da cassiera nel paesello ai soggiorni in Spagna, passando nell’acqua scottante della droga. In fondo, ognuna delle protagoniste “centrali” del romanzo’ ha la necessità di essere compresa, ma come giustamente detto anche il bisogno di fare ancora disubbidienza. Forse proprio per questo a un certo punto l’ex terrorista chiede ai no global di non stoppare la battaglia. L’autore dell’originale libro, Luca Musella è stato un autore in grado di dare piedi e posteriore a un volume imbevuto di potenzialità. Una su tutte quella di essere un libro utilissimo alla riflessione. Pensare alla storia umana, oltre che vedere quella politica, è ormai l’impegno imprescindibile. E quando il periodo che Erri De Luca ha chiamato “gli anni di rame”, perché in quei giorni entravano e scorrevano quello che si sa, è ambiente di un romanzo che Conduce alle grazie della riflessioni è sempre bene stare attenti. Musella è nato a Napoli, ma vive in provincia di Viterbo, dove fa il libraio (giusto crederci!) e è già dato alle stampe altre pubblicazioni. Il sesso è la politica in questa nuova opera sono materiale che trova una perfetta combinazione. L’ex brigatista è frigida, ma ha vissuto ugualmente tutti i momenti e i passaggi pure in un certo senso estremi che il sesso poteva offrirle. Lei che era stata, da bambina, il punto di riferimento per lo sfogo carnale di uno zio anziano. Lei che per imbracciare le armi vivendo quello che pensava essere allora per lei solo uno strumento politico si è fatta la galera. Lei una delle migliaia di persone delle stesse condizioni. A un certo punto, proprio la morente donna cita Cesare Battisti. Lo scrittore, l’uomo recentemente arrestato in Brasile in condizione di latitanza (ma il libro è stato pubblicato mesi prima di questa importante data) che è uno fra i tanti che non hanno finito di far pensare a quegli anni. Battisti ha moglie e due figli. Il passato di questi tre struggenti volti femminili sarebbe bene che diano in qualche maniera scossoni brutali alla tv.
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