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Il minotauro fuori dal labirinto – Antonio Pettierre

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ARPANet in questo ultimo periodo sta facendo un lavoro spettacolare. Inutile negarlo. I tre libri che ho avuto modo di vedere dal vero (quello citato nel titolo, il Concepts sull’Arte e “Il Bosco della Bella Addormentata” – di cui parleremo a breve) sono – e come al solito parlo PRIMA del libro come oggetto – gorgeous. Sono belli. Curati e belli. Tre formati totalmente diversi su cui di sicuro questa realtà (che conosco da un milione di anni – da quando cioè – più o meno nel 96-97 ho spedito loro un mio testo per usufruire del loro servizio gratuito di agenzia letteraria) ha investito tempo e denaro. E il risultato si vede. “Il Bosco della Bella Addormentata” – l’unico con un formato abbastanza tradizionale – non passa certo inosservato per il gusto e i dettagli della copertina, i volumi Concept – quadrati e grossi – danno quasi l’impressione di un libro d’arte più che una raccolta di narrativa, per la dimensione costano “poco” (tutto è relativo, ma comunque costano MOLTO meno di altri libri – e non così curati) e sono, al tatto e alla vista, un discreto piacere – colpendo subito per l’estetica elegante e professionale. E “Il minotauro fuori dal labirinto” – che costa un paio di euro – è un tascabile davvero tascabile. Un racconto impaginato con (molta) classe, che sta nella tasca di una camicia o di un cappotto. Qualcosa che ti puoi portare dietro e leggere nel tempo di un breve tragitto in treno – o nell’attesa del turno dal dottore. So che questa cosa sta iniziando a prendere piede (so, cioè, che qualche altra casa editrice si è messa a vendere libri con un solo racconto – mettendoli sul mercato a un prezzo sensato) ma quest’opera è la prima che ho avuto modo di provare davvero sul campo. E, sì, non sembra un libro “normale”, ed è pura scritta un po’ in piccolo. Ma è perfetta. Ed è l’apoteosi del contrario. Perché sembra un e-book cartaceo. In un mondo in cui i libri in e-book ancora tardano a prendere piede (nonostante realtà come appunto ARPANet, che vendono volumi elettronici da parecchio tempo, offrendo, nello stesso store virtuale, anche l’hardware consigliato) questa è la risposta ideale alla lettura mordi e fuggi. Qualcosa di breve – come ci ha insegnato ad apprezzare (anche) internet – che è nello stesso tempo anche accattivante ed economico.
E a fare da apripista per questo formato ridotto è stata scelta un opera di fantascienza, scritta da Antonio Pettierre, che – come cita la copertina – si ispira liberamente a Farenheit 451, ovvero uno dei due romanzi più noti del più lirico degli scrittori di fantascienza contemporanei, Ray Bradbury.
Nella mia ingenuità quando ho letto questa “affermazione” sono rimasto un po’ stupito. In primis perché credevo che il “vecchio” Bradbury passasse il tempo a denunciare chiunque toccasse anche solo di striscio le sue creazioni, e in secondo luogo perché ho pensato che fosse una “sparata” un po’ alta. Una esagerazione – l’avvicinare Farenheit al testo di Pettierre. Qualcosa solo di marketing che vanificava l’entusiasmo che avevo provato per l’estetica dei volumi.
Poi ho letto il racconto.
E ho capito che se ARPANet sta investendo così tanto sull’esteriorità delle sue produzioni lo fa sapendo di avere autori veramente in gamba e meritevoli.
Il testo di Pettierre (che ricorda a dire il vero anche “A bad day for sales” di Leiber) ha stile, forza narrativa, e la giusta mistura di azione e di critica sociale che ci si aspetta da un certo tipo di Science Fiction. Ed è un tributo veramente alto allo scrittore dell’Illinois. Perchè riesce a riprodurne le atmosfere – traslando le tematiche – in modo che l’opera si un gioco doppio per chi ricorda i pompieri che bruciano i libri, ma una sequenza perfetta anche per chi invece di Bradbury ha sentito solo il nome.
Se questi miniCONCEPTS riusciranno ad avere la giusta distribuzione credo che difficilmente potranno essere meno che un successo.

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