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Intervista con Mimmo Campanale

7 min read

Mimmo Campanale Trio

#CollaborationsOne

…in questi miei primi 40 anni di carriera ho avuto il piacere, nonché l’onore, di essere presente in moltissimi dischi dei miei amici.

In “#CollaborationsOne” ho voluto omaggiare proprio loro, i miei amici: Nico Stufano, Vito Di Modugno, Maurizio Quintavalle, Guido Di Leone e il compianto Davide Santorsola, riproponendo alcuni brani tratti dai loro album in veste di leader.

Con me due grandi amici e musicisti, Camillo e Domenico: senza la loro sensibilità musicale e vena artistica, tutto questo non sarebbe stato possibile realizzarlo.

Mimmo Campanale, note sul booklet di #CollaborationsOne.

Mimmo Campanale, batteria

Domenico Cartago, piano e synth

Camillo Pace, contrabbasso

Abeat records, 2024

www.abeatrecords.com

Intervista

Davide

Buongiorno Mimmo. “#CollaborationsOne” è un tuo omaggio ad amici coi quali hai suonato in dischi del passato. Qual è stata la chiave di rilettura?

Mimmo

Buongiorno Davide, piacere di conoscerti!

“#CollaborationsOne” è un’idea nata poco prima della pandemia con i miei amici Domenico e Camillo, inizialmente non pensavo di registrarlo e fissarlo su disco, ma poi suonandoli dal vivo mi sono accorto che i brani stavano prendendo la giusta forma diversa dagli originali. Ecco, diciamo che la chiave di rilettura è nata spontaneamente da ognuno di noi.

Davide

Ci sono però anche tre tue composizioni (“1980”, “Acustronica” e “…To be continued”). Le prime due erano già state edite. Perché hai voluto rifarle oggi e in questo particolare contesto? La terza è invece una tua nuova composizione?

Mimmo

Per anni ho suonato in trio e devo dire che è la formazione che più prediligo e che ha stimolato la mia creatività e fantasia. “1980” e “Acustronica” sono stati registrati con organici diversi, il primo in settetto e il secondo in quintetto, per questo motivo ho voluto rileggerli nella formazione piano trio. Due brani originariamente ben definiti ritmicamente, il primo in 4/4 e il secondo in 13/8, il risultato è stato sorprendente.

“…to be continued!” Nasce da un esercizio in 9/4 che eseguivo sul tamburo, un giorno ho provato a registrare un contrabbasso midi ed ho visto che il risultato non era male, poi grazie a Domenico e Camillo l’idea ha preso forma.

Davide

Tra gli autori da te omaggiati ci sono anche Cartago e Pace (“Aria” è di Domenico Cartago e “Notte stellata” è di Camillo Pace)? In che modo avete condiviso questo lavoro?

Mimmo

Quando ho proposto loro di registrare, ho chiesto se avessero voglia di inserire un brano di loro composizione. “Aria” una bellissima composizione di Domenico mi è piaciuta da subito, mi ricordava il trio di Peter Erskine con John Taylor e Palle Danielsson. Peter è un batterista che amo da sempre.

“Notte stellata” di Camillo inizialmente era una ninna nanna, quando l’abbiamo provata, a Camillo è piaciuta l’intenzione ritmica che le avevo impresso e cioè uno Slow Funk e così è andata.

Davide

Com’è avvenuta la scelta delle composizioni, attraverso quali requisiti oltre al fatto di avervi già suonato in passato? Quali caratteristiche vi hai cercato per esprimerti al meglio con il tuo strumento?

Mimmo

La scelta delle composizioni è stata oculata da parte mia. Mi incuriosiva sapere quale sarebbe stato il risultato finale. Per esempio “Forever” un brano di Nico Stufano da “Waiting for…” registrato in quartetto con sonorità più elettriche o “Saudade a Salice” di Guido Di Leone un brano cantato da Paola Arnesano e Mario Rosini o “Gilda” di Vito Di Modugno registrato con una formazione organ trio o “Seven steps to your Soul” di Maurizio Quintavalle registrato in quartetto. Tutte queste composizioni sono rinate con abiti diversi senza mai trascendere o snaturarle. L’unica composizione che abbiamo volutamente deciso di suonarla più fedelmente possibile all’originale, è Parenthesis #2 del mio/nostro caro amico e grande musicista Davide Santorsola scomparso 10 anni fa.

Non ho cercato caratteristiche particolari che potessero farmi esprimere al meglio con il mio drumming, sono brani che mi legano a ricordi belli della mia vita artistica.

Da piccolo mi sono innamorato prima di tutto della Musica e poi dello strumento, quando ascolto un brano per la prima volta, il mio focus è concentrato sulla musica in generale e non su come sta suonando un musicista in particolare, che nel mio caso è il batterista.

Davide

Si può considerare “#CollaborationsOne” anche un compendio della tua quarantennale esperienza di batterista? Come vi hai espresso e riepilogato la tua raggiunta visione artistica della batteria e del percussionismo?

Mimmo

Amo la Musica a 360°, ho suonato e continuo a farlo, con molti artisti di fama nazionale e internazionale di vari generi musicali dal Jazz al Funk al Pop etc… non potrei considerare “#CollaborationsOne” un riassunto di quella che è stata sino ad ora la mia carriera artistica. Sicuramente rappresenta il grado di maturità musicale acquisito sinora.

Mi esprimo da sempre con il mio strumento pensando di essere al “servizio della Musica”, ed quello che mi fa star bene e in pace con me stesso.

Davide

“Considero ogni batterista che ha suonato prima di me un’influenza in ogni senso”, disse Buddy Rich. Quali sono stati i batteristi invece più importanti e influenti per te nella tua formazione e quali sono quelli più interessanti oggi dal tuo punto di vista?

Mimmo

Parole sacrosante dell’immenso Buddy Rich. Se non fosse così, staremmo ancora agli albori della batteria nata più di 100 anni fa.

Il mio percorso musicale è stato molto casuale e formativo.

Ho cominciato con l’ascolto in radio di musica pop alla fine degli anni settanta, avvicinandomi pian piano al rock (Ian Peace – John Bohnam), grazie all’ascolto casuale in radio ho scoperto un brano di Al Jarreau (Roof garden) di cui il batterista era Steve Gadd. Il primo batterista di Jazz che ho ascoltato è stato Louis Bellson e a seguire i grandi che hanno fatto la storia della batteria, Elvin Jones, Tony Williams, Roy Haynes (da poco scomparso), Peter Erskine, Jack De Johnnette, Vinnie Colaiuta e tanti altri.

Dal modo di suonare, tutti questi ed altri Grandi musicisti sono riconoscibili, questa è la caratteristica che secondo me, ogni musicista deve sperare di avere.

Anche nella musica ci sono le mode, il batterista che da 10 anni a questa parte ha lanciato un modo nuovo di intendere il tempo, è su tutti Chris Dave.

Lui è un batterista riconoscibile per il suo modo di suonare e anche per le sonorità moderne che riesce a tirar fuori da tamburi uniti all’elettronica.

Davide

Tony Williams ha detto che “Suonare velocemente intorno alla batteria è una cosa. Ma suonare la musica, suonare con le persone per farle ascoltare agli altri, è un’altra cosa. È tutto un altro mondo”. Come riesci a mantenere il giusto equilibrio tecnico ed estetico tra il tuo strumento e la formazione musicale d’insieme?

Mimmo

Secondo me, gran parte della buona riuscita di un concerto, dipende dal batterista.

Come tutti sappiamo la batteria è uno strumento acustico e molto sonoro, a volte mi trovo in luoghi dove l’acustica non è delle migliori e in quel caso scatta in me un’autoregolazione delle dinamiche pur suonando con grinta. Tutto questo perché, come dicevo prima, il mio approccio con la Musica è sempre stato al servizio della stessa. Cosa fondamentale per me è suonare con gli altri e non per se stessi, sul palco o in studio di registrazione accadono cose belle grazie all’interplay che si viene a creare tra i musicisti, l’interplay è un insieme di sguardi, complicità, sorrisi e talvolta di grandi risate.

Davide

La copertina mostra in primo piano i rami di un albero, solitamente considerato un simbolo di rinascita, che si rinnova e rivive ininterrottamente e, quindi, rappresenta un augurio per chi sta iniziando una nuova della propria esistenza. Qual è stata la ragione di questa rappresentazione per la copertina di questo tuo nuovo disco?

Mimmo

La copertina può avere tanti significati, le radici per me sono importanti, da dove veniamo e dove vogliamo arrivare, i rami sono i vari percorsi musicali o anche le amicizie incontrate nel corso della mia carriera, il cielo terso con un sole che nasce e tramonta di giorno in giorno: La Musica/La Vita.

Davide

La traccia che chiude il disco si intitola “…to be continued”. Cosa seguirà, dunque? Ci sarà anche un “#CollaborationsTwo”?

Mimmo

Ad oggi credo di avere all’attivo circa 150 dischi tra Jazz e Pop di cui quattro in veste di leader.

“…to be continued” è una promessa fatta a me stesso con l’augurio di omaggiare tanti altri amici con le loro bellissime composizioni da me già incise, che ben venga “#CollaborationsTwo”.

Davide è stato un vero piacere conversare con te, Grazie e a presto!

Davide

Grazie e à suivre…

 

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