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Nessuno si senta al sicuro – Luigi Guicciardi

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La terza indagine del commissario Torrisi

Nessuno si senta al sicuro

Se siete amanti dei gialli, e conoscete Modena, è praticamente impossibile che non abbiate mai sentito parlare e/o letto nulla di Luigi Guicciardi, autore che ha trasformato questa cittadina emiliana (ok, in passato forse più tranquilla di ora) letterariamente quasi in una novella Cabot Cove, continuando ad ambientarvi omicidi su omicidi per ormai venticinque anni.

Il suo personaggio più famoso – il commissario Cataldo – è stato, ed è ancora, fondamentale per risolvere la maggior parte di questi. Ma forse da un lato per sperimentare toni e strutture differenti, o forse perché la “sete di sangue” degli appassionati voleva ben più di un libro all’anno, a questo siciliano ormai non più giovanissimo, Guicciardi ha aggiunto un giovane di nome Torrisi, sempre commissario ma dal carattere diverso e dai modi ancora più determinati, in grado di affrontare nuovi e numerosi delitti.

In Nessuno si senta al sicuro, terza opera con questa nuova leva, l’autore ci propone una storia in due “atti”. Una morte apparentemente naturale di una donna che stava facendo jogging – una morte capitata nel passato, rispetto al presente delle indagini – sembra collegata a una serie di omicidi, tanto implacabili quanto inspiegabili, che avvengono a ritmo elevato quattro anni dopo quell’evento sfortunato. Persone diverse tra di loro, senza un chiaro punto di contatto, vengono colpite senza pietà, e i loro decessi fanno parlare i giornali di un killer seriale, mettendo sotto pressione le indagini, tutt’altro che semplici.

Torrisi, insieme al collega e amico ispettore Carloni, sapranno non solo trovare il motivo di queste morti, ma anche un modo per indicare, tra i sospetti che ci vengono man mano suggeriti, chi è il vero colpevole, riuscendo infine a fermarlo.

Guicciardi è un veterano, e sa costruire storie solide e avvincenti, riuscendo anche, come in questo caso, a suggerire riflessioni su temi specifici. E sa farlo con una scrittura precisa ed essenziale, che fotografa una via o un quartiere con descrizioni di poche parole che però colgono l’intero quadro, con dialoghi quasi teatrali che danno tono e informazioni insieme, e con personaggi realistici e plausibili, che ci sembra di riconoscere.

Quello che ne esce è un bel romanzo da consigliare, godibile e di rapida lettura, in una bella edizione firmata Damster (suo editore in questi ultimi anni per Cataldo prima e (anche) Torrisi poi).

 

Luigi Guicciardi, modenese, docente di liceo e critico letterario, è autore di una serie di mystery: per Piemme, La calda estate del commissario Cataldo (1999; Heyne, München, 2000; Hersilia Press, Oxfordshire, 2010), Filastrocca di sangue per il commissario Cataldo (2000; Heyne, München, 2001) – entrambi finalisti al Premio Scerbanenco – Relazioni pericolose per il commissario Cataldo (2001), Un nido di vipere per il commissario Cataldo (2003), Cadaveri diversi (2004); per Hobby&Work, Occhi nel buio (2006), Dipinto nel sangue (2007), Errore di prospettiva (2008), Senza rimorso (2008), La belva (2009), La morte ha mille mani (2010); e infine Una tranquilla città di paura (2013) per LCF Edizioni; Le stanze segrete (2014), Paesaggio con figure morte (2015), Giorni di dubbio (2016), Una tranquilla disperazione (2017) per Cordero Editore; Nessun posto per nascondersi (2018)  e Sporchi delitti (2019) per Frilli Editori; Un conto aperto con il passato (2020), Ai morti si dice arrivederci (2021), I dettagli del male (2022), Il ritorno del mostro di Modena (2022), Il commissario Cataldo e il caso Tiresia (2023), Morte di una ragazza speciale (2023), Donne che chiedono giustizia (2024), Nessuno si senta al sicuro (2024) per Damster. Ha contribuito con alcuni suoi racconti a varie antologie, fra cui Scosse. Scrittori per il terremoto, Felici Editore, (2012); GialloModena, Damster (2016); Delitti al museo, Mondadori, (2019).  www.luigiguicciardi.it

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