Intervista con Pino Jodice
11 min readFLYING OVER THE CLOUDS
Abeat Records, 2024.
Il sogno costante di un compositore è sicuramente quello di sentire realizzata la propria creazione musicale. Ciò che sono riuscito a fare nel mio corso di Composizione Jazz al Conservatorio G. Verdi di Milano, grazie ad una direzione attenta, innovativa, lungimirante, visonaria, competente e appassionata, è proprio questo far ascoltare con un ensemble, passando dal combo all’orchestra Ritmico Sinfonica, ciò che i miei allievi scrivono nel percorso accademico. Ciò che manca, però, nelle strutture di Alta Formazione è la promozione su larga scala dei Talenti che la frequentano. Ovviamente il lavoro che riguarda la formazione degli studenti richiede già molte risorse ed ecco che in aiuto, grazie ad un’altra figura importante per la valorizzazione e la divulgazione di una creazione originale, subentra il Produttore Artistico che con il suo “fiuto” riesce a capire l’importanza non tanto del “saper fare” (che dovrebbe essere scontato) ma del “far sapere” cosa di buono esiste attualmente. La Abeat Records nella persona di Mario Caccia ha capito quanto sia importante questo aspetto.
In questo straordinario CD sono presenti composizioni di alcuni dei miei migliori allievi recentemente diplomati e già inseriti nel mondo professionale.
Trovo giusto che il Conservatorio con l’aiuto di un produttore valorizzi il risultato di un percorso che senza la materializzazione di ciò che gli studenti hanno imparato rischia di rimanere sterile e senza futuro.
Oltre a due mie composizioni “Flying over the clouds” e “Swaying” ci sono composizioni molto ispirate e originali di Monique Chao, Francesco Spinazza e Marco Battigelli, tutti e tre attualmente tra finalisti e vincitori di concorsi internazionali.
Il linguaggio utilizzato in queste composizioni è il risultato degli studi che abbiamo fatto durante il percorso formativo attraverso l’analisi degli stili di grandi Maestri del passato e attuali come Bob Brookmayer, Vince Mendoza, Claus Ogerman, Thad Jones, Maria Schneider ecc… Il tutto filtrato con la propria personalità.
L’orchestra è la Verdi Jazz Orchestra, Orchestra Jazz residente al Conservatorio di Milano costituita dai migliori studenti, attraverso una severa selezione, dei corsi di strumento del dipartimento di Jazz. Ai docenti di strumento, miei illustri colleghi vanno le mie più sentite congratulazioni per aver formato tecnicamente dei musicisti eccezionali di grande Talento. Ciò che hanno suonato è davvero musica bella ma anche molto complessa.
Un ringraziamento speciale però va, da parte mia, oltre a Mario Caccia (Abeat Records) per il grande intuito, competenza e generosità, a Cristina Frosini, responsabile delle orchestre residenti del Conservatorio e Nazionali, alla Direzione del Conservatorio nella figura del Maestro Massimiliano Baggio per aver permesso la realizzazione di un piccolo ma grande sogno.
Si dice che i compositori hanno sempre la testa fra le nuvole; ecco l’invito a voi che ascolterete, di volare insieme a noi tra le nuvole come il titolo dell’album suggerisce.
Pino Joide (Nota sul booklet)
Intervista
Davide
Buongiorno. “Flying over the clouds” raccoglie sette composizioni, di cui due tue e le restanti di tre ex allievi di composizione del conservatorio G. Verdi di Milano. Gli stessi musicisti della “VJO” sono allievi del medesimo conservatorio. Un bel modo di far conoscere dei nuovi talenti, nonché il valore dello studio musicale qui intrapreso. Come è nato “Flying over the clouds”, quindi come è avvenuto l’incontro con la Abeat Records di Mario Caccia?
Pino Jodice
Mario Caccia è, come dice il suo cognome… un cacciatore di taglie… culturali… ovviamente… ha tutto quello che un produttore dovrebbe avere: prima di tutto delle buone orecchie, sa ascoltare, è generoso (non è da tutti oggi continuare a fare dischi visto che ormai non si vendono più tanto… e con una data di scadenza molto vicina…). Tuttavia lui continua a credere alla missione della divulgazione culturale. Far sapere al mondo che esistono delle realtà musicali meravigliose nascoste, aperto ai giovani leoni e non solo ai navigati ed esperti “dinosauri”… questo aspetto lo rende unico ed interessante. Nulla di scontato e anzi fortemente rischioso… ma questa è l’anima di chi muove i fili dall’alto… andare contro corrente e rischiare per il proprio credo. Non avevo mai lavorato prima con Mario, questa è la prima volta, ma mi auguro che sia solo la prima di una lunga serie di progetti nati dalla condivisione di intenti di elevato spessore artistico. Perciò dico a Mario: Well done!!! Sono certo che la nostra collaborazione continuerà in questa direzione. “Saper fare” dovrebbe essere scontato per un artista…”Far sapere” è, nel nostro campo, più difficile… Nei social le informazioni girano velocemente e rischiano di passare paradossalmente inosservate perché nel web ormai c’è di tutto… i media ovviamente ignorano la qualità…e…mi fermerei qui…Evviva Abeat Records e tutto il suo staff…
Davide
I tre compositori sono Francesco Spinazza, Mohan Chao e Marco Battigelli. Come è stata fatta la scelta rispetto, immagino, a un numero più ampio di ex allievi del conservatorio?
Pino Jodice
La scelta dei compositori ha un valore storico importante, oltre che qualitativo… mi spiego meglio.
Io quando mi sono trasferito, professionalmente, al Conservatorio di Milano è stata aperta la prima cattedra di Composizione Jazz. Prima del mio arrivo non esisteva la mia cattedra al Verdi, parliamo del 2015, ed è stata aperta da me. Marco, Francesco e Monique sono stati i miei primi allievi che ho laureato. Poi ho avuto tanti altri allievi, ma i primi rappresentano il punto di partenza di, spero, un lungo viaggio di condivisione della conoscenza.
Davide
Spinazza, Chao e Battigelli, dunque… Ci puoi dire qualcosa di loro?
Pino Jodice
Tutti e tre, pur essendo diversi stilisticamente, sono dotati di grande talento e in pochissimo tempo si sono fatti valere professionalmente scrivendo e dirigendo varie orchestre, ormai sono dei veri professionisti e hanno continui riscontri positivi dal punto di vista lavorativo ed artistico. Vincono concorsi internazionali… insomma sono oggi il mio orgoglio ed hanno un futuro assicurato…
Inoltre frequentavano i miei corsi sempre insieme, per apprendere il più possibile, imparare dagli errori del compagno di classe e in un certo qual modo tutti e tre hanno delle affinità, ognuno è rimasto influenzato dall’altro, ma con maturità, talento ed intelligenza sono riusciti a realizzare un proprio stile.
Davide
Come sono nate le tue due composizioni “Flying over the clouds” e “Swaying” in questo particolare contesto? Come dialogano tra il Maestro e i suoi ex allievi?
Pino Jodice
“Flying over the clouds” è una composizione dal clima rilassato e direi leggero, soffice… costruito, nel tema principale, con una semplice melodia di tre suoni, rappresenta lo stato in cui noi compositori siamo nella realtà cioè con la testa praticamente sempre tra le nuvole… le persone che ci osservano ci associano a persone “distratte e superficiali…” In realtà abbiamo i pensieri continuamente tra i righi di un pentagramma alla ricerca di una nuova sonorità, un impasto timbrico, ecc.. nel migliore dei casi le gente ci associa alla pazzia… bene questo disco invita il pubblico, e questo brano in particolare, a vedere il mondo come lo vediamo noi più spesso dall’alto, spesso isolati dal nostro corpo ad osservare i comportamenti… e a volte a scappare tra le nuvole per evitare di vedere gli orrori di questa terra spesso maltrattata… Insomma “un metro sopra le nuvole” si sta meglio… “Swaying” invece, come recita il titolo, ondeggiare, rappresenta un pò il mio rapporto con il mare… sono nato a Napoli… vicino al mare, anche a Roma dove vivo ho cercato il mare, infatti vivo vicino il litorale laziale… il legame con la mia terra è molto forte e quando sono a Milano questo mi manca… per fortuna torno spesso a Napoli per rigenerare i miei sentimenti più intimi e ricercare la serenità emotiva che mi permette di far uscire fuori, musicalmente, sempre la parte più nascosta e sincera della mia ispirazione, della mia vita. Nelle mie composizioni in generale c’è tutta la conoscenza che ho condiviso e che condivido continuamente con i miei allievi. Sono fortemente convinto che la grandezza, la magnificenza di una società “Civile” deve porre le proprie basi, i suoi princìpi fondamentali di convivenza, proprio sulla condivisione della conoscenza.
Davide
Molti i musicisti che hanno preso parte al progetto i quali fanno parte della VJO – Verdi Jazz Orchestra, da te diretti. Spicca poi il nome del sassofonista torinese Emanuele Cisi. Come mai questa scelta di introdurre un ospite e Cisi in particolare?
Pino Jodice
È la prima volta che collaboro con Emanuele Cisi e devo dire che c’è stato immediatamente dell’ottimo feeling e interplay con l’orchestra. Lui è un serio professionista dotato di grande talento e di grande capacità camaleontica entrando subito in sintonia con l’atmosfera e con il concept di ogni composizione. Devo ringraziare di cuore Mario Caccia, autore di questo incontro, per aver permesso l’inizio di questo sodalizio artistico e spero vivamente di continuare a collaborare con lui dal vivo e in studio con altri progetti della stessa caratura artistica. Il Live che faremo il 15 novembre a Castellanza (MI) in teatro sarà la testimonianza di questa felice collaborazione e un incontro speciale tra due generazioni che parleranno un linguaggio comune: Il Jazz. Sarà ancora una volta un momento di crescita professionale ed umana per tutti i protagonisti di questo entusiasmante concerto e progetto.
Davide
Il disco si conclude con un medley di tre composizioni, “Enki / Aim / Goku”, ciascuna di uno dei tre compositori al centro di questo progetto. Questo mi ha ricordato quanto Bertrand Russell disse in merito all’educazione, che dovrebbe inculcare l’idea che l’umanità è una sola famiglia con interessi comuni e che, di conseguenza, la collaborazione è più importante della competizione. Può essere questo il messaggio di fondo di questo brano in chiusura?
Pino Jodice
Questi tre compositori sono molto amici nella vita pur essendo distanti, Milano, Spoleto, Trieste… hanno un rispetto e una educazione verso la musica e verso il prossimo che ti fa ben sperare per il futuro. Con loro saremo in buone mani… Ma l’idea era quella di mettere insieme tre tracce diverse ma affini in modo tale da farla sembrare unica… In realtà ognuna di queste composizioni è una traccia a sé e molto più lunga… io ho preso dei frammenti di queste composizioni e le ho unite nei punti in cui ci sarebbe stata continuità ed è proprio così che sono uscite le loro affinità elettive… La suite sembra essere scritta da una sola persona, in questo caso una composizione con tre anime… il risultato è straordinario… tecnicamente sono ineccepibili e comunicano Amore, Bellezza.
Davide
Come è stato affrontato il tema dell’improvvisazione, elemento fondamentale della musica jazz, e le cui tecniche sicuramente vengono insegnate anche in conservatorio, in queste che sono invece composizioni?
Pino Jodice
Nella composizione Jazz oltre alla scrittura ha uno spazio fondamentale anche l’improvvisazione.
Le composizioni orchestrali formalmente sono costituite da una esposizione tematica, affidata al solista e a tutta l’orchestra, gli assoli (improvvisazioni) sulle strutture armoniche del brano in questione e di uno sviluppo più ampio che si rifà a tutta la Musica del ‘900 e contemporanea… Nel jazz c’è contaminazione classica, blues, pop, rock, popolare, elettronica, sperimentale, ecc… Non esclude ma accoglie, dentro di sé, tutto ciò che di bello la musica di ogni genere può offrire e stimolare la creatività. Insomma per quanto mi riguarda è la Musica del futuro. La distinzione tra una composizione scritta e l’improvvisazione sta nel fatto che l’improvvisazione è una composizione estemporanea e non ti permette di scegliere prima cosa suonare… devi farlo al momento e deve essere il meglio di te… Ma esiste anche per i compositori una sorta di composizione improvvisata ed è denominata Conduction, “Direzione Chironomica”, cioè al momento, senza alcuna parte scritta, il direttore compositore improvvisa interagendo attraverso la gestualità con i musicisti che a loro volta improvvisano interpretando i gesti del direttore…A tal proposito esiste una scuola capitanata dal grande Butch Morris… Il primo probabilmente ad utilizzare questo linguaggio dei gesti nel jazz.
Davide
Pirandello scrisse che i libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole. Lo stesso si può dire della musica e del suo studio? Cosa sono per te le nuvole e cosa il volarvi al di sopra?
Pino Jodice
Le Nuvole sono il mio luogo segreto dove idealmente mi rifugio per cercare l’ispirazione… quando la trovi vuol dire che stai già volando oltre le nuvole.
Davide
Ci sarà un seguito a questo progetto? Vorresti menzionare altri tuoi ex allievi che oggi si stanno affermando o si sono affermati come compositori?
Pino Jodice
Me lo auguro tantissimo… questi progetti aiutano a raggiungere in tempi brevi professionalità, aiutano a crescere musicalmente e a convivere con “umanità” con gli altri musicisti… L’orchestra rappresenta uno degli esempi più elevati di socializzazione, tutti insieme per un unico obiettivo che è quello di fare buona musica, nel rispetto delle varie individualità, pensando alla collettività e abbandonando il proprio Ego. Per quanto riguarda i miei ex allievi… beh sono molti e sarebbe ingiusto non nominarli tutti e poiché insegno dal 2004 oggi faccio davvero fatica a ricordarli tutti perché ho insegnato in 8 Conservatori… Non voglio fare un torto a nessuno, tutti i miei allievi sono fortissimi perché la selezione è stata ed è severa e se non trovo la passione, il talento e la gioia di studiare questa materia non lo prendo in cura da me… Devi essere davvero un pazzo per studiare questa materia… ci impegna tantissimo e devi essere da solo con il tuo foglio pentagrammato vuoto, ore ed ore, giorno e notte a volte, fino a quando non sei baciato da Dio…
Davide
Al di là della materia tecnica, qual è la prima cosa o il primo valore che ti preme insegnare o trasfondere?
Pino Jodice
Il saper ascoltare…
Davide
È il lavoro dell’artista creare tramonti quando non ce ne sono, scrisse Romain Rolland. Cosa deve e innanzi tutto creare per te?
Pino Jodice
Bellezza, Gusto, Eleganza, Gioia, Passione, Amore… deve commuovere e provocare una forte Emozione…
Davide
Cosa seguirà?
Pino Jodice
Spero tanti concerti…
Davide
Grazie e à suivre…
Pino Jodice
Grazie a voi, è stato un piacere e a presto…