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La sorella del sogno + Io parlo dai confini della notte + Come fiori di mandorlo o più lontano

4 min read

La sorella del sogno – Gianni D’Elia

Luca Sossella editore (Bologna, 2024)

pag. 254

euro 16.00

Io parlo dai confini della notte – Forugh Farrokhazad

traduzione di Domenico Ingenito

Bompiani (Milano, 2023)

pag. 790

euro 30.00

Come fiori di mandorlo o più lontano – Mahmud Darwish

traduzione di Chirine Haidar

prefazione di John Berger

Epoché (Milano, 2010)

pag. 127

euro 13.50

L’anno scorso, appena approdato a Santarcangelo, anzi c’ero arrivato da qualche settimana, ho potuto ascoltare una conferenza di Gianni D’Elia, ospitato alla Biblioteca Civica “Antonio Baldini” per omaggiare il più grande poeta della scuola santarcangiolese, Nino Pedretti; nei giorni successivi ho voluto colmare alcune mie lacune – con tanto di successivo omaggio nel mio “Ai piedi del mondo” -, leggendo i libri che ancora disconoscevo del D’Elia. La recente uscita di “La sorella del sogno”, quindi, è anche per me un passo avanti, oltre certo, più seriamente, il sunto della storia poetica del poeta di Pesaro.

“(…) La natura ci assale nelle vene

E la storia è il delirio del potere…”

In questa chiusa sono sintetizzate due cose importanti: lo stile ed i contenuti della poesia di Gianni D’Elia. Partendo al contrario. Dai punti di sospensione che restano come un lungo respiro buono a portare nella successiva lirica. E sul tema, certo, dice tutto il mondo: la critica sociale: oltre il più semplicistico e propagandabile impegno politico.

“(…) Che sulla vita plana e senza sforzo schiude

Il linguaggio dei fiori e delle cose mute…”

Il discorso di D’Elia, il linguaggio, asseconda, anzi aumenta sempre, il rapporto fra il dire ed il sentire. Una passione di critica letteraria. E rapporto diretto, la polemica pura, pure con tutti gli elementi naturali. In un contesto di gestione della società nostra. Di consumi ed economia del consumare.

“(…) Italia bella e sfatta nel suo male

Dal genio commerciale e criminale…”

Con la sua poesia D’Elia è capace di solfeggiare fra la quotidianità della cronaca politica, usando come si deve gli stessi termini dell’attualità, per arrivare alla gioia triste della conclusione che un passo avanti rispetto al mero slogan ideologico o alla rappresentazione propagandistica della contestazione.

Ma la verità vera è che il poeta i luoghi più non riconosce. Dopo aver sentito le bandiere svenire a colpi di futuro ripreso dai nostalgismi più bui. Tutto è più grigio. E sempre sembra sprofondare. Perfino nel fondo del mare. Più che idealmente. Fino alla ‘descrizione’ dell’infodemocrazia. Dove ecco la descrizione del titolo della raccolta. Fra la “duale mania / di Possesso e Terrore”.

La raccolta mette insieme le poesie scritte da D’Elia fra il 2017 ed il 2023, con tanto d’omaggio agli amici ed alla Storia, agli amici nella Storia, dalla lotta politica al presente futuro.

SOPRA LO STATO PRESENTE

Tra il virus cinese e la guerra russa

L’orrido oriente ha sfondato la porta

E la restaurazione che non bussa

Ha spalancato una stagione morta… (…)

A Gianni D’Elia affiancherei il cantore della resistenza palestinese, Darwish. Autore che però ha un significato di riferimento politico, in qualche modo, per la causa. “Il corpo della sua poesia resiste alle ingiustizie al popolo palestinese per tre generazioni (e che ancora continuano) e nello stesso tempo ammette la sua tristezza ricorrente” (J. Berger).

Ma ancor di più sento di metterli vicino Forugh Farrokhazad. La poetessa di “Canto di battaglia”: “Sei rimasta solo tu, donna iraniana, / nei lacci d’ingiustizia, disgrazia e malasorte. / Se vorrai spezzare queste catene / fatti coraggio e mostra la tua tenacia. (…)”.

 

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