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Croce e il fascismo – Mimmo Franzinelli

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Laterza – Storia

Pagg. 400

ISBN 9788858146392

Euro 29,00

Il filosofo e la dittatura

I rapporti fra Benedetto Croce e il fascismo costituiscono una storia di particolare interesse che la penna di Mimmo Franzinelli con questo suo saggio fa diventare affascinante. Di questo autore ho già apprezzato i suoi scritti sul fenomeno del fascismo e mai avrei pensato che andasse a indagare sull´attività del filosofo abruzzese, benché sia a tutti noto come nel ventennio abbia rappresentato l´unica voce libera e indipendente espressa sul suolo italico. Certo, Benedetto Croce era un intellettuale di primo piano, di notevole prestigio internazionale, a cui il regime accordò una certa libertà di espressione, non solo per il carisma che era proprio del filosofo, ma anche perché così manteneva la speranza di poterlo avere un giorno fra i suoi esponenti, rappresentando quella figura indispensabile per dare una patina ideologica e culturale a un movimento che invece lì aveva delle notevoli carenze. Il libro di Franzinelli è ben strutturato e ripercorre le varie fasi di avvento, di consolidamento e infine di decadenza del fascismo, ovviamente tenendo conto dei rapporti instaurati con Benedetto Croce che agli inizi, da buon liberale, vide in Mussolini e nei suoi seguaci l´irripetibile occasione per frenare la possibilità di un avvento del comunismo in Italia; in tal senso appoggiò il fascismo, arrivando perfino a votare la fiducia al governo Mussolini successivamente all´uccisione di Giacomo Matteotti. Al riguardo diede una giustificazione del suo comportamento non proprio convincente, che anzi definirei puerile, tanto più che era consapevole che ormai si andava verso una dittatura, che lui era convinto fosse necessaria, ma di carattere temporaneo e comunque passibile di facile rimozione. E´ solo quando scrisse Il manifesto degli intellettuali antifascisti, apparso sul quotidiano Il Mondo il 1° Maggio 1925, che fece chiarezza sul suo comportamento, in precedenza abbastanza ondivago, il che mi induce a pensare che come filosofo fosse indubbiamente valido e coerente, mentre come politico cercasse solo di galleggiare in una successione di fatti che rispondevano sempre meno alle sue aspettative. E´ evidente che con la pubblicazione di quel manifesto Croce fece la sua scelta e fu una scelta di civiltà e di libertà. Inoltre ciò indusse molti giovani a considerarlo come un padre putativo della loro lotta non sola politica alla dittatura, e fra questi valga un nome per tutti, e cioè Piero Gobetti.

Per le masse non costituì un faro proprio per la loro limitata istruzione e fu anche questa una delle ragioni per le quali il regime lo tollerò, convinto che fosse meglio non trattarlo alla stregua degli altri antifascisti, anche perché aveva in tal modo la possibilità di sapere chi era in contatto con lui, anche solo epistolare, e quindi di esercitare tutti quei controlli che sono propri della polizia politica di una dittatura.

Lo scritto di Franzinelli è veramente completo e, benché si sapesse che Croce non fosse di certo un razzista, riporta tutto il suo impegno nell´opposizione alle leggi razziali che interessarono gli ebrei, impegno che non solo non fu irrilevante, ma che risultò ampiamente superiore a quello di altri intellettuali.

Ormai sono diversi i saggi che leggo scritti dal saggista bresciano e trovo una costante ampiezza di esposizione, pur su un percorso di una apprezzabile linearità, al punto che alla fine si può affermare in tutta tranquillità di essere stati resi edotti in modo approfondito e anche piacevole, senza la grevità che caratterizza non pochi testi storici.

Quindi la lettura di Croce e il fascismo è da me senz´altro consigliata.

Mimmo Franzinelli (Cedegolo, 1954) studioso del fascismo e dell´Italia repubblicana, componente del comitato scientifico dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione “Ferruccio Pari”, è autore di numerosi libri, fra cui: per Bollati Boringhieri, I tentacoli dell´Ovra (1999, premio Viareggio 2000), Rock & servizi segreti (2010) e Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia (2011); per Mondadori, L´amnistia Togliatti (2006), Il delitto Rosselli (2007), Beneduce. Il finanziere di Mussolini, con Marco Magnani (2009), Il Piano Solo (2010), Il prigioniero di Salò (2012), Tortura (2018); per Rizzoli, La sottile linea nera (2008). Con Feltrinelli ha pubblicato: La Provincia e l´Impero. Il giudizio americano sull´Italia di Berlusconi, con Alessandro Giacone (2011), Delatori. Spie e confidenti anonimi: l´arma segreta del regime fascista (UE 2012), Il Giro d’Italia. Dai pionieri agli anni d’oro (Feltrinelli, 2013), – per gli Annali della Fondazione Feltrinelli – Il riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964), con Alessandro Giacone (2013) e Fascismo anno zero (Mondadori 2019).

 

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