KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Francesco Maccianti

10 min read

In passato sono stato molte volte sollecitato a considerare la possibilità di scrivere dei testi su mie composizioni originali essendo, a parere di molti amici appassionati e musicisti, particolarmente adatte ad essere interpretate con il canto.

Questo pensiero mi ha accompagnato per molti anni ma, sia per la contemporanea presenza di altri progetti sia per una mia carenza di determinazione realizzativa, non ho mai trovato il tempo, i modi e gli interpreti giusti per caratterizzare il lavoro in una maniera che mi soddisfacesse.

Ho individuato nel tempo quelle artiste che potevano essere compatibili con la mia musica fornendole creatività, profondità e bellezza in Barbara Casini, apprezzatissima cantante e amica da tanti anni con cui finalmente sono riuscito a lavorare; in Claudia Tellini, bravissima e molto adattabile interprete di molti diversi stili musicali; in Sara Battaglini, capacissima cantante studiosa e appassionata di musica contemporanea e in Jole Canelli, giovane ma già esperta vocalist dal timbro vocale molto personale e coinvolgente.

Ognuna di queste splendide artiste è stata convocata singolarmente nel mio studio per un’analisi di quei miei brani musicali che ritenevano più adatti alla loro sensibilità e gusto, lasciando a loro stesse la completa libertà sulla tonalità, l’arrangiamento, la lingua e l’argomento del testo, desiderando infatti che ognuna di loro interpretasse autonomamente la mia musica.

Il risultato di questo lungo e articolato lavoro, fondato proprio sulla vocalità, è questa registrazione, in cui un vero e proprio caleidoscopio di emozioni, di parole e di musica personalizza e caratterizza brani scritti per altri contesti musicali, prettamente strumentali e non vocali.

Desidero anche evidenziare il modo in cui i musicisti che hanno partecipato alla realizzazione di questo progetto, Stefano “Cocco” Cantini ai sassofoni, Francesco Ponticelli al contrabbasso, Bernardo Guerra alla batteria e Leonardo Marcucci alle chitarre, si siano resi disponibili e adattabili alle diverse condizioni musicali che sono state loro proposte, esprimendo tutta la loro competenza, bravura e sensibilità.

Vi presento questo diverso e personalmente gratificante modo di ascoltare la mia musica in una chiave totalmente nuova… Buon ascolto.

Francesco Maccianti (Dal booklet)

Tracklist:

L’assenza e la memoria / Due ombre / Caminhos / Petali / Danza nel cubo / Abbracci / Sweet moon / Falso sensual / Misteri di Nazca / Sagome chiare / Strada di luna / The lonely way back home

Abeat records, 2024

https://www.abeatrecords.com/music/categoria-prodotto/francesco-maccianti/

Intervista

Davide

Buongiorno Francesco. Perché un “Songbook”, ossia un tuo lavoro anche cantato a questo punto del tuo lungo percorso artistico? Qual è stato il tuo approccio alla composizione in “Songbook” rispetto alla musica invece solo strumentale da te composta in precedenza?

Francesco

L’idea di avere dei testi su mie composizioni, mi era venuta da molto tempo, ma altri progetti mi avevano distratto da questo proposito fino a quando non ho identificato le “voci” e le personalità artistiche che avrebbero dovuto attivamente, soggettivamente e autonomamente interpretato le mie composizioni. Queste quattro artiste hanno valutato nei miei precedenti lavori, ciò che era più vicino alla loro sensibilità, lasciandole libere nella scelta dell’argomento del testo, della lingua, della tonalità e dell’arrangiamento.

Davide

Perché ti sei avvalso di quattro diverse cantanti? I testi sono tuoi o ne sono loro le autrici o co-autrici?

Francesco

Proprio perché desideravo più interpretazioni della mia musica ha scelto quattro personalità molto diverse fra loro. Come ho detto i testi sono delle cantanti.

Davide

Come descriveresti le loro diverse peculiarità vocali e interpretative da te ricercate e quindi valorizzate attraverso le tue composizioni? Cosa in particolare cercavi di diverso da ciascuna e cosa infine le accomuna?

Francesco

Il timbro vocale è molto diverso in ognuna di loro, offrendo all’ascoltatore una gamma di sonorità molto vasta e interessante, proprio ciò che desideravo e che ricercavo. Sono tutte e quattro dotate di una intonazione e di una sensibilità alle dinamiche musicali molto vicine come il loro impegno e la professionalità nella stesura dei testi e nel canto.

Davide

I testi contengono molti riferimenti allo svanire e al dimenticare, ai sogni e alla memoria, alle ombre e alla caducità, al disperdersi e allo sbiadire del tempo che scivola via… Tutti sembrano quindi riconducibili a un divenire continuo e nomade della vita e alla transitorietà di tutto. C’è dunque un tema in particolare che volevi affrontare in “Songbook” e in questo attuale momento della tua vita?

Francesco

Direi di no, dato che non ho avuto, per mia scelta, nessun tipo di attività nella scrittura dei testi.

Davide

Non solo in italiano, ci sono anche un testo in portoghese, “Caminhos”, due in in inglese “Sweet Moon” e “The lonely way back home” e un altro ancora in spagnolo, “Falso sensual”. Perché dunque l’uso di differenti lingue? L’uso di una diversa lingua, oltre che sulla vocalità dell’interprete, può influire sulla composizione, com’è stato in questo caso per te nell’utilizzo dell’italiano, del portoghese, dello spagnolo e dell’inglese?

Francesco

La scelta, come ho già spiegato, è stata delle quattro interpreti, mi sono consultato con loro su quella lingua che sarebbe stata più funzionale e adatta alla musica. In sintesi in Caminhos l’arrangiamento fa pensare ad una bossa nova o similare quindi il portoghese (che Barbara parla correttamente) è la lingua da scegliere, in Falso sensual, che ricorda un tango, lo spagnolo è molto adatto e pertinente allo stile musicale, e cosi via.

Davide

Come hai lavorato sugli arrangiamenti di queste canzoni con gli altri musicisti presenti nel disco? Quanto spazio hai lasciato, inoltre, all’improvvisazione?

Francesco

Trattandosi di un disco fondato sulla vocalità, gli spazi improvvisativi sono presenti ma sempre funzionali e coordinati con le esigenze della musica e del canto. I musicisti sono stati fantastici nella duttilità che hanno dimostrato nell’essere sempre attenti a ciò che serviva alla musica in generale.

Davide

Hai collaborato con molti musicisti importanti sia della scena italiana, sia internazionale. Quali sono stati gli incontri di cui serbi i più bei ricordi?

Francesco

La mia amicizia con il grande Massimo Urbani ,con cui ho condiviso vari anni di concerti, è stata molto significativa nella mia vita musicale, come quella con Pietro Tonolo, con Ares Tavolazzi, con Piero Borri e Stefano “Cocco” Cantini e moltissimi altri amici che non posso citare per motivi di spazio ma non di affetto e riconoscenza per tutti i bellissimi momenti trascorsi insieme.

Il disco a cui sono molto affezionato è Crystals, con Joe Chambers e Essiet Essiet, ma ogni disco che ho realizzato è stato importantissimo per me, sono delle “fotografie” dei miei stati d’animo, del mio essere nel trascorrere della vita. Ho sempre fatto dischi quando avevo qualcosa da dire infatti , una mera necessità artistica espressiva che, credo, possa essere chiaramente percepita dall’ascoltatore, o perlomeno lo spero.

Davide

Chi più di altri ha influito sulla formazione del tuo stile musicale e come descriveresti la tua poetica o estetica elaborata, implicata e/o esplicata nelle tue opere fino ad oggi?

Francesco

Franco D’Andrea è stato il mio maestro e un artista di riferimento , ma non voglio dimenticare i miei inizi con la musica classica e il rock di cui andavo matto. In sintesi ho sempre ascoltato , e continuo farlo , ogni tipo di musica e di stile musicale , basta abbia un peso specifico artistico di livello: Ligeti, Peter Gabriel, Mina, Monk , Stravinsky, Bill Evans, Chopin, Bud Powell, Alban Berg…

Davide

Questo è il quarto lavoro che pubblichi con la Abeat Records. Quanto è importante per te approdare a una casa discografica di qualità e al disco in una fase della storia della musica come questa, in cui dilagano l’autoproduzione e la musica liquida?

Francesco

Con Mario Caccia ci siamo subito capiti profondamente su quelle che sarebbero state le basi del nostro rapporto professionale perché è un musicista e un vero produttore che sceglie gli artisti e la musica che intende fare uscire con la sua etichetta, sinonimo e sicurezza, anche nel mercato internazionale, di qualità.

Davide

Cosa pensi della attuale Italia musicale?

Francesco

Cerco di ascoltare le proposte , soprattutto dei giovani , e molti casi mi stupisco allo stesso modo delle capacità strumentali, della preparazione teorica di questi e della pochezza, in senso di peso specifico artistico, di sincerità e di reale bisogno espressivo delle loro proposte. Ci sono, per fortuna, molte eccezioni anche se l’indirizzo generale mi sembra quello di compiacere più che di piacere.

Davide

Ezra Pound disse che i poeti che non si interessano alla musica sono, o diventano, cattivi poeti. Si potrebbe dire anche il contrario, cioè che i musicisti che non si interessino alla poesia e alla parola, sono, o diventano, cattivi musicisti o, quanto meno, incompleti?

Francesco

La poesia ha una componente musicale importantissima, la parola, oltre il significato e quando pronunciata, è musica. In generale anche i titoli dei brani non vengono mai messi ,almeno per me, a caso, rappresentano e costituiscono una parte integrale della composizione.

Davide

Il compositore Hans Werner Henze disse che nella musica vi cercava il mistero. Tu cosa cerchi nella musica o attraverso la musica?

Francesco

Io sono la musica che suono, mi rappresenta completamente e profondamente, senza filtri e limitazioni, con tutta l’onestà e la sincerità possibili.

Davide

Cosa seguirà?

Francesco

Per la prima volta vorrei fare un disco di soli standards in trio , con Ares Tavolazzi e Roberto Gatto, rinunciando, come invece ho sempre fatto, a pezzi originali. Vedremo.

Davide

Grazie e à suivre…

Francesco

Grazie a te !!!

Biografia

Dopo una formazione di tipo classico, FRANCESCO MACCIANTI si dedica alla musica jazz, frequentando i corsi di Siena jazz, guidati da Franco D’Andrea. Successivamente fonda il Centro Attività Musicali (C.A.M.), scuola ad indirizzo e di specializzazione jazzistica, dove insegna pianoforte e musica d’insieme. Inoltre si dedica a un’intensa attività concertistica, che lo vede collaborare con alcuni dei più importanti musicisti italiani (Pietro Tonolo, Maurizio Giammarco, Larry Nocella, Paolo Fresu, Fabio Morgera, Luca Flores, Sandro Gibellini, Riccardo Bianchi, Marco Tamburini, Roberto Rossi, Giovanni Tommaso, Flavio Boltro, Enrico Rava) e stranieri (Eddie Lockjaw Davis, Harry Sweets Edison, Sal Nistico, Richie Cole, Joe Chambers, Essiet Essiet, Airto Moreira, Flora Purim, David Schnitter, Marvin «Boogaloo» Smith, Karl Potter ed altri).

Ha fatto stabilmente parte del Quartetto di Massimo Urbani (con Enzo Pietropaoli e Giampaolo Ascolese), dell’Orchestra del C.A.M., sotto la direzione di Bruno Tommaso prima e di Enrico Rava successivamente, e con il sestetto di Fabio Morgera ha partecipato all’International Jazz Competition a Leverkusen (Germania 1982).

Si dedica intensamente allo studio e alla composizione, suonando prevalentemente in trio e in quartetto, privilegiando repertori costituiti interamente da musiche originali.

Partecipa al programma di Radio Tre Rai Invenzioni a due voci, insieme al critico musicale Michele Manzotti; in piano solo realizza Songs for Ama (raccolta di composizioni dedicate alla Collezione d’arte contemporanea del Castello di Ama) e The Water Theme, composizione per installazione video di Fabrizio Plessi, realizzata in occasione del 290° anniversario del Caffè Florian a Venezia. Partecipa a numerosi festival nazionali ed internazionali (Padova jazz Festival, Veneto jazz Festival, Grey Cat Festival, Clusone jazz festival, Italia jazz, Leverkusener Jazztage ed altri) con varie formazioni a proprio nome e con il gruppo “Living Coltrane” (con Stefano “Cocco” Cantini, Ares Tavolazzi e Piero Borri).

Discografia:

1975 – Insieme (Etichetta indipendente), con Marco Lamioni, Nicola Vernuccio e Daniele Trambusti.

1977 – Test (Red Records), con Mario Schiano, Maurizio Urbani, Nicola Vernuccio, Ivano Nardi. 1982 – Leverkusener Jazztage, con Fabio Morgera, Sandro di Puccio, Nicola Vernuccio, Alessandro Fabbri, Matthias Schubert .

1993 – Firenze sogna! (Materiali sonori) – artisti vari.

1996 – Oasi (Splasc(h) records), con Pietro Tonolo, Lello Pareti, Fulvio Sisti e Walter Paoli.

1997 – L’estate insuperabile, con Marco Lamioni, Nicola Vernuccio e Daniele Trambusti

2000 – Mosaico (Philology), con Pietro Tonolo, Marco Tamburini, Diego Carraresi, Roberto Rossi, Lello Pareti e Walter Paoli.

2007 – Crystals (Almar Records), con Joe Chambers e Essiet Essiet.

2008 – Songs for Ama (Almar Records), Piano solo.

2009 – La Brezza (Philology), di Faye Miravite con Airto Moreira, Flora Purim, Ares Tavolazzi e Stefano Cocco Cantini.

2009 – Living Coltrane (Incipit-Egea), con Stefano Cocco Cantini, Ares Tavolazzi e Piero Borri. 2010 – The Water Theme – musica per installazione di Fabrizio Plessi per i 290 anni del Caffè Florian.

2011 – Passo a due (Almar records), con Pietro Tonolo, Ares Tavolazzi ed Eliot Zigmund.

2012 – Out of this world (Incipit-Egea), con Stefano Cocco Cantini, Ares Tavolazzi e Piero Borri. 2015 – Writing 4 Trane (Alfamusic), con Stefano Cocco Cantini, Ares Tavolazzi, Piero Borri.

2017 – New Birth (Jazzit records), Natural Revolution Orchestra

2018 – Path (Abeat records), con Ares Tavolazzi e Roberto Gatto.

? – Attese – Live at Lyceum Club Internazionale di Firenze (Abeat records)

2022 – Falling up (Abeat records) con Stefano Cocco Centini, Gabriele Evangelista, Bernardo Guerra).

 

Commenta