Modus in rebus – Riccardo Ferrazzi
4 min readMorellini Editore (Milano, 2023)
pag. 298
euro 19.00
“Le campane suonavano il mezzogiorno. Era domenica e piovigginava. Davanti alla cattedrale il cadavere era stato rimosso, la gente passava senza fermarsi. Passò anche Maite sulla sua Seicento e non mi vide o non mi riconobbe”. Questo ricordo, bruciante di nostalgia, appartiene più a Vittorio: “Di tutti i miei amanti il più tormentato”, dice in qualche modo la voce del libro, la voce di questo mirabile romanzo.
Ed ha ragione Marino Magliani, fine scrittore oltre che amico e traduttore proprio come Riccardo Ferrazzi, autore di questo ultimo romanzo “Modus in rebus”: “Se a Robert Burton venisse in mente di cercare una città per rappresentare la nuova malinconia barocca, non ho dubbi, penserebbe a Salamanca, la città che col suo ‘istinto di morte’, e una luce ormai castigliana, ha scelto Riccardo Ferrazzi per costruirvi attorno l’impianto di un romanzo unico, nella sola armonia stilistica possibile, quella che indice il territorio dell’assurdo e del molto meno assurdo, senza tracciarne un confine, per richiedere a noi di farlo”.
Ed insomma subito ho consigliato la lettura di questo testo ad una mia amica che adora la Spagna. Che lì c’è stata. Ci va; ma perché serve davvero la conoscenza di quel paesaggio per vedere gli interni costruiti, anzi rifatti, da Ferrazzi?
La verità è che i luoghi sono una scusa. Il peso lucidamente barocco di questa trama di Riccardo Ferrazzi è il paesaggio della memoria. Con l’assillo del ricordo che grazie ad un’altra invenzione, l’escamotage del genere giallo si fa narrazione intima e peccaminosa.
Riccardo Ferrazzi è autore dei romanzi “Cipango!” (Leone Editore, 2013), premio Fiorino d’argento 2015, “N.B. Un teppista di successo” (Arkadia, 2018 ) ed “Il Caravaggio scomparso (Intrigo a Busto Arsizio)” (Golem Edizioni, 2021); di un libro a quattro mani scritto con Marino Magliani, “Liguria, Spagna e altre scritture nomadi” (Pellegrini Editore, 2015); ha inoltre pubblicato due saggi: “Noleggio arche, caravelle e scialuppe di salvataggio (Breve discorso sul mito)” (Fusta, 2016) e “Premonizioni” (Oligo Editore, 2023). Traduce dallo spagnolo e dall’inglese.
“Il nuovo romanzo di Riccardo Ferrazzi – ha scritto recentemente l’attentissimo Giovanni Agnoloni – è una rapsodia formata da tre atti interdipendenti, con diverse ambientazioni e un filo conduttore comune. Il teatro del primo è la Spagna – e in specie la città di Salamanca e la capitale Madrid –, quello del secondo è Milano, e quello del terzo non lo anticipo per ovvi motivi. Il filo conduttore è l’ossessione: per la Spagna stessa, per una donna, Maite – che è mira perenne e mai veramente appagata del protagonista Vittorio Fabbri, un uomo d’affari giramondo molto legato alla penisola iberica –, e direi più in genere per le relazioni con le persone e il mondo”.
Un assassinio e la morte di uno scrittore, dunque la colpa e l’amore, la dannata nostalgia ed i tradimenti alimentano questo corpo bisognoso di crescere. Che cresce. Dalla prima all’ultima pagina.
Riuscire a fare un romanzo da tre romanzi, costruendo un’unica storia da tre storie è da pochi, serve il magistero della scrittura, la scrittura di Ferrazzi.