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Amori miei – Tragicommedia sentimentale – Roberto Dobran

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Roberto Dobran, il poeta dell’amore e dell’esilio

Amori miei – Tragicommedia sentimentale (puntoacapo, euro 12, pag.70) è l’ultimo lavoro di Roberto Dobran, poeta nativo di Pola, ma laureato a Urbino, a metà strada tra la Coazia e l’Italia, per molto tempo attivo a Lubiana e nella città natale dove scriveva per La voce del popolo di Fiume. Adesso si è stabilito a Gorizia e dalla città friulana al confine con la Slovenia, quasi per simboleggiare un evidente biculturalismo, pubblicato Implosioni (2001), Esodi (2003) – in italiano con Oppure edizioni e in croato – e Patacca globale (2013), oltre a scrivere articoli di critica letteraria e occuparsi di cultura istriana. Amori miei gode della collaborazione dello scrittore Francesco Tomada, già autore della raccolta di poesie Affrontare la gioia da soli e del romanzo Il figlio della lupa. In pratica Dobran compone un’opera intensa e potente che ha come tema di fondo l’amore e che fa ritornare per ben 29 volte il vocativo Amori miei, concludendosi con un’appendice di narrativa fiabesca – scritta da Tomada – come Prova sul campo. Amori miei non ripercorre storie sentimentali vissute in una sterile autobiografia, ma vorrebbe essere una sorta di specchio introspettivo per le esistenze degli altri, procedendo sotto forma di catarsi esistenziale lungo le strade di antiche frustrazioni. L’opera precedente – Esodi – invece è poesia dell’esilio e del ricordo, del tempo perduto sfuggente e fuggitivo, sogno di luoghi di affettuose discussioni familiari e culla di rilassanti sogni pomeridiani. Prendiamo una poesia da questa raccolta, un breve componimento intitolato Della sintesi: La vita, ecco, / può essere il sangue che sgorga / dalle vene, non c’è dubbio / come è gioia e come è / angoscia, ecco, / che essa venga a mancare, / magari d’improvviso / in un sordo tonfo / che copre tutto il resto. Adesso leggiamo una lirica da Amori miei, per la precisione l’intensa Good morning Mr. Nessuno: Posso avere il pozzo nero in fondo al cuore / o il sole che vi brilla dentro, è uguale. Amori / miei, il vostro allontanamento uccide a lama / lenta. Se non c’è catarsi, meglio esser oggetto / dell’attenzione di un plotone d’esecuzione rispetto / al fermo disinteressamento. Non dovesse terminare / il vostro silenzio, faccio prima se m’ammazzo. La tecnica poetica di Dobran è caratterizzata dal verso libero di lunghezza variabile, sempre di musicalità intensa, con scelta lessicale accurata e forbita, per comporre una tragicommedia esistenziale, raccontando con le sue opere la sconfortante vita di un esule e le complesse peripezie sentimentali di un essere umano.

 

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