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Dialogo sulla gratuità – Luisito Bianchi

3 min read

Gribaudi Editore

Narrativa

Pagg. 160

ISBN 9788871527888

Prezzo Euro 10,00

Sono indispensabili più riletture

Luisito Bianchi, per parlare della gratuità, ha adottato un metodo del tutto particolare, che consente di non stancare il lettore e di venire incontro con le risposte alle sue possibili domande. Ha immaginato infatti una conversazione fra un credente e uno scettico, e non un ateo perché questo, chiuso nella sua convinzione, non avrebbe posto domande, a differenza di un dubbioso il quale ha necessità di trovare un’adeguata e convincente risposta a tutti suoi quesiti.

In una società come la nostra che del tutto inconsciamente – ormai sono più di due secoli che si comporta così – tende a cercare sotto l’aspetto sociale una contropartita a ciascuna sua prestazione, in pratica un costante do ut des, il discorso cristiano della gratuità, che dovrebbe essere alla base di ogni credente e ancor più di ogni sacerdote, può sembrare incomprensibile, per non essere definito addirittura totalmente utopistico.

Però, l’autentico cristiano, deve potersi distinguere per questo concetto basilare della gratuità e del resto il Vangelo in proposito non è soggetto a interpretazioni contrastanti, anzi è chiaro ed è la risposta a qualsiasi domanda: chi crede deve dare senza contropartita, senza chiedere qualcosa in cambio.

E’ evidente che il concetto si scontra con l’uso ormai radicato di trarre da qualsiasi propria prestazione il massimo vantaggio economico possibile. Ma perché deve essere gratuito il donare del cristiano? Perché in questo modo restituisce quanto Dio gli ha donato gratuitamente e questo dono della divinità trae origine dall’unico modo con cui può rapportarsi con gli uomini, dato che è impossibile, essendo solo l’amore, che faccia calcoli interessati. Pensate un attimo come sarebbe bello se ognuno di noi si donasse agli altri, i quali a loro volta si donerebbero a noi. Non ci sarebbero più proprietà, i confini sarebbero qualcosa di ignoto e non essendoci più beni da sottrarre alla disponibilità di altri non ci sarebbero più guerre. Purtroppo però l’esperienza insegna che il Vangelo non è mai stato applicato nella sua integralità se non da pochissimi e quindi la gratuità è quella che possiamo definire una chimera.

Nel libro Luisito Bianchi interpreta tre parti: quella del credente, quella dello scettico, nonché quella dell’euchairista, il cui compito è di sintetizzare gli aspetti positivi dei due dialoganti. Ne scaturisce un libro indubbiamente non facile, perché da un lato c’è una nostra inconsapevole ritrosia ad accettare la gratuità e dall’altro c’è un verbo religioso che sovente esula dalla materialità delle nostre convinzioni, e di ciò l’autore è consapevole definendo le sue inevitabili riflessioni come fumose, ma anche aggiungendo che ciò che non è facile e che impegna particolarmente necessita inevitabilmente che vi si torni su più volte, senza lasciarci scoraggiare dal primo approccio.

Da leggere, seguendo anche i consigli di Luisito Bianchi.

Luisito Bianchi (Vescovato, 23 maggio 1927 – Melegnano, 5 gennaio 2012) Sacerdote dal 1950, è stato insegnante e traduttore ma anche operaio, benzinaio e inserviente d’ospedale,cappellano presso il monastero di Viboldone (Milano). Ha pubblicato fra l’altro: Salariati (1968), Gratuità tra cronaca e storia (1982), Dittico vescovatino (2001), Simon mago (2002), Dialogo sulla gratuità (2004) e Monologo partigiano (2004). Con Sironi ha pubblicato Come un atomo sulla bilancia (2005),   I miei amici. Diarii (2008) e La messa dell’uomo disarmato (2002), il suo grande romanzo sulla Resistenza, elogiato da critica e pubblico.
Hanno detto di lui: «Un punto di riferimento per chi ama la letteratura, per i critici e per i lettori che hanno trovato nei libri di questo autore un seme di verità, una parola vera e necessaria» (Avvenire); «Un autore di densissimo spessore umano e spirituale» (La Stampa); «Don Luisito Bianchi è sempre stato ed è un prete “scomodo”, di quelli pronti a mettersi in gioco» (L’Unità).

 

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