Intervista con Gianni Resta
8 min readVideoclip de “Il tempo non esiste”
https://www.youtube.com/watch?v=FSDKoDc2688
RestArt è il titolo del nuovo album del cantautore milanese Gianni Resta.
“RestArt” è una parola che ne contiene altre due: “Resta” e “Art”, un’accoppiata utile a far comprendere che Resta ci ha messo dentro tutto se stesso in questo lavoro. C’è l’amore per suo figlio e per chi gli è vicino, ci sono tutte le sue passioni come la cucina (“L’Assaggio”), il cinema e lo spazio (“Ti porto su Marte”), con citazioni di frasi di Frank Zappa (“Bene bene l’inglese”) e riferimenti alle opere dello scrittore ed editore Douglas Adams (“Don’t Panic!” / “Al termine dell’universo”). “RestArt” è un disco pieno di speranza, un “gesto atletico”, con tanto di allenamento e di sudore, che comprende lo scrivere, il creare, il comporre e il suonare. “RestArt” è uno slancio emotivo innescato dalla necessità dell’autore di guardarsi in faccia e di esprimere le proprie emozioni senza veli. Queste canzoni sono il frutto di un percorso fatto di salti nel vuoto, di cadute, di sbucciamenti di ginocchia e atti di coraggio… e di Amore sconfinato. Ne è sortito un disco schietto, ironico, ricco di sogni, che spesso invita a rimettersi in piedi, perché in tempi così complicati come quelli che stiamo attraversando, Resta augura a tutti “i valorosi che s’impegnano a resistere” di avere una nuova chance e ripartire.” “RestArt” è sicuramente l’opera attualmente più matura di questo cantautore, che ha scritto e arrangiato l’intero album. Le canzoni trattano temi quotidiani e sociali con ironia, sincerità e romanticismo. Gianni Resta ha collaborato con svariati artisti come l’attore Natalino Balasso e la regista Roberta Torre e ha aperto i concerti dei Calibro35, Eugenio Finardi e dei Tiromancino. Inoltre ha fatto parte del movimento cantautorale milanese “Caravanserraglio” nel quale sono stati ospitati cantautori di successo: uno per tutti, Vinicio Capossela.
Note finali: il disco è uscito nel mese di Aprile per l’etichetta Altro Records.
Il ragazzo che corre in copertina è Francesco Resta.
Ospiti: Andrea Fumagalli (Andy dei Bluvertigo) Massimo Martellotta (Calibro 35) Doriana Bellani (violinista dell’Orchestra del Festival di Sanremo)
Ascoltatore di questa canzone o ti parlo e tu mi senti?
Bene bene l’inglese
Ti porto su Marte
Verso sud
Il tempo non esiste
Don’t panic
L’assaggio
Al termine dell’universo
Io sono stanco
Bye bye
Una storia incredibile
Intervista
Davide
Ciao Gianni e ben ritrovato su queste pagine. Sono passati più di dieci anni da quando parlammo del tuo secondo album Discorocksupersexypowerfunky. Cos’è successo da allora fino a questo tuo nuovo lavoro?
Gianni
Di sicuro sono invecchiato, ma credo sia una cosa che ogni dieci anni capita a tutti. Stavolta però, questo ha influito anche sulle tematiche presenti nel disco.
Davide
Eccoci, dunque, a “RestArt”, calembour tra il tuo cognome, la parola “Arte” e qualcosa che suona come un restart, un nuovo inizio, una ripartenza. Ovvero?
Gianni
Diciamo che è più un augurio. Auguro a tutte le persone di buona volontà che incontrano o hanno incontrato delle difficoltà, di avere una nuova chance e ripartire.
Ma è anche il mio disco più rappresentativo perché l’ho scritto, suonato, arrangiato, mixato e ho realizzato la grafica… ed ecco quindi spiegato il motivo del calembour a cui fai riferimento.
Davide
Come sono nate queste tue nuove canzoni, in quale attuale periodo della tua vita e del tuo percorso artistico?
Gianni
Queste canzoni sono nate perchè volevo lasciare a mio figlio, mia moglie e alle poche altre persone a cui voglio bene, una lettera aperta. Ognuna di queste canzoni è nata quindi per la necessità di dire e raccontare certe cose. Sto scoprendo poi, da quando il disco è uscito, di aver toccato emozioni che trovano riscontro in altre persone e questo ovviamente mi fa molto piacere.
Davide
La fisica oggi ci suggerisce che la non esistenza del tempo è un’alternativa che vale la pena di considerare. E nella nostra vita quotidiana? A quale inesistenza del tempo ti riferisci tu nel titolo del tuo videoclip?
Gianni
Il tempo è un’illusione, lo dicevano già Aristotele e Sant’Agostino, una convenzione.
E ci sono ovviamente cose che resistono al tempo come il pensiero filosofico ad esempio ma anche l’arte, la letteratura, i grandi amori e la musica possono varcare i limiti dell’eternità e continueranno ad esistere anche dopo di noi, nei ricordi e nella quotidianità degli altri.
Perciò secondo me, fin dove è possibile ovviamente, dobbiamo cercare di dare intensità alle cose che facciamo adesso, che diciamo oggi, a come ci comportiamo ora, dobbiamo cercare di dare importanza agli attimi per riuscire a renderli invulnerabili al tempo.
Davide
In copertina è ritratto Francesco Resta. Chi è Francesco? Perché questa scelta? E perché nell’atto del correre lungo una pista atletica?
Gianni
Francesco è mio figlio e il fatto che ci sia lui in copertina, come ti dicevo, è molto importante per me e per questo album ma ho scattato quella foto prima di scrivere questi brani.
La trovo parecchio didascalica e riassume bene lo slancio atletico, il ripartire, in più ha dei bei colori vintage… a me piace.
Davide
Leggevo sul comunicato stampa che questo disco nasce anche per esprimere le tue emozioni senza veli. Cosa ne pensi di affermazioni che invece vogliono l’arte essere di per se stessa un velo, come quella di Alda Merini sull’arte che è un purissimo velo, oppure quelle di Lucia Corrain che ne ha scritto un intero saggio intitolato “Il velo dell’arte”, oppure ancora della psicanalisi che paragona l’arte al “sito in cui si costruisce un velo sulla ferita, che è in grado di mettere in forma la scabrosità della ferita continuando a far pulsare la sua incandescenza e non eliminandola” (Alex Pagliardini)? Può davvero l’arte essere senza veli o è essa stessa un velo, anzi “il velo” dopo il metterci a nudo?
Gianni
Per me funziona in questo modo: se mi metto a scrivere è perché sento il bisogno di farlo, di emozionarmi… e siccome mi conosco, per riuscirci ho una sola strada: devo essere molto sincero con me stesso, devo mettermi a nudo.
Davide
Quali musicisti hanno suonato con te in “RestArt” e in che modo avete collaborato? Qual è il tuo modo di porti (o di non porti) con gli altri quando si esegue una tua composizione? Cosa cerchi dall’altro nella condivisione di un tuo pezzo?
Gianni
In questo disco hanno suonato tantissimi musicisti e ho avuto la fortuna di collaborare con dei veri artisti ma rispondendo alla tua domanda, per dirtela breve, io sono uno che il brano deve averlo cucito addosso, perciò da sempre mi scrivo da solo tutti gli arrangiamenti e le orchestrazioni, anche i violini, i fiati, tutto.
Ho studiato e metto in pratica quello che conosco, quindi se un musicista riceve un mio brano, c’è già un arrangiamento pronto ma ci sono naturalmente anche dei casi in cui mi affido completamente all’artista che voglio coinvolgere come ad esempio è successo con Massimo Martellotta dei Calibro 35 che ha firmato l’arrangiamento delle chitarre del primo brano dell’album.
Ora però permettimi di cogliere l’occasione, grazie alla tua domanda, per fare qualche nome in più perché ci tengo a dire che in questo album ho avuto ad esempio l’onore di collaborare con il grande Andy dei Bluvertigo che ha suonato tutti i sax presenti nel disco, Doriana Bellani che ha eseguito magistralmente tutte le parti al violino e ovviamente i talentuosi musicisti che hanno partecipato e che suonano con me nei concerti: Silvia Anglani, Federico Crafa, Giuliano Farina, Roberto Sicari, tutti musicisti straordinari.
Davide
Tempo di crisi per la musica soprattutto in Italia o in una più generica società occidentale contemporanea? C’è qualcosa in particolare che stai vivendo con disagio rispetto al fare musica oggi?
Gianni
Guarda, io ormai da parecchi anni in realtà vivo in un disagio costante verso tutto e tutti e adesso che ci penso, probabilmente è anche per questo motivo, che scrivo.
Davide
Se non ricordo male, ti occupavi anche di teatro. Hai continuato qualcosa anche in questa arte? C’è qualcosa di teatrale nel tuo nuovo lavoro? Parafrasando Pino Caruso, il teatro (e la musica, aggiungerei io), sono una forma di felicità interrotta dall’esistenza? Cos’hanno per te in comune? Cos’è per te in ogni caso (cioè teatro a parte) la possibilità di esprimerti e comunicare attraverso la canzone? Qual è il tuo obiettivo primario, verso te stesso e verso l’altro?
Gianni
Per il teatro ho scritto alcune sceneggiature e ho composto delle musiche come nel caso dello spettacolo “Elogio della leggerezza” diretto e scritto da Roberta Torre con Silvia Gribaudi che ha anche realizzato le coreografie, poi sto preparando delle cose con Andrea Santonastaso… vedremo. Ad ogni modo, mi piace molto quel che diceva Pino Caruso, un grande attore che guarda caso, aveva una grande musicalità.
Per quanto riguarda me invece, come ti dicevo, se devo mettermi a scrivere è per un motivo che ritengo valido, altrimenti preferisco fare altre cose tipo andare al cinema.
Perché fuori da tutto questo, c’è anche una vita che bisogna riuscire a rendere meravigliosa. Cioè io devo quanto meno emozionarmi, divertirmi, se no che lo faccio a fare?
A quel punto per me è molto più facile poi poter restituire queste emozioni agli altri e magari trovare altre persone con una sensibilità simile alla mia.
Davide
Cosa seguirà?
Gianni
Altri videoclip, recensioni, interviste, concerti, poi come avrai capito io vivo alla giornata e per esempio oggi mi ha fatto molto piacere parlare con te.
Davide
Grazie e à suivre…