Verde Eldorado – Adrian Bravi
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Nutrimenti Editore
Narrativa
Pagg. 176
ISBN 9788865949030
Prezzo Euro 17,00
L’incontro di due civiltà
In contrapposizione a un’epoca come la nostra in cui continuano i flussi migratori dalle terre misere dell’Africa, in passato c’è stata una migrazione al contrario, dalla più evoluta Europa alla selvaggia America del Sud; nel primo caso c’è un’umanità derelitta che è alla ricerca di una dignità di vita, mentre nel secondo erano uomini di mare abbagliati dal miraggio dell’oro. E’ di alcuni di questi navigatori che parla Verde Eldorado, riuscito romanzo di Adrian Bravi, narratore argentino che risiede in Italia e che da tempo ha scelto di scrivere in italiano. Si narra la storia di Ugolino, ragazzo veneziano rimasto orrendamente ustionato nell’incendio della sua casa, tanto che gira con un cappuccio che cela alla vista degli altri il suo volto devastato dalle fiamme, e che, incoraggiato dal padre, amico di Sebastiano Caboto, e che vede così una soluzione del problema di un figlio ormai diventato un peso per la famiglia, prende parte alla spedizione del navigatore veneziano per cercare un passaggio più breve per arrivare alle Molucche, terra di spezie. La trama è quanto di più intrigante si possa trovare al giorno d’oggi, un’avventura che potrebbe richiamare quelle frutto della fantasia di Salgari, ma il cui intento è ben diverso. Ci si può stupire per la bellezza dei paesaggi descritti, per la capacità di trasmettere sensazioni, per l’abilità di emozionare con fatti apparentemente normali, ma non si può sorvolare sull’incontro di due civiltà, ognuna con i suoi pregi e con i suoi difetti, con due mondi che vengono a contatto e che evidenziano il diverso senso da dare alla vita. Infatti per gli indios del Rio de la Plata sono determinanti il rispetto per la natura e l’immersione nella stessa, mentre sono la brama della ricchezza e la materialità che ossessionano i navigatori europei, aspetti antitetici di un viaggio di cui Caboto cambia la destinazione per tentare di arrivare a un mitico Eldorado, per cercare l’irraggiungibile, e il giovane Ugolino ne uscirà trasformato. Catturato con alcuni suoi compagni dagli Indios, dovrà assistere alla loro uccisione, dovrà vedere con orrore le loro carni diventare cibo per questi antropofagi. Lui si salverà perché diverso per il suo viso sfigurato dal fuoco e dall’incontro con i selvaggi cambierà la vita e il destino del giovane veneziano; poco a poco si avvicinerà a questi indios, ne assorbirà le usanze, i suoni e gli odori, cedendo loro in cambio un po’ della sua civiltà. Diventerà l’uomo dei due mondi che cercherà in ogni modo di conciliare, in un’ottica di reciproca integrazione. Alla Città dell’oro non arriverà mai e così anche Caboto, ma l’Eldorado non è lì, è in quel villaggio dove è nata una nuova civiltà.
Verde Eldorado è indubbiamente un romanzo ambizioso, ma riesce a raggiungere in buona parte i suoi scopi; il lettore deve solo stare attento a non lasciarsi trascinare dalla trama avventurosa, a cui può pur tuttavia lasciarsi andare, ma con giudizio; infatti è opportuno fermarsi ogni tanto per riflettere sulla grandiosa opportunità di un mondo nuovo che ci offrono Ugolino e il suo creatore Adrian Bravi.
Adrian N. Bravi (San Fernando, Buenos Aires, 1963) lavora come bibliotecario presso l’università di Macerata. Nel 2004 comincia a scrivere in italiano: dopo l’esordio con Restituiscimi il cappotto (Fernandel, 2004), ha pubblicato con nottetempo La pelusa (2007), Sud 1982 (2008), Il riporto (2011), L’albero e la vacca (nottetempo/Feltrinelli 2013) con il quale è stata inaugurata la collana indies di Feltrinelli e ha vinto il Premio Bergamo 2014, L’ inondazione (2015). Nel 2015 l’editoriale argentina Sofia Cartonera ha pubblicato una breve raccolta dei suoi racconti, Después de la línea del Ecuador. Nel 2012, il cortometraggio di Andrea Papini ispirato al romanzo Il riporto ha vinto la prima edizione del Premio Bookciak 2012.
Nel 2019 Exòrma pubblica L’idioma di Casilda Moreira.