Intervista con Francesco Mascio
7 min readMY STANDARDS
“My Standards” è l’ultimo album del valente chitarrista Francesco Mascio, prodotto da Lorenzo Vella, registrato nei Nightingale Studios e pubblicato a giugno del 2022, sia in formato cd, sia su store digitali, da Birdbox Records. Previste prossimamente anche le stampe su vinile, musicassetta e nastro magnetico su bobina. Questa la formazione: Francesco Mascio (chitarre classica ed elettrica) vi suona insieme a Alberto La Neve (sax), Paolo Mazziotti (basso), Nicola Scagliozzi (contrabbasso), Domenico Benvenuto (batteria). La voce in un brano è quella di Esharef Alì Mhagag.
Track-list:
Karma Mood / Samba Stramba / A Poke for You / Blues Minove / Esharef’s Moment / Mattia / Black Mama / Seven Bop / Soul of New York / Notes from the Heart.
Precedenti interviste
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Intervista
Davide
Ciao Francesco. Come è nato il materiale del tuo nuovo album, intorno a quali idee musicali di base e in quale momento oggi del tuo multiforme percorso?
Francesco
Ciao Davide, questo album é frutto di un percorso compositivo che ho sviluppato nel corso di diversi anni. Vi sono infatti all’interno dell’album alcune composizioni scritte oltre 10 anni fa. In generale si tratta di un lavoro che prende forma dall’esigenza di realizzare un album prettamente incentrato in stile Jazz.
Davide
Lo standard jazz è un tema musicale molto noto che col tempo è divenuto un classico della musica jazz. Ma tu, in “My Standards”, non vi suoni degli standard del jazz, bensì tue composizioni. Perché dunque “My Standards”?
Francesco
Il titolo “My Standards” vuole mettere in evidenza uno stile compositivo legato alla tradizione degli standards jazz, ma naturalmente attraverso un approccio originale e moderno, per dare vita appunto a degli standards nuovi e personali.
Davide
In alcuni brani mi ha colpito la distorsione pulita della chitarra, creando un suono sia sporco, più vicino al “rock”, sia lo stesso rimanendo pulito, in un perfetto equilibrio. Come hai lavorato sul suono delle chitarre attraverso il jazz in questo lavoro? Che tipo di sonorità hai cercato sul tuo strumento?
Francesco
Il suono della mia chitarra rappresenta un punto di incontro tra diversi stili, come ad esempio tra il jazz, che ha un suono quasi sempre pulito, e il rock o il blues, che in genere utilizzano un suono più distorto. Questa caratteristica sonora si allinea al mio stile compositivo, che il più delle volte ha un taglio decisamente “crossover”.
Davide
Anche in questo tuo lavoro ci sono sguardi sul mondo musicale etnico, come quello brasiliano (Samba Stramba) e quello arabo (Esharef’s Moment), tuttavia “My standards” mi è sembrato più concentrato sul jazz e meno centrato sulle influenze “world” rispetto ad altri tuoi precedenti lavori. Qual è la tua visione del jazz espressa oggi in questo tuo lavoro, dalle radici al domani?
Francesco
In “My Standards” si esprime più chiaramente la volontà di realizzare un lavoro che nel suo insieme dia per lo più l’idea di un album Jazz, per questo motivo i riferimenti ad altri stili musicali sono meno evidenti. Tuttavia non mancano le varie influenze che da sempre accompagnano il mio percorso musicale: R&B, Classica, Ethno, Fusion, Latin, Improvvisazione Radicale e Sperimentazione in genere.
Davide
Come è nata la collaborazione con Esharef Ali Mhagag? Come è nata questa composizione che si discosta dal resto per le sue qualità più atmosferiche e meno ritmiche?
Francesco
Avevo in mente di inserire all’interno di questo album dei momenti più estemporanei, creati direttamente in studio, senza stabilire nulla a priori. Così nascono Esharef’s Moment e Soul of New York. La collaborazione con Esharef nasce da una precedente incontro nell’ambito della realizzazione di un album interamente composto con il concept dell’improvvisazione radicale, intitolato “Live at Strike”.
Davide
Parlaci dell’ensemble che ha suonato con te in questo disco. Come si è formato intorno a questo materiale e come vi avete lavorato insieme?
Francesco
Il lavoro si é svolto inizialmente attraverso delle prove (non molte in verità), quindi il suono e l’interplay di questo album sono principalmente frutto del lavoro svolto in studio, oltre che dal fatto che con ogni musicista vi fosse già un intesa scaturita da precedenti esperienze professionali e umane.
Davide
Ci sono brani come “Soul of New York” che sembrano contenere più improvvisazione di altri. Quanta percentuale c’è di improvvisazione in questo tuo/vostro lavoro e che significato ha per te avere dei momenti in cui sia possibile improvvisare o lasciare spazio alla improvvisazione di chi sta suonando con te?
Francesco
“Soul of New York” é un brano interamente improvvisato e per questo realizzato direttamente in studio mediante un approccio compositivo totalmente libero. Il fatto di riuscire a creare musica senza dover necessariamente partire da qualcosa di scritto, é per me un modo per percepire le reali potenzialità dell’ensemble. Credo infatti che attraverso un approccio non condizionato da un’idea compositiva prestabilita, si riesca ad ottenere dai musicisti una musica più istintiva e soprattutto più vicina alla propria interiorità.
Davide
Per l’ultima traccia “Notes from the Heart”, hai usato la chitarra classica arpeggiata per un brano dunque acustico e più distensivo, per altro su un tappeto di cicale. Perché questa chiusura alla fine di un lavoro sostanzialmente elettrico?
Francesco
Mi piace inserire elementi che creano una sorta di rottura rispetto alla totalità del lavoro, questo perché musicalmente non mi é facile identificarmi in un solo stile, ma al contrario amo spaziare tra le infinite possibilità espressive che può offrire la musica. “Notes from the Heart” é in effetti un brano che abbraccia sonorità folk e a tratti classicheggianti, offrendo all’intero lavoro ulteriori spunti che danno all’ascoltatore l’idea delle possibili inclinazioni del compositore.
Davide
Prossimamente usciranno dunque altri formati oltre al cd, come il vinile, la musicassetta e perfino il nastro su bobina. Come mai questa scelta, che sembra essere una forte presa di posizione contro la musica liquida, senza tuttavia poter rinunciare allo store digitale?
Francesco
La linea che Birdbox Records intende portare avanti è quella di dare priorità alle uscite sui vari supporti fisici, oltre al caricamento sulle piattaforme digitali.
La fruizione in digitale ha apportato un miglioramento in termini di quantità di musica ascoltata, ma nel contempo ha generato un appiattimento in termini di qualità.
Il piacere di avere tra le mani un vinile come una bobina mette in moto quelle sensazioni benefiche importanti per il nostro essere.
Lorenzo Vella, patron di Birdbox Records ed io, siamo convinti che c’è bisogno di un ritorno alle origini senza però disdegnare l’innovazione.
Davide
Lorenzo Vella della Birdbox records ha scritto, e condivido, che la musica di qualità sta subendo un attacco forte (da ogni fronte, aggiungo io) che perdura ormai da anni. Tu cosa ne pensi di quanto sta capitando alla musica e qual è il tuo personale discrimine tra musica di qualità e musica senza qualità?
Francesco
Credo che in generale negli ultimi decenni la società consumistica abbia spinto tutti noi sempre di più verso una mentalità “usa e getta”, ovviamente a scapito della qualità. Questo non può che riflettersi anche nella musica. Credo quindi che dare importanza alla qualità sia un requisito importante per cercare di riequilibrare una tendenza che altrimenti potrebbe portare verso un depauperamento dell’arte e di conseguenza dei valori generali dell’individuo.
Davide
Quali dischi hai ascoltato di più, quindi particolarmente apprezzato, in questi ultimi due anni?
Francesco
Mi é difficile rispondere a questa domanda in quanto ascolto davvero tanta musica. Spesso mi capita di ascoltare i lavori di musicisti che mi chiedono consigli riguardo alla loro musica, mentre altre volte mi trovo ad ascoltare lavori di musicisti con i quali ho partecipato nelle registrazioni. Di recente ho acquistato album di musicisti pop italiani, come l’ultimo lavoro di Franco Battiato, realizzato con la Royal Philharmonic Orchestra, oppure Alchemaya di Max Gazzè, realizzato con l’Orchestra Sinfonica di Praga. Mi piace ascoltare artisti che coniugano la Musica con un lavoro di ricerca spirituale.
Davide
Cosa seguirà?
Francesco
In pentola al momento bolle un nuovo singolo, che mi piacerebbe pubblicare entro il 2022, in anticipazione di un nuovo album che sto preparando per il prossimo anno. Per il momento posso dire solamente che in questo brano parteciperanno numerosi musicisti di estrazione diversa. Quindi restate connessi con le varie pagine social sulle quali periodicamente do notizia di tutte le mie varie attività.
Grazie a Davide e a tutto lo staff di Kultunderground.
Un abbraccio a 6 corde!
Davide
Grazie e à suivre…