Il mestiere di scrivere, l’obbligo morale di dire, tutta la semplicità di questo sentire è una semplice ambiguità capace di rendere attuale un libro pubblicato per la prima volta nel ’75; in un momento della storia d’un’Italietta che s’apprestava a diventare l’ex Belpaese che oggi sappiamo essere. “Occidente”, il romanzo decisamente più complesso e, per certi versi, controverso di Ferdinando Camon torna in libreria, rivisto e restituito al dibattito dal saggio autore. Nononstante il messaggio principe, questa non è l’antomia della ‘strage’, Ma siamo davanti alla lettura degli stragisti. Anche quelli in potenza. All’epoca della prima uscita, già il solo annuncio del lancio in libreria creò un problema: “(…) Mentre lo scrivevo – sottolinea nella prefazione a questa nuova edizione dell’opera Camon – ricevevo interviste, e con le interviste anche minacce”. E se è vero che dal libro capiamo alcune tensioni morali dell’eversione neo-fascista e insieme perfino delle tentazioni studiate dell’estremismo rosso, lo scrittore veneto adesso vuole darci un altro motivo essenziale di questo romanzo: è la visione di tutto il terrorismo. Nel naufragio dell’Occidete, appunto. “Da una parte l’utopia rivoluzionaria che conquista schiere di studenti e intellettuali, proponendosi di abbattere la società borghese, dall’altra la reazione nichilista di pochi ma determinati estremisti neri” era a quel tempo. Mentre oggi: “Il romanzo indaga – oltre le ragioni più esplicitamente politiche – la psicologia profonda del nostro terrorismo e di ogni terrorismo, la sua intima connessione con la fragilità e il senso di precarietà che descrivono la condizione dell’uomo contemporaneo”. Voce delle crisi, vedi l’interessamento più deciso e decisivo alla decandenza della civiltà contadina, sconfitta dall’industrializzazione e dal consumismo, Camon è noto forse soprattutto per “Mai visti sole e luna” e l’esordio battezzato da Pasolini. Mentre più recentemente hanno molto richiamato l’attenzione “Tentativo di dialogo sul comunismo”, scritto con Pietro Ingrao e “La mia stirpe”. Le parti più rappresentative del romanzo sono, seppure questo metta in difficoltà la forza narrativa complessiva, la pronuncia in chiave di manuale. Che incrocia il flusso di coscienza del Franco (che fu stato il Freda) narcisistico. Una delirio d’onnipotenza sempre e tutt’ora presente nei casi di specie. Nella specie che subisce l’involuzione del caso-uomo.
Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto Pomarico e vive in Lunigiana.
Giornalista, poeta, scrittore.
Collabora con Liguria Today, L’Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d’altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali:
Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.
Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.
Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale.
Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).
Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l’antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.
Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.
Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.
Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.
Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.
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