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Intervista Con Antonio Biggio

6 min read

Titolo: Eddie deve morire
Autore: Antonio Biggio
Editore: Blitos, 2021
406 pagine

Londra, 28 Ottobre 1982. Al leggendario Hammersmith Odeon, gli Iron Maiden stanno per esibirsi in un concerto da tutto esaurito. È un momento cruciale per il gruppo, che affronta le incertezze dovute al cambio del cantante e le proteste verso l’album The Number of the Beast, accusato di satanismo. E una tragedia è proprio dietro l’angolo: Liam e Rose, appartenenti a una setta estremista cattolica, sono al concerto imbottiti di esplosivo, con l’intento di causare una terribile strage. Sei settimane prima, il cadavere del giornalista Luke Wilkinson viene restituito dalle acque del Tamigi. Tutto fa pensare a un suicidio, ma l’ispettore Andrew Briggs, ex compagno di scuola della vittima, non è d’accordo. Decide di agire da solo e ricostruire gli ultimi mesi di vita dell’amico. Ma più indaga, più il mistero si infittisce e si allarga. Qual è il collegamento tra la morte di Luke e l’attentato agli Iron Maiden?

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Intervista

Davide

Buongiorno Antonio. “Eddie deve morire” è dunque il tuo esordio letterario? Qual è stato il tuo percorso di scrittore prima di questo tuo primo romanzo?

Antonio

Prima del romanzo, mi occupavo di teatro, che mi assorbiva completamente ma non ho mai abbandonato la scrittura. Anni fa avevo pubblicato un libro di poesie e per un romanzo, ci voleva l’idea giusta.

Davide

L’attentato agli Iron Maiden rievoca purtroppo quello invece realmente accaduto al concerto degli Eagles of Death Metal al Bataclan. Come è nata questa storia, questo modo originale di raccontare per altro anche un pezzo di biografia della band?

Antonio

La storia l’avevo concepita prima di quel tragico evento, che mi ha scosso parecchio. Leggendo una biografia dei Maiden, appresi che negli Stati Uniti, durante il tour legato all’album “The Number of the Beast”, alcuni gruppi di fede cattolica avevano organizzato dei sit-in di protesta fuori dalle arene, ritenendo erroneamente il disco un inno a Satana. Quindi cercavano di dissuadere la gente ad entrare, bruciavano e rompevano copie dei dischi. Da qui l’idea, costruire un thriller, genere di cui sono appassionato, e dichiarare il mio amore per la band, che seguo dal 1981.

Davide

Sicuramente sei un amante della musica heavy metal e degli Iron Maiden, così da te omaggiati. Perché proprio gli Iron Maiden sono tra i protagonisti di questa tua storia?

Antonio

Ad un certo punto mi sono guardato indietro e ho pensato: cavolo, ascolto i Maiden da quasi 40 anni! Ci sono sempre stati nella mia vita, e volevo dedicargli un tributo. Ma non volevo fare una biografia, ce ne sono tante! L’idea che ti ho raccontato prima mi è sembrata la maniera più consona per realizzare questo progetto. Tra i personaggi ci sono varie versioni di me stesso come fan, nelle varie fasi della vita.

Davide

Sei anche attore e regista. Questo ha influito in qualche modo la tua narrazione, pensandola cioè come un film potenziale?

Antonio

(Risata). La mia editor ha dovuto, e deve ancora, penare parecchio per riportare la narrazione su binari accettabili per un libro. Il romanzo prevede le scene “viste” da un solo punto di osservazione, quello del personaggio che in quel momento sta compiendo delle azioni. Gli altri personaggi della scena devono essere in qualche modo “visti” ed elaborati da uno solo, altrimenti (parole non mie) “si perde immersività”. Ebbene, i miei trascorsi trentennali sui palchi dei teatri mi facevano, e fanno ancora, spostare troppo la narrazione da un personaggio all’altro, come se muovessi una telecamera. Questa prosa troppo “cinematografica” dà ovviamente gatte da pelare a chi mi edita, ma aiuta moltissimo nella costruzione dei dialoghi.

Davide

In copertina è raffigurato anche Eddie the Head, la mascotte degli Iron Maiden. Suppongo ci sia stata dunque un contributo di Derek Riggs, quanto meno un suo assenso o cosa, o degli stessi Iron Maiden. C’è stata insomma una interazione con la band o il suo entourage? Ne hai avuti dei rimandi? Stai pensando anche a una versione in inglese?

Antonio

Sì, Derek Riggs, che ringrazio, ha dato il consenso per l’Eddie di copertina. Per me è stato un onore. Un ex roadie della band, Steve Newhouse detto “Loopy” che non finirò mai di ringraziare, mi ha aiutato tanto nel capire cosa succede dietro le quinte di uno show dei Maiden. E la traduzione in inglese c’è già, è uscita lo scorso ottobre e un paio dei musicisti ne ha una copia, chissà se la leggeranno mai…

Davide

Se ne dovesse fare un film e tu potessi scegliere regista, attori, autori della colonna sonora ecc., chi ti piacerebbe avere nel cast sia tecnico, sia artistico?

Antonio

Ho conosciuto tanti bravissimi attori e registi quando facevo teatro, e li chiamerei a fare un film, ma immagino che tu sia a caccia di nomi famosi, vero? Come regista sceglierei Oliver Stone o Spike Lee. Colona sonora, Maiden e Metallica. Attori bravi ce ne sono tanti, ti faccio i nomi di Bryan Cranston e Margot Robbie. Come sceneggiatore, Danny Brocklehurst.

Davide

Ami soprattutto i thriller, i gialli o i polizieschi? Quali scrittori ami o hai amato più di altri? Quali in particolare ti hanno fatta nascere e crescere la voglia di misurarti tu stesso con la narrazione, la scrittura?

Antonio

Li amo tutti e tre, e cerco di infilare nei miei libri elementi di tutti i generi, compreso lo spionaggio, che sarà al centro del prossimo romanzo. La spinta però è sempre data, nel mio caso, dall’elemento thriller.

Davide

Chi è Andrew Briggs, il detective che avrebbe però voluto fare il cantante? C’è anche qualcosa di autobiografico in questo personaggio o in tutta la storia?

Antonio

Andrew è per metà me stesso e per metà quello che vorrei essere, o diventare. Quindi è un personaggio profondamente autobiografico. Prima ti accennavo ad altri personaggi che sono tra me stesso e un po’ di fantasia: nominiamo Simon, il giovane fan dei Maiden che è ispirato dal me stesso a 16 anni.

Davide

Tra tanti editori, come sei approdato alla Blitos?

Antonio

È una casa editrice giovane con staff giovane, che pensa in grande, guarda al futuro senza però disdegnare l’editoria classica. Si sposa perfettamente con la mia visione. Inoltre, pur essendo appunto anagraficamente lontana dall’epoca dei fasti del metal anni ’80, ha colto in pieno lo spirito del mio romanzo, cosa che si è rivelata determinante per la mia scelta.

Davide

Una storia non racconta solo una vicenda più o meno vera, più o meno fantastica, ma è anche un modo di vedere la realtà da parte dello scrittore. Qual è stato il tuo focus in particolare, il perno centrale e ideale intorno al quale ruota la tua storia? E quale il tuo messaggio primario?

Antonio

Il perno centrale è Londra, protagonista occulta della storia. Avendo la fortuna di abitarci vicino, ho potuto esplorarla bene. Non si possono, a mio personale avviso, omaggiare i Maiden senza collocarli in quel contesto, ovvero in una metropoli che nei primi anni ’80 era degradata e ferita nelle periferie, pur guardando architettonicamente al futuro. È il luogo da dove nasce la New Wave of British Heavy Metal, esplosione di rabbia di una generazione che non vedeva sbocchi, stretta tra il nascente sogno del capitalismo e la realtà fatta di disoccupazione e sfiducia.

Davide

Cosa seguirà?

Antonio

A giugno uscirà il seguito della storia, dove Andrew Briggs avrà come nemico sempre e soprattutto se stesso, ancor prima di dedicarsi alla sfida che verrà.

Davide

Grazie e à suivre…

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