Feltrinelli Editore
Narrativa
Pagg. 92
ISBN 9788807880735
Prezzo Euro 7,50
Era mio amico
L’amico ritrovato è una novella (troppo corto per essere classificato come romanzo breve) che narra di un’amicizia scolastica nata fra due ragazzi di estrazione sociale completamente diversa. Uno, Hans, è un ebreo figlio di un medico stimato ed eroe della Grande Guerra, l’altro, Konradin, è il rampollo di una primaria casata nobiliare. La vicenda si svolge in Germania nel 1933, quando il nazismo arrembante non è ancora riuscito a insediarsi con i pieni poteri, anche se spira un’aria che non lascia presagire nulla di buono, tranne per chi è convinto che il destino del popolo tedesco sia di comandare il mondo. E’ un’amicizia che nasce più per volontà del ragazzino borghese che per quella del nobile, anche se poi si instaurerà fra loro un legame fraterno. Le differenze di classe sembrano, nel loro caso, inesistenti, e nemmeno le convinzioni di superiorità degli ariani sugli ebrei sembrano incrinare una relazione e un vincolo del tutto esclusivo, senza che ci sia posto per l’ingresso di altri ragazzi . Poi, però, quando Hitler sale al potere e iniziano le prime ostilità razziali, il vento dell’odio finirà per travolgere quella che era stato un grande, sublime legame. Il ragazzino ebreo è inviato dai genitori negli Stati Uniti, nel timore, per nulla infondato, che le cose non possano che peggiorare, mentre il nobile, la cui famiglia e anche lui stesso sono filo nazisti, sparisce semplicemente dalla scena, tanto che Hans se ne ricorderà quasi per caso dopo una trentina di anni, allorché gli arriva una lettera proveniente dal liceo che aveva frequentato, in cui c’è la richiesta di un contributo per la costruzione di un monumento agli studenti scomparsi durante la seconda guerra mondiale e di cui allegano un elenco. Sono tanti, troppi, ma lui è indeciso se leggere temendo di trovare anche il nome di Konradin, poi si decide e…Non intendo andare oltre, lascio che sia il lettore a proseguire, perché ho un nodo alla gola e le lacrime agli occhi.
Uhlman è riuscito a scrivere un gioiellino, con uno stile misurato, mai enfatico, è stato capace di rappresentarci perfettamente la nascita di un’amicizia giovanile, che è in parte di infatuazione. Non ha mai spinto sull’acceleratore della facile commozione, ha tenuto lontana la retorica, è stato spesso di una semplicità disarmante, non disgiunta tuttavia da una capacità di scavare nell’animo dei protagonisti, il tutto supportato da una vena poetica che qua e là traspare.
Imperdibile.
Fred Uhlman non era uno scrittore di professione, in quanto faceva l’avvocato ed era pittore.
Ha lasciato ai posteri pochi esperimenti letterari fra cui il celebre romanzo breve “L’amico ritrovato”, l’unico realmente destinato alla pubblicazione.
Uhlman nasce nel 1901 a Stoccarda, città in cui frequenta il prestigioso liceo classico della città: l’Eberhard-Ludwigs-Gymnasium.
In seguito, dopo la prima guerra mondiale, intraprende gli studi in legge a Friburgo, Monaco di Baviera e Tubinga e, nel 1925, si laurea in legge. Tuttavia, a causa dell’insediamento nazista, non solo non può più esercitare la professione d’avvocato in patria, in quanto democratico ed ebreo, ma nel 1933 è costretto ad abbandonare per sempre il suo lavoro in legge.
Così a causa del crescente antisemitismo, Uhlman prende la decisione di fuggire dalla Germania e si trasferisce in Francia, dove prova a guadagnarsi da vivere come pittore, cercando di ammortizzare le spese facendo il mercante d’arte e il commerciante di pesci d’acquario.
Nel 1935, in Spagna, incontra la sua futura moglie, la studentessa inglese Diana Croft, figlia di un barone.
Nel frattempo, da autodidatta cerca di perfezionare la sua tecnica di pittura, cercando ispirazione nel fermento artistico parigino.
Nel 1936 si trasferisce in Inghilterra, dove si stabilisce con Diana.
Nel giugno del 1940, circa nove mesi dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Uhlman, insieme a migliaia di stranieri originari di paesi nemici, è confinato dal governo britannico sull’Isola di Man. Rilasciato sei mesi dopo, si riesce a ricongiungere con la moglie Diana Croft e la loro figlia, nata durante l’internamento.
Uhlman dopo la sua prima mostra personale a Parigi presso la Galerie Le Niveau nel 1935, a Londra, comincia a esporre alla Zwemmer Gallery nel 1938, cosa che segnerà l’inizio del suo successo artistico e lo porterà ad esporre regolarmente le sue opere in mostre personali e collettive in tutta la Gran Bretagna. Molto celebrata è la mostra presentata al Leighton House Museum di Londra nel 1968. Il suo lavoro è presente in molte importanti gallerie pubbliche, tra cui il Fitzwilliam Museum di Cambridge e il Victoria & Albert Museum di Londra.
Nel 1971 pubblica la sua opera più famosa di scrittore: il romanzo breve L’amico ritrovato (tit. orig. Reunion). Inizia così la cosiddetta “Trilogia del ritorno”, che comprende anche Un’anima non vile e Niente resurrezioni, per favore. Pubblica infine l’opera autobiografica Storia di un uomo ( tit. orig. The Making of an Englishman).
Decidendo di non fare mai più ritorno in patria, trascorre gli ultimi anni della sua vita a Londra.