Casa editrice: Brè Edizioni
Genere: Social-thriller
Pagine: 210
Prezzo: 14,00 €
“Archi di sangue” di Giuseppe Pantano è un social-thriller appassionante, ambientato in Sicilia, più precisamente a San Biagio Platani, negli anni sessanta e ottanta del Novecento e a Milano nella nostra contemporaneità. In alcune parti dell’opera vi è inoltre un interessante uso del dialetto siciliano stretto, che contribuisce a circondare la vicenda di un’atmosfera molto caratteristica. Nel romanzo si racconta della faticosa risoluzione di efferati delitti accaduti vent’anni prima, i cui colpevoli erano stati graziati perché le indagini erano state insabbiate dalla corruzione, dal malaffare e dagli interessi personali. Si parla di uomini arroganti e minacciosi, veri e propri mostri che si aggirano alla luce del sole; si parla però anche di vittime innocenti e di persone che credono sia giusto sacrificarsi per il bene comune. Sullo sfondo di una Sicilia gretta e meschina, ma anche terra di affascinanti e antiche tradizioni, e su quello di una Milano contemporanea in cui ancora accadono episodi di violenza di genere, si narra la storia di Caterina e Antonia, due donne che hanno conosciuto nella loro vita solo abbandoni e soprusi. Siamo a San Biagio Platani, ed è il 1963: Carmelo Rizzo, agricoltore, è sposato in seconde nozze con Concetta, che ha una figlia di sedici anni, Caterina, rimasta purtroppo incinta. Non si sa chi sia il padre e quindi è stata mandata dalla nonna con la scusa di doverla accudire, per non gettare disonore sulla famiglia. Caterina ha un enorme segreto che si porta dentro insieme al frutto di quella che sembra una violenza sessuale; le cose sono molto più complicate di quello che si crede, e porteranno a tanta sofferenza e a un crimine sanguinoso. Passa più di mezzo secolo e ci troviamo a Milano nel 2018: Antonia, cinquantacinque anni, si è accorta che da tre giorni un uomo la segue insistentemente. Non ha però molto tempo per pensare a questo accadimento, forse solo frutto di paranoia, perché Alberto, il suo compagno, si comporta in un modo sempre più violento a causa della sua dipendenza dall’alcool – «Lui l’aveva colpita con uno schiaffo facendole uscire un rigagnolo di sangue dal naso. Aveva pianto. Si era chiusa in bagno a singhiozzare. Non aveva fatto nulla per alimentare quel nervosismo, quell’acredine. Lei era stata sempre remissiva e accondiscendente. Era lui che era cambiato». Mentre cerca il modo di fuggire dalla sua penosa situazione, un passato sconosciuto bussa alla sua porta, e riporta alla luce segreti seppelliti da tempo, che esigono di essere rivelati.
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