Editoriale Sometti
Storia
Pagg. 280
ISBN 978-88-7495-128-0
Prezzo Euro 15,00
Un saggio storico di grande interesse
La pianura, con le montagne piuttosto lontane, non è mai stato il terreno ideale di una guerra per bande, ma ciò nonostante la Resistenza fu ben presente nei territori pianeggianti, fra i quali quello della provincia di Mantova e a chi, nelle più svariate forme diede il suo contributo, è dedicato questo libro di storia, scritto da Carlo Benfatti con rigore e senza ombra di retorica. In tutta sincerità ero convinto che i partigiani, a parte la sollevazione negli ultimi giorni di guerra, si fossero limitati ad attività di propaganda o anche a esecuzioni di fascisti e di nazisti meritevoli di questa fine per la loro crudeltà; non avevo mai pensato che ci fossero state delle vere e proprie battaglie, convinto che al più ci fosse stata qualche scaramuccia. Mi sbagliavo e solo grazie alla lettura di questo libro ho potuto avere un quadro esauriente di quel che in effetti fu la resistenza in provincia di Mantova, con il suo contributo di uomini caduti in battaglia o trucidati, non pochi, anzi purtroppo tanti. Il lavoro di Benfatti, sempre supportato da idonea documentazione, è stato molto organico, delineando le svariate forme di opposizione al nazi-fascismo, da quelle passive dei renitenti alla leva o dei soldati imprigionati nei lager dopo l’8 settembre 1943 che dissero no a un arruolamento nella Repubblica Sociale Italiana, nonostante le difficilissime condizioni di vita dietro il filo spinato, a quelle attive, cioè di coloro che imbracciarono le armi, compiendo sabotaggi e rendendo insicura l’occupazione. Fra queste due forme estreme ci sono poi quei cittadini che aiutavano i prigionieri a scappare, quelli che nascondevano soldati alleati ed ebrei, altri che osservavano e passavano notizie di carattere militare ad altri che le trasmettevano agli alleati. Tranne nel caso della resistenza passiva dei prigionieri dei lager, tutti gli altri commettevano azioni di ribellione punite duramente dall’occupante, che non esitava a torturare sperando in delazioni.
Quello che mi ha più colpito, però, è che i caduti, come ho già scritto tanti, siano stati in numero assai più rilevante nei giorni convulsi immediatamente prima e subito dopo il 25 aprile 1945, data assunta per convenzione come quello della Liberazione. Il motivo c’è, perché da un lato troviamo i partigiani che vogliono liberare il loro territorio prima dell’arrivo degli alleati e si tratta di gente che sovente ha un armamento inadeguato e poca esperienza, entusiasti assai, ma proprio per questo poco prudenti; dall’altro lato ci sono i nazisti in ritirata, che vogliono tornare in Germania, seguiti dagli irriducibili dei fascisti che desiderano ritagliarsi una parte in questo crepuscolo degli dei, in ogni caso truppe disposte a tutto, vendicative, cattive oltre ogni immaginazione, che desiderano portare con loro, nel rogo che li divora, quanti più nemici possibili. In quei giorni non si hanno vere e proprie battaglie, come quella di Monte Casale, ma scontri locali, in cui spesso vittime sono proprio i partigiani.
Delle diverse forme resistenziali, delle battaglie sostenute, di questi scontri di fine guerra Benfatti offre al lettore un’ampia narrazione, mai generica, ma sempre assai precisa, così che non sarà difficile per più di un mantovano trovare fra i combattenti, in particolare per quelli caduti, un parente, della cui morte aveva avuto una generica descrizione e che nel libro trova invece una sua precisa collocazione, con tanto di data, parte del giorno, del come avvenne.
Credo che La Resistenza della provincia mantovana abbia una completezza difficilmente eguagliabile e costituisca un testo indispensabile, in un’epoca in cui la memoria va accorciandosi, per sapere quante lacrime e sangue siano alla base della nostra libertà e democrazia.
Carlo Benfatti (Poggio Rusco, 15 marzo 1939) è uno storico, scrittore e giornalista, autore di libri che hanno per oggetto fatti ed eventi della provincia mantovana.