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Berretti Erasmus – Giovanni Agnoloni

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Fusta (Venezia, 2020)
pag.192
euro 15.90.

In prima battuta, conoscendo da tempo l’opera dello scrittore e traduttore Giovanni Agnoloni, nel ricevere la pubblicazione “Berretti Erasmus”, eravamo rimasti interdetti; ché, per essere estremamente chiari, o di lui non avevamo compreso niente oppure si trattava semplicemente di un’anomalia del sistema. E quindi, con le dovute e opportune calma e attenzione abbiamo compreso. L’autore necessitava d’un passaggio intermedio, di “viaggiare”, e non nell’accezione che vedremo più avanti, in un’altra terra di contenuti per la scrittura. Insomma Agnoloni aveva deciso di darci il suo “libro di viaggio”. E forse non a caso, il libro arriva dopo “Viale dei silenzi”, un “romanzo psicologico sulla ricerca del padre”, come lo definisce lo stesso autore. Epperò anche prima di “Internet. Cronache della fine”, edito più vicino a noi dal fidato marchio editoriale Galaad: “raccolta completa della quadrilogia distopica sulla società del controllo, pubblicata nei singoli volumi tra il 2012 e il 2017. Nel mezzo la bella notizia che l’opera del nostro è diventata punto focale d’una tesi di dottorato in corso all’Università di Danzica. Berretti Erasmus è, insomma, almeno apparentemente l’opera meno impegnata dell’autore. Ed ecco l’inganno. Perché questo romanzo intanto conduce sì nel mondo dell’Erasmus attraverso la narrazione d’episodi vissuti durante esperienze di studio, esplorazione e lavoro in Regno Unito, Olanda, Lituania, Irlanda, Polonia etc., però diventa la sperimentazione reale, la testimonianza più dura e cruda, diretta, che è necessario seguire ogni momento i bisogni delle domande interiori che c’assillano. Senza arrivare alla spicciola constatazione da scrivania dove ci diciamo come serve innanzitutto il viaggio interiore, la ricerca di sé. Qui, infatti, Giovanni Agnoloni facendo parlare luoghi e storie ci spiega che ulteriormente migliorativo mettere insieme il ‘guardarsi’ e l’esplorazione. Non a caso l’autore s’aiuta con alcuni punti di riferimento che tiene in vita durante gli spostamenti. La sua Firenze. Il padre. Un mondo di significati che corre in un romanzo fatto di svolgimento e relazione, appunto, con la solita analisi di se stessi. 

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