Intervista a Guerrilla Metropolitana
Dopo tre cortometraggi sperimentali horror di buon successo che contano visibilità e consensi in tutto il mondo, tanto da attirare l’attenzione di recensori americani, Guerrilla Metropolitana lancia il suo primo lungometraggio: THE CENSOR – A British horror tale of Real politics and social-moral code (in italiano IL CENSORE – una storia horror britannica di politiche reali e di codice morale – sociale).
Abbiamo avvicinato il regista per una breve intervista.
Un lungometraggio, dopo tre cortometraggi horror, sperimentali e inquietanti. Di che cosa parli nel tuo primo lavoro di ampio respiro?
Il tema di partenza è la censura inglese, per me la più oppressiva e oscurantista nel mondo occidentale. Il tema mi serve per approfondire un’analisi etica e morale nei confronti di chi la impone a un’intera nazione, per passare a un livello politico e fare un discorso mirato verso la classe dirigente britannica, contro il monopolio culturale, in una società molto divisa, come quella inglese.
Bersagli particolari?
Il primo è la Thatcher e la sua campagna anni Ottanta denominata Video Nasties, dove chiunque veniva preso con film di una determinata lista di titoli era arrestato e processato, secondo regole degne della più medievale caccia alle streghe.
Quali sono i tuoi riferimenti artistici? E quale credi che sia la cifra stilistica del tuo cinema?
Nel mio cinema l’espressionismo tedesco si mescola con la Pop Art di Andy Warhol e tanti altri stili, in un alternarsi frenetico tra riprese e fotografie delle varie sequenze. I miei lavori sono un vero e proprio orgasmo di follia visiva.
The censor ha avuto una lunga gestazione?
Questo film mi è costato un lavoro di circa sette mesi, estremamente complesso, frutto di una meticolosa ricerca sia sperimentale che del dettaglio, nonché di funzione narrativa, perché il film è quasi interamente senza dialoghi, cosa che è una mia caratteristica.
Come hai girato il film?
Ho girato l’intero materiale in più sessioni, di notte e di nascosto in location senza permessi, in puro stile guerrilla, come dicono gli addetti ai lavori, a temperature sotto i 10 gradi, rischiando l’assideramento e persino l’arresto, per i motivi che chi guarderà’ il film capirà. Ho realizzato un lavoro basato sull’esigenza di raccontare questa storia e di poter fare il film in un certo modo, con realismo cinematografico puro.
The Censor contiene un messaggio politico?
Il mio film, pur presentando un personaggio centrale di una certa destra particolarmente reazionaria, vecchio stampo, non è di carattere ideologico. Al contrario, mira esclusivamente a rappresentare un conflitto di classe sociale contro il potere sulla base di un rapporto di forza sproporzionato.
Se siete curiosi, non vi resta che vederlo: