Casa Editrice: Edizioni Pendragon
Collana: Melusina
Genere: Biografia
Pagine: 63
Prezzo: 14,00 €
“Viera. Un’italiana del ’23” di Paola Mattioli racconta la storia di una donna, la madre dell’autrice, che ha lasciato un segno profondo nel cuore di chi l’ha amata. Viera è nata nel 1923, e da giovane ha dovuto subire l’orrore della guerra; questa esperienza se l’è portata dentro fino alla fine dei suoi giorni, lasciando un velo di malinconia nel suo sguardo. L’autrice ha deciso quindi di omaggiare la sua coraggiosa ma anche fragile madre, e di permettere a noi lettori di conoscere una fase drammatica della storia italiana. Paola Mattioli delega alle parole della madre la narrazione delle sue vicende di vita: quest’opera è infatti una sorta di autobiografia inconsapevole, perché tutto nasce da un diario di Viera ritrovato dalla figlia dopo la sua morte. Paola ha deciso di pubblicare le memorie di sua madre e di aggiungere poco altro di suo pugno, per mantenere uno stile fresco e sincero, diaristico appunto, che fa sentire il lettore profondamente partecipe delle vicende della donna. L’autrice aggiunge inoltre delle fotografie d’epoca per far prendere ancora più famigliarità con la storia raccontata, ed effettivamente ci si sente molto vicini a Viera quando possiamo osservare il suo viso e quello delle persone che le erano accanto. È un viaggio intimo questo romanzo, uno sguardo gettato su una vita semplice che si è scontrata con la potenza devastante della guerra; un’opera emozionante che si legge tutta d’un fiato, che sa commuovere e che fa trascorrere delle ore piacevoli. Il romanzo si apre sull’infanzia di Viera in Romagna, per poi spostarsi a Bologna, dove la giovane affronta gli anni delle superiori; quando scoppia il secondo conflitto mondiale ha da poco trovato lavoro come telefonista, e improvvisamente la sua vita viene stravolta dal terrore e dalla precarietà. La famiglia di Viera deve lasciare tutte le comodità e i propri possedimenti per fuggire dalle bombe – «Cominciò una specie di Via Crucis. I bombardamenti, o per meglio dire gli aerei, cominciarono a sorvolare Bologna spingendosi anche fino in Romagna per fare voli di ricognizione; suonava così l’allarme e fu imposto il coprifuoco». Viera e la famiglia si spostano continuamente, cercando rifugio in case di amici e parenti, fino a che non sono costretti a vivere anche in una grotta, sistemata in modo da essere anti-granate. Sono momenti di grande paura, che Viera racconta senza filtri, e in cui si intravede l’estremo coraggio di una ragazza che si è fatta forza per gli altri ed è diventata il punto fermo della sua famiglia; un grande esempio, che merita di essere raccontato.
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