KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Dark Redeemer

6 min read

“Into the deep black” è l’album d’esordio della band bergamasca di genere death metal DARK REDEEMER, nata nel 2018 dalle ceneri degli Aleph, band di death metal progressivo con 4 album all’attivo tra il 2006 e il 2018. Nonostante gli ottimi riscontri ottenuti da fan e critica (riconoscimento di nuova band dell’anno 2006 su Metal Hammer) e nei live (palchi condivisi con band del calibro di Dismember, Necrodeath, Vision Divine e altri) i quattro deathsters decidono di sconvolgere le coordinate sonore della band: lo stile dei DARK REDEEMER è l’incontro tra l’impatto e il muro del suono del death metal svedese di fine anni ’80 – inizio ’90 (Grave, Dismember, Entombed) e la mentalità, le armonie e le strutture del Death americano coevo (Obituary, Morbid Angel, Immolation, Autopsy), passando per i grandi padri fondatori Celtic Frost, in un assalto sonoro molto “old school”, senza compromessi, che fa tesoro della lezione impartita dagli ultimi 20 – 30 anni di metal estremo. I DARK REDEEMER non lasciano respiro all’ascoltatore e lo trascinano in un possente vortice di violenza e malignità in musica e testi. Un ritorno al “Suono della Morte”, ora più diretto che mai e alleggerito delle divagazioni progressive che caratterizzavano la precedente incarnazione della band.

Uscirà il 24 settembre 2021 per la Blasphemous Records. Il cd contiene nove brani “vecchia scuola” descritti oscuri e violenti come in grado di soddisfare i fan di band quali Obituary, Morbid Angel, Autopsy, Dismember, i primi Entombed e Celtic Frost.

L’album sarà distribuito da Sleaszy Music (USA), Code 7 (Europa), Wormhole Death Japan, Fans and Bands (Messico), Egea Music (Italia) e attraverso tutte le piattaforme digitali.

I Dark Redeemer sono Dave Battaglia (voce e chitarre), Manuel Togni (batteria), Giulio Gasperini (tastiere), Antonio Ceresoli (basso).

Mazzarella Press Service

www.facebook.com/DarkRedeemerMetal/

Intervista

Davide

Ciao. “Into the deep black” è il disco d’esordio dei Dark Redeemer”, reincarnazione – se si può dire – degli Aleph. Perché dunque lo scioglimento di Aleph e questo cambiamento verso sonorità più pesanti e dirette rispetto alle precedenti “divagazioni progressive”? 

Dark Redeemer 

Ciao a te. Piacere, Davide pur io! 
Gli Aleph muoiono dando vita ai DR per l’esigenza di raccontare altro, in musica e parole. Ritenevamo dia aver detto quanto avevamo bisogno di dire nell’ambito Death-progressive: oltre a quel tipo di ascolti coltiviamo da sempre una grande passione per bands che approcciano la musica in modo diretto, dall’hard rock fino, appunto al Death Metal. E’ stato un processo molto semplice.

Davide

Chi è il redentore oscuro e cos’è l’oscura redenzione? Cosa c’è dunque di programmatico in questo nome dato alla band?

Dark Redeemer 

Ci piaceva l’idea di un personaggio, assolutamente negativo, ma convinto di rappresentare il bene e la giustizia. Il nostro, in particolare è lo zombie che vedi in copertina: un uomo di fede, ora lacero e decomposto che finalmente diviene esplicito nell’abbracciare la violenza per raggiungere i suoi “sacri” scopi.

Davide

Quali tematiche trattano i testi di questo lavoro e perché “nel più profondo nero”?

Dark Redeemer 

Trovi violenta satira social(e), vedi TMC e Christians, pedofilia&religione in Swallow the Cross, introspezione (Into the Deep Black), pandemie vecchie e nuove (Incubation) e testi orrorifico-cinematografici (Zombiemarch, Valley of Death).

Davide

La copertina mi ha ricordato tra l’altro l’incendio di due anni alla cattedrale di Notre-Dame. C’è una certa somiglianza tra le due cattedrali, quella di Notre-Dame appunto e quella riprodotta sulla copertina del vostro cd. E in primo piano uno zombie o qualcosa di simile eccetera. Cosa rappresenta per voi l’immaginario gotico e horror?

Dark Redeemer

C’e somiglianza ma non cercavamo di riprodurre Notre-Dame. Interessante, comunque: è molto importante quello che viene visto da chi non è interno alla band, crea visioni e punti di vista inaspettati, differenti. Che sono sempre un’ottima cosa. Tornando a noi: come dicevo prima è uno zombie, lo zombie di un uomo di fede che, come tutti gli zombie, diviene puro istinto di sopravvivenza, con tutta la violenza che ciò comporta. Il tema del “ritornante” (come si trova nel primo numero di Dylan Dog, mi pare) è incredibilmente affascinante, un individuo privato di tutta la sua storia, il suo raziocinio. Nel panorama horror è uno dei “tipi” che ci piace di più. In generale l’horror ci è di grande aiuto e ispirazione, ha spesso implicazioni ben più profonde di quanto non appaia (penso a Carpenter, a Craven, a Raimi…). Anche il gotico naturalmente è per noi di grandissimo fascino.

Davide

Tra “old school” e innovazioni del genere, quali sono le peculiarità dal punto di vista stilistico e tecnico intorno alle quali avete costruito e suonato questi nove brani?

Dark Redeemer

Credo che il disco sia unico per la commistione di elementi “classici” come il sound svedese (Entombed, Dismember) e l’andamento dei riff e di aspetti più tipicamente “Aleph” come strutture e armonie che fanno più riferimento alla scena Death statunitense. Abbiamo scelto con forza questo cambiamento, così radicale; allo stesso tempo abbiamo conservato la nostra mano compositiva. Perché ci piace da morire.

Davide

Nella vostra scelta di suonare musica estrema come il death metal c’è anche una certa visione del mondo e della vita (o della morte), e quale?

Dark Redeemer

Suonare metal, in generale, anche quello più semplice, è una roba molto profonda. Ma non per forza filosofica, è così e basta: è naturale che ascoltare Grand Funk o Immolation implica messaggi diversi (a me piacciono entrambi), ma lo realizzo sempre dopo, come uno stato d’animo: te lo senti addosso e cerchi di spiegartelo. Non il contrario.

Davide

Perché secondo voi il metal, soprattutto nelle sue forme più estreme, è soprattutto prerogativa dei paesi o delle terre più a nord (ad eccezione della Grecia), in Italia come nel mondo?

Dark Redeemer

Il suo essere, come diceva Dio in un’intervista, “bigger than life”, epico (il che giustifica la presenza della Grecia forse?)? In realtà non saprei, ho solo ipotesi più o meno fantasiose, come quella di poc’anzi. Anche la lingua madre ha la sua parte..in Nord e MItteleuropa Europa si parla da un buono a un ottimo Inglese, nei paesi mediterranei tendenzialmente meno. Questo credo incida. Così come il comune orizzonte culturale. Il metal, l’horror e la nostra stupenda religione, cattolica, protestante etc. sono strettamente legati. Molto strettamente.
In realtà il metal ormai si trova ovunque a quanto pare: ho letto un articolo recente del Post che ne parlava come la nuova “World Music”, in quanto le nuove tecnologie permetterebbero di essere continuamente ovunque e di attrarre i più giovani in contesti più difficili in cui il metal rappresenta ribellione, “redenzione” contro sistemi putrescenti, corrotti (Africa e Asia). Vedremo.

Davide

L’album sarà distribuito in molte parti del mondo: Europa, USA, Messico, Giappone… State dunque preparando una tournée internazionale benché questo brutto periodo per la musica e il mondo dello spettacolo in generale? 

Dark Redeemer

No. Vogliamo che la musica raggiunga più posti possibile. Non ci illudiamo di fare tour mondiali, anche se ci piacerebbe. Dopo questo anno e mezzo poi la difficoltà di fare musica in contesti decenti che rispettino chi suona la sua roba è cresciuta a dismisura.

Davide

Cos’altro seguirà?

Dark Redeemer 

Concerti, altri concerti, altre nuove canzoni.

Davide

Grazie e à suivre…

Dark Redeemer

Grazie Davide! 

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti