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Viaggio al centro della terra – Jules Verne

4 min read

Feltrinelli Editore
Narrativa
Pagg. 302
ISBN 9788807903472 
Prezzo Euro 9,00

Viva la fantasia!

Jules Verne e H. G. Wells posso giustamente essere considerati i fondatori del genere fantascientifico. Particolarmente prolifico è stato il primo, con una varietà di opere e di trame indubbiamente notevole, ma se Ventimila leghe sotto i mari e Dalla Terra alla Luna stupiscono per aver previsto con largo anticipo i notevoli successi in campo scientifico del genere umano, c’è un altro romanzo che costituisce un esempio di fantasia ben difficilmente concretizzabile in realtà ed è Viaggio al centro della terra. Perchè sia irrealizzabile è abbastanza evidente, viste le pressioni e le temperature che impedirebbero qualsiasi tentativo di giungere al nucleo terrestre, senza dimenticare che il progetto non rivestirebbe interesse economico.

In Viaggio al centro della terra si narra di un percorso sotterraneo effettuato da uno scienziato tedesco e dai suoi collboratori, un viaggio in un mondo che Verne lascia intuire che un tempo fosse invece in superficie.  

Adesso può far sorridere la descrizione di questo territorio inesplorato, soprattutto alla luce delle nostre conoscenze maturate, ma all’epoca in cui il romanzo uscì rappresentò un motivo di interesse notevole che giustificò ampiamente il grande volume di vendite. 

La fantasia di Verne ha dell’incredibile con un mondo sotterraneo dve c’è un vasto lago con funghi giganteschi e ci sono animali preistorici. Dato che lo scrittore francese ha sempre cercato di dare uno spunto scientifico alle sue opere è giusto ricordare che questo percorso viene fatto iniziare calandosi nel cratere di un vulcano, l’islandese Sneffels, e riemergendo poi nel corso di un’eruzione dello Stromboli (è evidente che sarebbe l’itinerario più logico, anche se occorre chiudere gli occhi sulle inevitabili nefaste conseguenze di una simile partenza, per non dire poi dell’incredibile arrivo). Il romanzo ancor oggi tuttavia rappresenta una buona lettura di evasione, tanto è vero che dallo stesso sono state tratte diverse pellicole cinematografiche.  

Jules Verne, scrittore francese (Nantes 1828 – Amiens 1905). Figlio primogenito di un avvocato, a lui spettava di proseguire la professione del padre. Ma fin da ragazzo rifiutava gli studi e si aggirava per la città e le banchine del porto, avido di racconti marinari e avventurosi. Il fratello Paul, più fortunato, potè seguire la sua vocazione e arruolarsi in marina per poi viaggiare, come aveva sempre sognato insieme a Jules. Questi invece, dopo una breve avventura – quando dodicenne riuscì a imbarcarsi su un mercantile diretto in America, venendo subito scovato, redarguito e rispedito a casa – venne mandato a Parigi per seguire gli studi di giurisprudenza. Ma il ragazzo non si applicava e questa negligenza incrinò presto i rapporti con il padre, che gli tolse la rendita mensile che gli serviva a sopravvivere: egli prese a trascorrere le sue giornate in biblioteca, per riscaldarsi e per poter leggere romanzi d’avventura e di viaggi. Aveva infatti promesso, dopo quella bravata sul mercantile, che non avrebbe più viaggiato, se non con l’immaginazione. Fu durante una di quelle lunghe giornate che, per puro caso, si imbattè in A. Dumas. L’aneddoto racconta che il giovane cadde addosso allo scrittore scivolando come un monello dalla ringhiera di una scala. Dumas lo prese in simpatia e lo introdusse nell’ambiente letterario. Nonostante l’innata attrazione per la letteratura scientifica e i diari di viaggi e d’avventura, V. cominciò a scrivere sceneggiature teatrali, commedie e libelli. Con l’aiuto di Dumas riuscì a vendere qualche lavoro e ottenne il posto di segretario al Théàtre Lyrique (1850). Scrisse anche libretti di “opera comique” con scarso successo. Nel 1856 sposò una ricca vedova, Honorine Anne Hebe-Morel, che risolse finalmente il problema della sua sussistenza economica. Nel frattempo concluse gli studi voluti dal padre e divenne agente di cambio. Il lavoro però non lo interessava affatto, mentre continuava ad alimentare la passione per la lettura. Frequentando i circoli scientifici conobbe Felix Tournachon, con il quale progettò dettagliatamente un viaggio in pallone. Fortunatamente non riuscì a salire su quel pallone, mentre il suo amico precipitò malamente dopo un breve volo. Da allora cominciò a scrivere il diario di bordo di quell’ipotetico viaggio. Il lavoro venne rifiutato da tutti gli editori a cui lo presentò, finché non lo propose a Jules Hezel, editore per ragazzi. Cinque settimane in pallone (Cinq semaines en ballon) venne pubblicato nel 1863 ottenendo una buona accoglienza e V. firmò un contratto per due romanzi all’anno; da allora ne scrisse 60, con straordinario successo. Non perse mai la passione per il teatro e si occupò della versione teatrale di alcuni tra i suoi romanzi più famosi. Si ritirò ad Amiens, dove divenne consigliere municipale e fu attivissimo cittadino. La celebrità gli procurò anche dei nemici: nel 1886 un pazzo gli sparò davanti al cancello di casa ferendolo a una gamba e rendendolo zoppo. Lo scrittore non si perdette d’animo e continuò a lavorare fin oltre i settant’anni.

* L’Enciclopedia della Letteratura (DeAgostini)

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