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Intervista con Silvia Donati & Nova 40

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VORTICE

Vortice’ è il nuovo album, prodotto dall’etichetta Irma Records, firmato Silvia Donati & Nova 40. Questo progetto nasce grazie all’entusiasmo di Riccardo Rinaldi (Ohm Guru) e Ninfa, che riuniscono eccellenti musicisti per dar vita a un disco concepito a cavallo fra l’acustico e l’elettronico, ricco di marcate colorazioni jazz, latin jazz brasiliano (principalmente bossa nova e samba). Un lavoro corale che vede Massimo Greco in qualità di compositore e arrangiatore, oltre che alla tromba, con il suo suono riconoscibile, nei brani ‘Manter a Calma’,  ‘Sim ou Não’, ‘Wide’ e ‘Sampinho’; Maurizio Piancastelli (tromba in ‘Fale Claro’); Alessandro Meroli (flauto in ‘Fale Claro’, flauto e sax baritono in ‘Sim ou Não’, flauto in ‘Sampinhoe in Apaixonada’, sax baritono in ‘Toda Colorida’); Massimo Zanotti (trombone in ‘Sim ou Não’, ‘Toda Colorida’ e ‘Sampinho’); Giancarlo Bianchetti (chitarra), Christian Lisi (contrabbasso) e Roberto Rossi (batteria, percussioni, voce in ‘Parece Vortice’ e coautore di ‘Fale Claro’, ‘Xeque Mate’ e ‘Sampinho’), formazione impreziosita dagli ospiti Nelson Machado (voce in ‘Sim ou Não’) e dalle coriste Barbara Giorgi e Monica Dardi in ‘Sim ou Não’.

Silvia Donati, nata a Bologna, inizia a cantare grazie ad un’innata passione per la musica “nera”, prima lavorando con gruppi funky e rhythm’n’blues, poi approdando al jazz attraverso la partecipazione ad alcuni workshops: Barry Harris, Art Taylor, Rachel Gould, Horace Parlan. Collabora stabilmente con il quintetto di Marcello Tonolo “Music on Poetry” con il quale ha inciso i CD “Days” e “Seed Journey” con composizioni originali scritte rispettivamente su poesie di Philip Larkin e Gregory Corso. Ha cantato in varie formazioni con alcuni tra i migliori artisti italiani tra cui Danilo Rea e Jimmy Villotti. Appassionata da anni di musica brasiliana ha collaborato come cantante ed autrice di testi ad un progetto discografico di Nicola Stilo con special guest Toninho Horta. Nel 2018 è voce solista e autrice dei testi per l’album di Andrea Dessì “Non vivo più senza te”, ricevendo il plauso della critica. 

Intervista

Davide

Ciao Silvia. Grazie per questo vostro bellissimo disco. La prima domanda che mi è sorta spontanea è stata: ma Silvia Donati è dunque brasiliana/portoghese di origini italiane o italiana e basta? La pronuncia è perfetta, ma anche il modo che hai di cantare in brasiliano/portoghese, di farne samba, samba canção, bossanova, ma anche altri ritmi e generi latini come in “Toda Colorida”… Ci racconti questa tua passione per la musica brasiliana e come sei arrivata al progetto di questo “Vortice” (da pronunciare “vòrcisi”, se non sbaglio) e alle sue 11 scintillanti canzoni?

Silvia

Ciao Davide, grazie a te per i complimenti… no, guarda, sono bolognesissima, altro che italiana.. ahah, scherzo. Devo dire che la porta si è aperta con Chico Buarque. Per molti anni, frequentando la “jazzitudine”, ero venuta in contatto con le cose più famose di Jobim e João Gilberto, poi un giorno Giancarlo Bianchetti mi fece sentire delle cose di Chico Buarque e da lì sono impazzita… in senso buono… ore davanti allo stereo per capire la pronuncia e il significato dei testi… e poi tutto quel mondo che ti si riversa addosso… ah, bellissimo!

Il progetto del disco in realtà non parte da me, ma da una sera a Marina di Ravenna dopo aver suonato, in compagnia di Ricky Rinaldi e Ninfa (quelli che poi sarebbero diventati i produttori del disco)… sai, la brezza, una birretta fresca, il mare e i piedi nella sabbia… e in sottofondo Jorge Ben e Gilberto Gil che fanno questa bellissima versione di “Filhos de Gandhi”… ecco, ci siamo detti, perché non ricreare quest’atmosfera di rilassatezza e benessere?

Davide

“Vortice” è un disco complessivamente solare e gioioso, raffinatamente lieve, il che non è poco di questi tempi bui e grevi e anche piuttosto grezzi. Com’è stato il tuo ultimo anno e quali cambiamenti auspichi o temi per il futuro, specialmente nel mondo della musica, dell’arte in generale e dello spettacolo?

Silvia

Il mio ultimo anno è stato sospeso in una bolla, come per molti miei amici, e ancora non se ne vede la fine… non so, lo streaming non mi sembra la soluzione… si snaturerebbe il concetto di musica (o più generalmente di spettacolo) DAL VIVO… non credi? La magia che si crea quando qualcuno è su un palco e qualcun’altro lo vede e lo ascolta è impagabile, proprio perché è fatta da quel momento di scambio, unico e irripetibile… Quindi spero che semplicemente questo periodo infame passi e l’esigenza della gente di stare con la gente abbia la meglio… in quanto umani ne abbiamo veramente bisogno.

Davide

Di cosa parlano i testi? C’è un tema generale più ampio che li attraversa e li collega? Cos’è il “vortice” che le racchiude?

Silvia

Il vortice è la mescolanza di colori e di suoni che a volte ha un potere inebriante, a volte i colori sembrano suoni e i suoni colori, tutto si confonde e tutto torna chiaro in un gioco un po’ psichedelico… di questo più o meno parla Parece Vortice, il primo brano, praticamente la title track. Le altre canzoni rispecchiano un po’ le cose della vita, il conflitto scherzoso in Sim ou não, l’augurio di una vita di musica per Diego (figlio mio e di Roberto Rossi) in Sampinho, il riscoprire piccoli piaceri (il sorriso di un bambino, un limone al sole, le nuvole che sembrano un esercito di cotone, ecc.) in Apaixonada…insomma, un microcosmo in movimento.

Davide

Quali sono state le cantanti che ti hanno più stimolata e indotta a intraprendere il canto? Quali le più belle voci e interpreti dal tuo punto di vista? 

Silvia

Beh, posso dire che le ragazze del mio cuore sono sicuramente Billie Holiday, Carmen McRae, e Elis Regina, ma mi sono appassionata per moltissimi altri e ancora adesso quando sento Stevie Wonder o Bill Withers vado in solluchero (che parola antica… ahaha), o la voce da seduttore di João Bosco, o il velluto di Nat King Cole e Edu Lobo, o l’energia di Aretha Franklin, la perfezione di Bobby Mc Ferrin, lo swing di Jon Hendricks e Sinatra e Ella e Anita O’Day… aiuto, non finisco più…

Davide

E gli autori (o autrici?)

Silvia

Su tutti direi le canzoni di Chico Buarque… per completezza, per il perfetto rapporto tra testo e suono delle parole… come dicevo prima il portoghese l’ho un po’ imparato grazie ad ore ed ore davanti allo stereo ad ascoltarlo, ad imitare il suono, a capire il senso, ad addentrarmi un po’ nella lingua attraverso le sue immagini..
Ma anche tanti altri: Jobim, Gil, Monk, Billy Strayhorn… e anche qui la lista si potrebbe allungare all’infinito.
E poi c’è Coltrane, ma questa è un’altra storia

Davide
Tra le funzioni più importanti che la musica assolve sul piano sociale, quella comunicativa riveste un ruolo cruciale, ma scarsamente esplorato fino ad oggi. Tale funzione consiste nella capacità,  propria della musica, di metterci in sintonia con l’ambiente, con gli altri, con noi stessi. Prima di qualsiasi altra cosa, la musica ci fa sentire che siamo vivi e che non siamo soli (G. Greco, R. Ponziano, Musica è comunicazione, 2007). Cos’è per te la musica sul piano sia personale, sia sociale e comunicativo?

Silvia

Ti rispondo attraverso le parole di Nina Simone, tradotte magari malamente, ma il significato è quello: “Non abbiamo altro scopo, per quanto mi riguarda, che riflettere il nostro tempo, le situazioni intorno a noi e le cose che sappiamo dire con la nostra arte, le cose che milioni di persone non sanno dire. Penso che questa sia la funzione dell’artista e, naturalmente, chi di noi è così fortunato, lascia un’eredità che sopravviverà quando non ci saremo più”.
Io mi considero più artigiana che artista, ma ugualmente offro il mio sguardo sul mondo e sulla vita, magari le mie cose non sopravviveranno, ma in qualche modo sono servite a chi le ha apprezzate, anche se solo per un momento, e questa credo sia comunicazione.

Davide

“Cantare è più che ricordare, più che vivere, più che sognare”, disse Caetano Veloso. Cosa sono invece per te il canto e la voce?

Silvia

La medicina. Già concentrarmi nello studio a volte mi procura un piacere come volare… no, non faccio vocalizzi, ma canto… da sola, al piano, sugli Aebersold, e subito mi sento meglio, più energia, più lucidità, meno magoni… ecco perché mi cura. Credo sia perché nel cantare coinvolgi tutti gli organi, la cassa di risonanza è tutto il corpo e quindi c’è un rapporto super diretto tra mente e corpo o, per restare in argomento, tra Body and Soul…

Davide

Veniamo ai “Nova 40”. È un riferimento al “bossa nova” da una parte, e invece il “40” dall’altra? Il “quaranta” è un numero che ricorre spesso nella Bibbia per indicare un periodo di tempo di prova e isolamento o purificazione (dal Diluvio Universale al viaggio fino alla Terra Promessa, dai 40 giorni nel deserto di Mosè a quelli di Gesù e avanti), così ho pensato, ma sicuramente ero fuori strada (colpa dell’ultimo lungo periodo di prova per tutti).  Perché dunque Nova 40?

Silvia

Fantastica interpretazione!! Ma in realtà è più semplice: nova naturalmente viene da bossa nova e il 40 sono i gradi che raggiunge Rio de Janeiro in estate… ahah, mi dispiace per la banalità!!

Davide

Ci parli dei musicisti che hanno preso parte a questo lavoro? Come avete lavorato insieme, che tipo di sintonia si è stabilita, intorno a quali “valori” primari e a quali “frequenze” ideali?

Silvia

L’atmosfera è stata di grande collaborazione, dallo scrivere i brani all’esecuzione, del resto ci conoscevamo tutti da tempo, avendo condiviso vari palchi o altre produzioni. Quindi ti posso dire che i “valori” erano libertà e rispetto e le “frequenze” serenità e relax… è stato davvero un lavoro corale.
Il primo da citare è sicuramente Roberto Red Rossi con cui oltre che disco e molta musica in generale condivido anche la vita e un figlio. Di grandissima importanza il lavoro di arrangiamento delle parti orchestrali di Massimo Greco oltre che al suo apporto alla tromba, poi i compari di tante “battaglie” Giancarlo Bianchetti alla chitarra e Maurizio Piancastelli alla tromba e l’arrangiamento di “Fale claro”. A completare la rosa Cristian Lisi al basso, Alessandro Meroli (con cui eravamo anche compagni di liceo) al flauto e sax baritono e Massimo Zanotti al trombone. Mi piace anche ricordare Nelson Machado alla voce e Barbara Giorgi e Monica Dardi ai cori su Sim ou não.

Davide

Nell’ultima traccia, “Holland”, arriva anche l’inglese… “Is there anybody out there?” rimanda, volenti o nolenti, alla canzone dei Pink Floyd da “The Wall”. Ed è questo un tempo in cui si stanno costruendo e ricostruendo muri, culturali e di fatto, un po’ ovunque nel mondo, anche in Europa, la cui lezione del Muro di Berlino evidentemente è stata già dimenticata. Di cosa parla “Holland” e perché stai chiedendo se c’è qualcuno là fuori, fuori da quale tuo dentro?

Silvia

Si, l’ispirazione è proprio quella Pinfloydiana. L’idea era quella di dare il senso di isolamento che si ha ad essere da una parte del muro… quale non fa differenza, è la separazione che ferisce… come in questo delirio pandemico…
Però ti devo confessare una cosa: la voce che senti è la voce guida priva ancora del testo completo! È successo che in fase già avanzata del lavoro si è persa la voce buona, chiamala fatalità, ed invece di registrarla di nuovo abbiamo tenuto la voce guida incompleta perché aveva a nostro avviso un bel suono e una bella personalità aldilà delle parole… non so, forse non si dovrebbe fare, ma nella “mistura” ci sta anche questo, secondo me. Infatti il significato passa lo stesso, forse proprio per la potenza evocativa della prima frase.. 

Davide

Cosa seguirà?

Silvia

Ho diverse cose che sto portando avanti da un po’ di tempo parallelamente e quando si potrà ricominciare ad incontrarsi vedremo di svilupparle e dar loro forma completa… come dei bravi artigiani!

Davide

Grazie e à suivre…

Silvia

Grazie a te!

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