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Intervista con Kaouenn

8 min read

Kaouenn – Mirages
Atypeek Music / Beautiful Losers / Bloody Sound Fucktory / Ph37 SoundLab
LP 12″ / Digital – Febbraio 2021

Mirages è la seconda prova sulla lunga distanza di Kaouenn, dopo l’esordio omonimo del 2016. Quasi cinque anni segnati dal trasferimento in Francia, nuovi incontri, ripetuti cambiamenti ed intime evoluzioni dell’autore: migrazione e maturazione.
I “miraggi” di Kaouenn raccontano di una vita nuova vissuta per la maggior parte oltralpe ma, idealmente, molto più a sud dell’Europa; di un’anima nomade che si è lasciata sedurre e arricchire da ogni nuovo incontro; di un’eterna dicotomia tra opposti, vera cifra della sua stessa esistenza. In immagini: deserto e giungla, praterie, galassie, montagne e profondità marine, fuoco e gelo (“Tomm” e “Yen” in bretone). Luci ed ombre, come quelle esperite sul campo in questi anni, tali da suggerirgli che certe prospettive sono tanto allettanti quanto a volte ingannevoli, riducendosi a mostrare il lato illusorio e utopistico del sogno.
Afferma l’autore: “Negli ultimi anni mi sono confrontato con numerose nuove realtà e culture: quella basca del Sud-ovest, fiera ed accogliente, quella del Sud-est più individualista, passando per amicizie con musicisti cresciuti in Sud America. È stato un privilegio. Il più delle volte, ne sono rimasto assolutamente affascinato, altre deluso. Un’idea di trasferimento nata come una spinta verso la libertà, sorretta da un entusiasmo che a volte si rivela essere proprio come un miraggio: evanescente”.
Otto brani cinematici che fluttuano, multiformi, nella contrapposizione tra elementi elettronici e acustici, con un marcato utilizzo di percussioni, chitarre al delay e una voce a mo’ di strumento sullo sfondo. Una tavolozza di colori e suggestioni decisamente allargata rispetto al precedente full-length, ma sempre all’insegna della personale sperimentazione e dell’ibridazione tra generi (rock, world music, elettronica, ambient), una sorta di “hypnagogic imagined South” nel solco di certa psichedelia contemporanea e non (Can, Popol Vuh, Ninos du Brasil, Indianizer, Peaking Lights, The Lay Llamas, C’mon Tigre).
Inoltre, ciliegina sulla torta, in Mirages Kaouenn ha il privilegio di ospitare artisti molto stimati e dalla sensibilità affine come Above the Tree e Sara Ardizzoni (Dagger Moth / Massim o Volume / Cesre Basile e i Caminanti), che hanno donato un contributo importante alla riuscita del lavoro.
Mirages esce in vinile e digitale per la cordata di etichette italiane e francesi Atypeek music (Lione), Beautiful Losers (Venezia), BloodySound Fucktory (Jesi, AN) e Ph37 Soundlab (Nizza).
Kaouenn (“gufo” in bretone) è l’alter ego di Nicola Amici, musicista poli-strumentista nato e cresciuto a Jesi (AN) e attualmente espatriato a Nizza. Già chitarrista e sassofonista di Butcher Mind Collapse, Lebowski, Jesus Franco & The Drogas e componente del neonato trio elettronico Barabba, il solo -project Kaouenn debutta nel 2016 con l’omonimo album che viene ben accolto dalla critica europea consentendogli di esibirsi in Italia, Francia, Belgio e Svizzera. Alla base c’è l’esigenza di intraprendere un viaggio in territori ancora inesplorati, contando sul proprio istinto e spirito autarchico di sopravvivenza. Sulla scena si è catturati da un’esperienza multisensoriale e ipnotica, basata sulla performance musicale e visiva, con un approccio obliquo tra generi: psichedelia, world music, kraut-rock, elettronica e ambient.

Tracklist

Side A: “TOMM” Psychic Nomad / Immaterial Jungle / Reachin’ the Stars / Mirage Noir (feat. Above the Tree)

Side B: “YEN” Into a Ring Fire (bonus track on vinyl only) / Indina / Flood of light / K2 (feat. Sara Ardizzoni)

Kaouenn: chitarre, basso, synth, organo, xaphoon, sax, voci, samples, programming.

Above the Tree: chitarre addizionali in “Mirage Noir”

Sara Ardizzoni: chitarre addizionali in “K2”

www.kaouenn.com
www.facebook.com/kaouenn.musique
www.instagram.com/kaouenn.musique
www.youtube.com/channel/UCvsdMfwcLn9p2kW8Dg9iu5Q
https://youtu.be/0AFvrhv88Ps (video: Reachin’ the stars)

Comunicato stampa di Peyote Press.

Intervista

Davide

Ciao Nicola. Cinque anni fa è nato il tuo progetto solista “Kaouenn”. Cosa in particolare differenzia e caratterizza la musica di Kaouenn rispetto ad altri tuoi progetti o gruppi, cosa affidi in particolare a Kaouenn?

Nicola 

Ciao Davide. Kaouenn nasce per esplorare certe sonorità elettroniche che, fino a quel momento, avevo poco battuto come musicista. Allora ero – ed ero stato – parte di band dall’approccio decisamente “rock” nella più ampia accezione del termine: Butcher Mind Collapse, Lebowski, e Jesus Franco & The Drogas, ogni progetto con una propria identità ben precisa e personale, sempre all’insegna della rielaborazione di punk, post-punk, garage, no wave, ecc.
Kaouenn ha rappresentato sin da subito per me una doppia sfida, sia sul piano della composizione – trattare il linguaggio elettronico era, quindi, una cosa inedita per me, così come confezionare brani dall’inizio alla fine, senza un confronto coi miei compagni di band – che della produzione – ho investito nell’apprendimento delle tecniche di registrazione e mixaggio per essere indipendente anche da quel punto di vista.

Davide

Simbolo di saggezza o di chiaroveggenza, della protezione astrale, cosa rappresenta per te il gufo?

Nicola 

È un simbolo esoterico che si ritrova in tantissime culture del mondo e ad esso viene dato, di volta in volta, valenze differenti, perfino contrapposte in certi casi. L’ho scelto, a mo’ di “totem”, per varie ragioni: in primis è un animale della notte e la musica che stavo componendo allora era molto “notturna”, quasi “crepuscolare”, tanto nel sound quanto nei contenuti testuali. Inoltre, ero rimasto ammaliato dal sonetto “I Gufi” di C. Baudelaire, contenuta ne “Les Fleurs du Mal”: alla vigilia di un cambio di vita importante per me, come quello di emigrare all’estero, l’ho trovata un fulgido monito su cui riflettere. Contiene temi come l’opposizione tra l’uomo ebbro e il saggio, la dialettica notte e giorno, moto e staticità. L’ho anche musicato, proprio nel primo album, nel brano “Les Hiboux”. Il gufo mi è sembrato, quindi, perfetto per simboleggiare il mio percorso solista.

Davide

Come sono nati questi tuoi brani, attraverso quali idee, quali ricerche, quali metodi e obiettivi?

Nicola 

È stato subito dopo il tour che ha seguito l’album d’esordio, quindi dal 2018, che ho iniziato a lavorare a queste nuove composizioni. Avendo fatto tesoro delle esperienze live, il primo obiettivo  per il nuovo album era di tendere ad un arrangiamento più minimale, vera croce e delizia per un amante dei dettagli “da terzo ascolto” come me. Credo di essere uno dei pochi che non si è fatto mai convincere al 100% dal motto “less is more”: personalmente trovo molto più realistico un “less is less, but…”. Ad ogni modo, lo sforzo in questo senso c’è stato. Così come ho cercato di lasciare più spazio all’istinto: se Kaouenn nasce con l’idea di mettere l’elettronica – tanto ritmica che atmosferica – al centro del sound, in questi brani viene messa al centro la componente psichedelica della musica, declinata da chitarre acide di estrazione rock, fiati con delay infiniti, e ritmiche ossessive di percussioni. Sicuramente un’ispirazione che è venuta anche dalle nuove conoscenze che ho fatto in Francia negli ultimi tempi e da certi ascolti che mi hanno accompagnato da quando mi ci sono trasferito.

Davide

Perché i due lati hanno titoli diversi, perché cioè TOMM e perché YEN, fuoco e gelo?

Nicola

Sottolinea la dicotomia degli elementi in gioco. Queste contrapposizioni fanno parte tanto della mia musica, quanto della mia stessa anima. Inoltre, sottolineano alcune sfumature dei brani in scaletta: quelli del lato A (tomm) hanno sonorità più “calde” di quelli del lato B (yen), più “freddi”.

Davide

Anche i tuoi ospiti Dagger Moth (Sara Ardizzoni) e Above the Tree (Marco Bernacchia) sono due progetti musicali solisti. Come descriveresti questo peculiare incontro tra “solitari”?

Nicola

Credo che la solitudine, in musica, sia spesso figlia della contingenza e del pragmatismo, prima che espressione caratteriale tout court. Ho proposto questa collaborazione a loro proprio per la grande stima che nutro per entrambi: ottimi musicisti dotati di grande sensibilità. I loro progetti in solo sono ben più longevi e riconosciuti del mio e, non lo nego, mi hanno sicuramente influenzato. Però, nonostante i punti di contatto, credo che ciascuno dei tre mantenga la propria personalità ben distinta e riconoscibile. I loro contributi a “Mirages” sono stati superlativi, non potevo chiedere di meglio!

Davide

Creazione e diffusione della musica in epoca di pandemia: quali prospettive? 

Nicola

Bella domanda. Sinceramente, con gli anni ho smesso di farmi troppe domande sull’opportunità o convenienza di un’uscita in un determinato momento storico. Alla fine la nostra vita ha limiti temporali indecifrabili e, se sento che è tempo di far uscire un nuovo lavoro, mi organizzo per farlo nel migliore dei modi per quelle che sono le mie possibilità in quel momento. Con la pandemia in corso dovrò necessariamente affrontare una situazione sfavorevole per i concerti nei prossimi mesi. Sebbene abbia la consapevolezza della loro centralità nel percorso di crescita di un progetto artistico, per me rimane comunque più importante la fase creativa. In ultima analisi, l’esigenza di ricerca e d’espressione in musica è più forte rispetto a tutto il resto, quindi, con gli anni che passano, sono sempre più centrali le intenzioni rispetto alle prospettive.

Davide

C’è molto spirito krautrock in “Mirages”, specialmente quello dalle derive più cosmiche. Cosa in particolare senti di avere ereditato da quella geniale e multiforme scena musicale?

Nicola

Grazie Davide, per me è un grande complimento. Da sempre cerco di portare avanti un modo di fare musica che si distacca dai canoni che vanno per la maggiore. Del krautrock mi affascinano moltissimo le ritmiche motorik ipnotiche, quel senso di circolarità, e l’utilizzo importante che si fa del delay, uno degli effetti che più mi fanno viaggiare di fantasia quando lo ascolto. Ecco, forse ciò che ambisco ad ereditare da questo genere è proprio la capacità di far viaggiare l’ascoltatore con la mente.

Davide

Jean Paul scrisse che la musica è il chiaro di luna nella notte cupa della vita. Cos’è invece per te?

Nicola

Questa è un’ottima definizione, mi piace! Per me è il mezzo privilegiato per mettermi alla prova e per assistere, di tanto in tanto e coi miei limiti, a quell’emozionantissimo processo che si chiama “ispirazione” o “stato di grazia” o “miracolo creativo”. Mi rimette in pace con l’universo e, alla fine, credo sia quanto di più alto l’uomo possa realizzare su questa terra.

Davide

Cosa seguirà?

Nicola

Sicuramente qualche nuova collaborazione che è già nell’aria: un remix di un brano di un artista veneto che stimo. Inoltre, vorrei far uscire già qualcosa di nuovo dopo l’estate: senza troppo assillo, ma sono determinato a farlo.

Davide

Grazie e à suivre…

Nicola
Grazie a te!

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