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Okiya

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gioco per due persone
Autore: Bruno Cathala
Editore: Blue Orange Games (www.blueorangegames.eu)

Tutti conoscono il gioco del tris e, fino ai cinque anni di età, possono trovarlo interessante, per cui è comprensibile come siano stati creati tanti altri giochi che ne riprendono il concetto principale, ovvero arrivare alla vittoria cercando di disporre in una fila le proprie pedine; per forza di cose si tratta di giochi fondamentalmente astratti, anche se, come nel caso di questo titolo, gli è stata data un’ambientazione esotica per renderlo più accattivante. Ed oltre all’ambientazione orientale, evidente fin dalla geisha che vediamo sulla scatola, leggiamo nell’introduzione del regolamento che i giocatori interpretano i ruoli di due potenti famiglie, nel loro tentativo di ottenere il favore dell’Imperatore “piazzando” le loro protette nei giardini imperiali. Fortunatamente l’ambientazione è servita, più che per renderlo plausibile, per dare al gioco un aspetto veramente piacevole, ma vediamo nel dettaglio le (semplici) meccaniche…
La scatola è molto compatta (tascabile, se avete le tasche un po’ grosse), e contiene:
-tessere di cartoncino,
-il regolamento (in varie lingue).
I materiali variano molto tra un’edizione e l’altra: nel caso della Blue Orange abbiamo delle tessere di cartoncino spesso (quadrate quelle del giardino, rotonde quelle dei giocatori), mentre in quella della Pegasus Spiele le tessere sono sostituite da carte quadrate, e c’è anche una versione (dove il nome del gioco diventa “Niya”) con i pezzi dei giocatori in resina, piacevoli da vedere e soddisfacenti da maneggiare (e contenuti in una scatola di metallo). In tutte le edizioni la grafica utilizzata è sempre molto bella, e ricorda quella delle carte Hanafuda (carte tradizionali giapponesi), ognuna delle sedici tessere del giardino riporta le combinazioni di due elementi, presi da due insiemi di quattro tipologie ognuna, abbiamo quindi le piante: foglie d’acero, rami di ciliegio, rami di pino e iris; e i simboli poetici: il sole nascente, gli uccelli, le nuvole di pioggia e i tanzaku (i bigliettini che vengono appesi agli alberi sui quali i giapponesi scrivono i propri desideri o le proprie preghiere); abbiamo quindi ad esempio una tessera con le foglie d’acero sotto la pioggia, oppure un tanzaku appeso ad un ramo di ciliegio. In ogni caso il gioco è indipendente dalla lingua, e basta conoscere le poche regole per poter giocare.
La preparazione è praticamente istantanea, si mischiano le tessere giardino e si piazzano in un quadrato di quattro tessere di lato, ogni giocatore prende le tessere del proprio colore e il giocatore più giovane può iniziare scegliendo una tessera tra le dodici esterne, metterla a lato, e sostituirla con una delle proprie tessere, dopodiché passa il turno.
A turno ogni giocatore deve prendere una tessera tra quelle rimaste, con il vincolo che deve avere un elemento in comune con la tessera precedente (quindi, ad esempio, nel secondo turno ci saranno sei possibilità), e sostituirla con una propria tessera. La partita procede in questo modo fino a quando non si verifica una delle tre condizioni che fanno vincere la partita:
-si riescono ad allineare quattro delle proprie tessere in una linea orizzontale, verticale o diagonale,
-si riescono a piazzare quattro delle proprie tessere in un quadrato due per due,
-l’avversario non riesce a fare una mossa valida, perché non ci sono più tessere con un elemento in comune con l’ultima che è stata scelta.
Ed infine, nel caso in cui entrambi i giocatori riescano a piazzare tutte le loro tessere, la partita finisce in parità.
In alternativa alla partita singola si può giocare al meglio di tre partite, oppure conteggiare un punto per ogni tessera giardino rimasta e dare questo punteggio al vincitore, ed infine attribuire il titolo di vincitore assoluto a chi raggiunge per primo un certo numero di punti (ad esempio dieci). In effetti la semplicità del gioco implica che il primo giocatore abbia un certo vantaggio, per cui conviene giocare più di una partita alternandosi come giocatore iniziale, e con l’obiettivo del punteggio, più che al meglio delle tre partite.
Come vedete le regole si spiegano in due minuti, per cui è un gioco adatto veramente a tutti, ed una partita difficilmente dura più di un quarto d’ora; dato che la fortuna è assente e tutti gli elementi sono noti fin da subito, la durata è direttamente collegata alla capacità dei giocatori di analizzare le possibilità, e a quanto si vogliono spingere in profondità nell’albero delle scelte.
E su BoardGameGeek sono state proposte le regole per giocarlo in solitario, con un avversario automatico: si sorteggia casualmente (lanciando due dadi) la tessera che l’avversario prende come prima mossa (quindi ovunque, non solo sui bordi), poi tocca al giocatore umano; d’ora in poi se l’avversario ha a disposizione più di una mossa prenderà sempre la prima tessera (in ordine dall’alto verso il basso, da sinistra verso destra), eccetto quando dovrà bloccare una vittoria certa del giocatore umano. Pur non essendo regole che lo fanno diventare un giocatore infallibile, si tratta di un meccanismo semplice da attuare, che può essere utile come allenamento per studiare le varie situazioni di gioco.
Se state cercando un gioco semplice, per due persone o per un solitario, dal costo estremamente contenuto, che si può giocare ovunque e con tempi minimi di preparazione, questo gioco è sicuramente consigliato; a maggior ragione se non disdegnate l’ambientazione, e se volete convincere qualcuno che anche il tris può essere fonte di ispirazione per costruire qualcosa di nuovo.

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