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Km 123 – Andrea Camilleri

5 min read

Arnoldo Mondadori Editore S.p.a.
Narrativa romanzo
Pagg. 154
ISBN 9788804716372
Prezzo Euro 15,00

Un romanzetto solo discreto

Con Km. 123 ho ritratto l’impressione che si sia grattato sul fondo del barile, perché la feconda capacità creativa di Camilleri ha necessariamente un limite. Anche in questo caso si tratta di un giallo, per quanto atipico, ma che presenta a sprazzi le ben note caratteristiche dell’autore, capace di inserire un sottofondo di ironia di fronte a vicende che sono indubbiamente tragiche. E per non smentirsi Camilleri ha imbastito con Km. 123 una intricata storia di corna e controcorna, aspetto che prevale sulla vicenda poliziesca determinando gli accadimenti delittuosi. Pare proprio che a quel chilometraggio dell’arteria che porta da Roma al nord accadano cose strane, come che un’auto di grossa cilindrata speroni volontariamente una piccola Panda, facendola volare giù dalla scarpata e provocando gravi ferite al conducente. Alcuni giorni dopo però, sempre allo stesso chilometraggio e in fondo alla scarpata, viene ritrovato un SUV con a bordo il cadavere di una donna, una disgrazia che può far pensare a un incidente o, alla luce dei personaggi interessati, a un suicidio. Non aggiungo altro della trama, in verità un po’ intricata, per non togliere quel poco di suspense offerta dal romanzo, in cui abbondano i dialoghi, anche un po’ troppo. Km. 123 è indubbiamente un’opera minore di Camilleri, sia come struttura, un po’ debole, che come esposizione, esclusivamente in italiano, ma povera di descrizioni. Nonostante ciò, vuoi perché si sa chi è l’autore, vuoi perché la lettura è piuttosto scorrevole, Km. 123, che non è certamente un capolavoro, risulta un romanzo tutto sommato accettabile, anche perché saggiamente breve in presenza di una struttura non tanto solida. 

Qualcuno potrebbe definirlo senza infamia e senza lode e probabilmente avrebbe ragione, ma io non intendo infierire, data la caratura dell’autore, e mi limito a definirlo un libro discreto, sicuramente leggibile, adatto a trascorrere senza pensieri qualche ora, e nulla di più.

A completare le 138 pagine del romanzo è riportato un intervento di Camilleri al convegno “ Scrittori e critici a confronto”, tenutosi all’Università di Roma Tre il 24-25 marzo 2003 e avente per oggetto una breve storia del romanzo giallo in Italia. E’ una lettura che si potrebbe definire interessante, se il brano non avesse il difetto di restare in superficie, di non approfondire, insomma con un impegno che sembra limitato anche il risultato è necessariamente modesto.

Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma. 
Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, “una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura”.  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista.
Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent.
Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista.
Perde un concorso per diventare funzionario Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi.
Nel 1958 porta in Italia il teatro dell’assurdo di Beckett con Finale di partita, prima al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel.
Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Molte le produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente famosi gli sceneggiati del tenente Sheridan con Ubaldo Lay e “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di Istituzioni di Regia all’Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent’anni.
L’esordio in narrativa è del 1978 con Il corso delle cose pubblicato da un editore a pagamento ed è un insuccesso.
Nell’80 pubblica con Garzanti Un filo di fumo, il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di Vigàta e con questo romanzo vince il Premio Gela.
Per 12 anni non escono più suoi romanzi.
Nel 1992 pubblica per Sellerio La stagione della caccia. Nel 1994 con La forma dell’acqua dà vita al personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di romanzi. Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso.
Alla fine del 2002, accetta la nomina a direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto.
Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il comune di Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta».
Il 4 settembre 2008 vince il premio de Novela Negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo La muerte de Amalia Sacerdote pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in Italia nel 2009 con il titolo La rizzagliata.
Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo il Premio Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla Carriera.
Tra le sue opere più recenti che non hanno come protagonista il commissario Montalbano: Il diavolo, certamente (2012), Dentro il labirinto (2012), Il tuttomio (2013), La rivoluzione della luna (2013), Come la penso (2013), Inseguendo un’ombra (2014), Segnali di fumo (Utet 2014), Il cielo rubato. Dossier Renoir (Skira 2014), Andrea Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán (Skira 2014), La relazione (Mondadori 2015), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (Sellerio 2015), Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta (Sellerio 2015) Topiopì(Mondadori 2016), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Sellerio 2016), La mossa del cavallo (Sellerio 2017), La rete di protezione (Sellerio 2017), La targa (Rizzoli 2017), Esercizi di memoria (Rizzoli 2017). Tra il 2018 e il 2019 insieme ai romanzi della serie dedicata al commissario Montalbano, Il metodo Catalanotti e Il cuoco dell’Alcyon, (Sellerio) vengono pubblicati da Mondadori i suoi racconti gialli, Km 123, e da Salani i racconti illustrati con protagonisti gli animali, I tacchini non ringraziano, la pièce teatrale Conversazione su Tiresia (Sellerio) e i racconti dedicati alla sua casa di campagna a Porto Empedocle, La casina di campagna, del piccolo editore siciliano Henry Beyle.
Andrea Camilleri si è spento il 17 luglio 2019 all’età di 93 anni, dopo aver pubblicato più di cento libri, romanzi, saggi, opere teatrali, fumetti, poesie e dopo aver inventato un nuovo linguaggio, misto di italiano e siciliano. Nel 2003 è stato insignito, su iniziativa del Presidente della Repubblica, dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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