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Intervista con Autostoppisti del Magico Sentiero

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Dalle paludi del basso Friuli, zone di antico passaggio di popoli, nasce questo nuovo progetto, che può essere considerato un disco fino ad un certo punto. Musica e parole si intersecano in un rumorismo vagamente imparentato con blues e jazz: il viaggio si apre con un testo scritto dal chitarrista del gruppo Fabrizio Citossi, già membro della conosciuta band regionale Rive No Tocje, molto attiva nella locale scena underground e conosciuta soprattutto per l’utilizzo quasi esclusivo della lingua friulana. II percorso continua con il recitare teso ma composto del più che amato e conosciuto scrittore/attore Angelo Floramo, il quale citando “Le vie dei canti” (scritto da Bruce Chatwin nel 1953) ci porta dentro ad un mondo fatto di passi ritmati su sentieri antichi, come quelli dei canti umani che accompagnano la civiltà nomade sin dagli albori. Gli Autostoppisti Del Magico Sentiero vede poi la partecipazione di una leggenda della scena jazz / impro italiana, quel Giancarlo Schiaffini che con il suo trombone disegna trame oniriche in chiave free appoggiandosi al potente e virtuoso contrabbasso di Giovanni Maier, altro musicista più che noto a livello europeo, il tutto frullato in un marasma di voci che si accavallano, di note che si contraggono, pezzi non lineari, che nell’arco di una ventina di minuti riescono a creare un mondo completamente nuovo e complementare. Le sonorità sono poi arricchite dagli inserti di didgeridoo creati ad arte dal maestro australiano dello strumento Martin O Loughlin, ma anche dal piano e synth di Federico Sbaiz (che ha curato anche la registrazione ed il mixaggio) e non mancano le voci di Annarita De Conti (che firma pure il progetto grafico) e dell’amico di sempre Franco Polentarutti. Registrato nel 2019 a Udine, “Sovrapposizione di Antropologia e Zootecnia” si propone di arrivare a toccare più coscienze possibili con il suo messaggio ancestrale: l’uomo è stato programmato geneticamente per muoversi lungo le linee energetiche del nostro pianeta. In questo particolare momento storico, non è cosa da poco. 

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Brani:

Mongolian River / Bilanciamento di inerzie tra ordini contrapposti / Paleoword / La città è un ovile sovrapposto ad un ghiardino / Stanzialità intesa come bene di consumo.

Intervista

Davide

Ciao. Partiamo dalla vostra storia, da ciò che quindi precede questo vostro primo e.p., dagli intenti più o meno programmatici sui quali vi siete incontrati, scelti e formati. E perché “Autostoppisti del Magico Sentiero”?

Autostoppisti del Magico Sentiero

Gli Autostoppisti del magico sentiero nascono come un progetto estemporaneo dalle costole di un duo “Rive no tocje” che arriva dal Friuli profondo con alle spalle un paio di dischi che condensavano folk/blues/psichedelia e testi in lingua friulana…in questo caso è stato fatto un passo verso l’italiano e la musica jazz… l’intento è quello di far evolvere l’originaria verve combat degli inizi verso un formato accessibile ai più’ mantenendo comunque un approccio sperimentale….il nome deriva dalla fusione dei titoli di due diversi libri: Guida galattica per gli autostoppisti e Le vie dei canti di Bruce Chatwin.

Davide

“…Me ne vergogno un poco, e mi fa male / vedere un uomo come un animale” cantava Battiato. Perché la “sovrapposizione di antropologia e zootecnia”, cioè lo studio dell’uomo e la disciplina (comunque umana) dell’allevamento animale?

Autostoppisti del Magico Sentiero

Il titolo del disco è legato a una consapevolezza sempre maggiore rispetto a quello che consideriamo il destino di quelle masse immense e sempre più povere a cui ormai apparteniamo anche noi nati negli anni 70 e 80 in quello che fino a poco tempo fa era considerato un ridente paese europeo, la svolta che il neoliberismo e la speculazione finanziaria sua figlia hanno imposto a noi tutti sembra sempre più simile al trattamento riservato agli animali negli allevamenti, questo unito ad una sempre più scarsa consapevolezza e conseguente inebetimento dei più sta spianando la strada a sistemi produttivi che non hanno nulla da invidiare alla zootecnia intensiva, stanno coltivando campi di umani e il limite tra paranoia complottista e becera realtà quotidiana è sempre più sottile.

Davide

“Le vie dei canti” di Bruce Chatwin, i miti della creazione del “Dreamtime”, la tesi del nomadismo ancestrale ed altro ancora sulla origine delle società stanziali ecc. Cosa vi ha spinto a scegliere determinati stralci dall’opera di Chatwin o a ispirarvici liberamente? Per tracciare quale percorso, quale vostra tesi, quale suggerimento o suggestione?

Autostoppisti del Magico Sentiero

“Le vie dei canti” è un romanzo bellissimo che spiega in modo semplice come l’uomo nel suo non sempre facile percorso alla conquista di questo pianeta abbia lasciato lungo il percorso tracce della sua evoluzione non lineare…le moderne forme di coercizione derivano da traumi arcaici subiti dai nostri progenitori….sembra rincorrere se stesso l’uomo in una continua ricerca di sicurezze che infine sembrano ritorcersi inesorabilmente su se stesse… il pilastro su cui si regge la società moderna è la violenza sublimata in forme addolcite al caramello per rendere fruibile a tutti idealmente il concetto di aggregazione spontanea atta a difendersi da un nemico sempre comunque esterno… questo giustifica ingiustizie, soprusi e malaffare sempre nel nome di un ideale superiore… Chatwin per quanto mi riguarda alla fine comunica proprio questo ma resta una mia visione della sua opera che può avere molteplici chiavi di lettura.

Davide

Dalla rete di canti che secondo Chatwin avvolge il mondo con linee immaginarie alle ipotesi della rete energetica di Hartmann o di Curry o del Feng Shui e similari della controversa geobiologia o delle arti geomantiche. Quali energie vi muove la musica, il suono, quali cercate di muovere voi con la musica, influenzandovi o tentando di influenzare in che modo chi la ascolti?

Autostoppisti del Magico Sentiero

La nostra è una missione sonora legata all’improvvisazione, il nostro intento è un non intento in effetti, vorremmo stravolgere e sconvolgere l’idea di improvvisazione ma da un punto di vista emotivo… cerchiamo di portare attraverso il suono e in certo senso senza mediare i rapporti fra i vari strumenti il dolore che sentiamo attorno a noi… un dolore che trapela da costrizioni le cui fondamenta si ergono poi a negare a l’uomo il suo contatto profondo con la natura…il nostro è un approccio semiserio ma profondo….non vogliamo prenderci troppo sul serio consci che questo ci teletrasporterebbe all’istante dalla parte sbagliata… abbiamo coscienza di non essere nulla e di non appartenere a niente altro che un sogno….

Davide

Perché avete preferito la recitazione o il “suono parlato” al canto?

Autostoppisti del Magico Sentiero

Nel momento stesso in cui capimmo che Angelo Floramo avrebbe collaborato a questo progetto decidemmo che la sua grande capacità espositiva, la sua comunicazione fluida avrebbero portato chiarezza in quello che era il nostro intento… dare centralità al messaggio… la forza con cui doveva colpire l’ascoltatore doveva essere importante… credo che la sua capacità di arrivare alle persone sia stata determinante…

Davide

Come è nata la musica di “Sovrapposizione di Antropologia e Zootecnia”, seguendo quali metodi e idee? 

Autostoppisti del Magico Sentiero

La musica di “Sovrapposizione di antropologia e zootecnia” nasce da delle mie intuizioni alla chitarra poi sviluppate dai musicisti in totale libertà… l’arrangiamento consiste quindi in un atteggiamento mentale piuttosto che in una partitura informale… il valore assoluto in termini tecnici e di gusto dei miei compagni di viaggio implica poi il risultato direi notevole di portare i pezzi in una direzione inusuale…

Davide

Qual è il giusto equilibrio per voi tra la composizione e l’alea? Come e quando questi due opposti si richiamano e compenetrano o come (e quando) altresì si respingono?

Autostoppisti del Magico Sentiero

Composizione ed alea in questo caso si compenetrano in quanto il mio analfabetismo musicale lascia moltissimo spazio alla casualità…la forma canzone resta legata a un riff o ad una struttura elementare in cui l’irregolarità porta avanti variazioni che inducono i pezzi a non implodere su se stessi…se riesco a stupire me stesso forse potrò colpire anche gli altri…prima di tutto quindi il coraggio di sbagliare senza perdere di vista comunque un certo gusto estetico…

Davide

Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti, / proprio perché fosti cosciente, sei incosciente…

Scrisse così Pasolini dell’Italia nella poesia “Alla mia nazione”. Cos’è per voi l’Italia nel 2020, specialmente dal punto di vista culturale e musicale, o più in generale artistico? 

Autostoppisti del Magico Sentiero

Nel 2020, e rispondo anche da un punto di vista sociopolitico anche se solo in veste di osservatore, questo è un paese completamente allo sfascio senza alcuna direzione… in balia degli eventi… totalmente asservito a poteri internazionali che ne hanno saccheggiato le peculiarità culturali ed umane… non credo che in Italia ci sia un fermento importante dal punto di vista artistico… un fecondo sottobosco fatica a contrastare la politica dei grandi numeri e per il futuro prossimo sarà molto difficile per tutti poter diffondere contenuti non stereotipati…

Davide

Cosa seguirà?

Autostoppisti del Magico Sentiero

Seguirà’ un lavoro proprio sulla figura di P.P. Pasolini in cui tra citazioni del nostro e testi miei si cerca di scardinare il finto buonismo che molto spesso domina le produzioni riguardanti l’uomo….dal punto di vista musicale il disco sarà un ulteriore passo avanti verso la destrutturazione delle forme sonore…un interessante lavoro che cercherà  di fondere assieme elettronica jazz e folk…

Davide

Grazie e à suivre…

1 thought on “Intervista con Autostoppisti del Magico Sentiero

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