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Azukena – Antonio Messina

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Ass. Culturale Il Foglio
ISBN-13: 978-8876068003

Azukena, la nuova raccolta di racconti di Antonio Messina, si apre con una splendida introduzione di Marina Monego che, anticipandone le tematiche e parlando dei temi e dello stile dell’autore, è quasi un passaggio obbligato per gustare al pieno l’opera – soprattutto se non si ha già avuto modo di leggere qualcuno dei testi precedenti di questo interessante e complesso artista. Non per una cripticità negli svolgimenti, o per riferimenti a precedenti lavori, ma per identificare subito l’ambito (una fantascienza che permea nel fantasy), la struttura (onirica e a tratti quasi lisergica) e l’elemento conduttore della raccolta (la distopia in senso lato, che qui viene proposta con varianti e intensità che colpiscono), permettendo perciò di entrare in Azukena con il giusto passo già dalle pagine dei primi due testi (Le Porte della Luna e Le Navi del Vento – che hanno un ritmo e delle immagini ancora più sfumate e delicate del resto) imparando man mano la composizione delle sequenze, e il riverbero continuo e costante dei dialoghi carichi di attesa e di ripetizione.
L’autore è anche un poeta e si percepisce quando tratteggia qualche aspetto con un fraseggio attento o quando sceglie un cambio di scala nel lessico, ma il tono dell’opera è nel visuale e, soprattutto nei primi racconti, si ha l’impressione di una pellicola sovraesposta, che salta, spiazzando il lettore con frammenti e un flusso dal ritmo incostante – verso un finale carico e ad effetto, che rende le lettura un viaggio durante il quale si cerca di scoprire insieme sia la storia narrata sia quella pregressa e supposta, sia, infine, le conseguenze di entrambe le cose.

Tutti i racconti sono interessanti e emozionanti ma alcuni, a mio parere, funzionano più di altri per l’aspetto della trama e, quindi, se anche Sogni di Pietra, lo stesso Azukena o il comunque ottimo Katryn lasceranno comunque un ricordo persistente, sono i tre testi centrali che mostrano, a mio parere, una capacità di coinvolgimento superiore. Fondendo impressioni evocative e quasi horror, ne I Cristalli di Sur, dove il finale espone e spiazza, o offrendo un crescendo più fantascientifico nel Passaggio 13 (che gioca con una ridondanza sonora per sottolineare una costruzione soffocante verso, anche qui, una chiusura ad effetto) o, infine, proponendo, in Fantasmi nella Sabbia, una trama più classica come percorso, ma comunque avvincente e ben congegnata.

Un libro probabilmente non per tutti perché i punti di forza sono anche le peculiarità di quest’opera, che offre una scrittura volutamente ricercata che va affrontata con la dovuta attenzione e che propone un quadro dalle tinte forti e allettanti se si concede però all’autore il tempo di fornirci le chiavi di lettura. Un buona prova d’artista di uno scrittore completo e interessante di cui abbiamo, negli anni, parlato più volte sulle nostre pagine.

Antonio Messina, è nato a Partanna (TP). Ha pubblicato “L’Assurdo Respiro delle Cose Tremule” (2003), il fantasy filosofico “La Memoria dell’Acqua”, nuova edizione (Il Foglio 2010), “Le Vele di Astrabat”, nuova edizione (Il Foglio 2010), la silloge “Dissolvenze” (Il Foglio 2008), il fantasy ambientato nel mondo dei videogiochi “Ofelia e la Luna di Paglia” (Il Foglio 2009), il romanzo di fantascienza “Nebular” (Il Foglio 2011), la silloge “Mitologie Domestiche dell’Anima” (Il Foglio 2013), e il romanzo di fantascienza “Accenni D’autunno” (Il Foglio 2014). Alcune sue liriche sono state pubblicate in antologie poetiche. È autore anche di “Laura e il treno per Elinur e altri racconti”. Vive a Padova.

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