In verità l’arte rispecchia lo spettatore e non la vita. Oscar Wilde
Se di Davide gli storici se ne sono disinteressati, limitandone la figura a sola comparsa nella vita di Mary Stuart, non hanno fatto altrettanto gli artisti, i musicisti, poeti e scrittori. La morte di Maria provocò enorme scalpore in Europa e subito la libellistica cattolica ne fece una martire della Fede (cosa che non accadde a Davide, odiato e assassinato anche per aver servito, con Mary Stuart, la causa cattolica della Controriforma, al punto che fu sospettato d’essere una spia mandata da papa Pio IV). Oltre a ciò, la drammatica vita della Regina di Scozia divenne uno dei temi più trattati della letteratura europea. Ricordiamo “Corona tragica, vita e morte della Serenissima Regina di Scozia” di Lope de Vega (1627), “Maria Stuarda” di Vittorio Alfieri (1789), “Maria Stuart” di Friedrich Schiller (1801), l’opera lirica “Maria Stuarda” di Gaetano Donizetti su libretto di Giuseppe Bardari basata su Schiller. Almeno un accenno a Rizzio è presente in quasi tutte le opere ispirate a Maria Stuarda.
The murder of David Rizzio di William Allan – 1833)
Ma sono state anche scritte opere poetiche o narrative e musicali da lui completamente ispirate, o dipinte opere di assoluto rilievo come “The assassination of David Rizzio” del ritrattista John Opie (1761-1807), “The murder of David Rizzio” del pittore scozzese William Allan (1782-1850), “L’assassinat de David Rizzio” di Evariste Fragonard.
L’assassinat de David Rizzio di Evariste Fragonard.
The assassination of David Rizzio by John Opie – 1787
Al cimitero di Canongate Kirk di Edimburgo, c’è una vecchia, piatta lastra di pietra, che si suppone marchi il punto esatto dove David Rizzio fu sepolto.
Jules Massenet, nel 1863, vinse il prestigioso Prix de Rome con la cantata “David Rizzio”, sua prima vera opera, su liriche di Gustave Chouquet.
Joachim Raff (1822 – 1882), compositore lisztiano e direttore del conservatorio di Francoforte, compose “David Riccio’s letztes Lied” (1875), da “Maria Stuart, ein Ciklus von Gesängen “, op.172” su testo di Freiherr Gisbert von Vincke (1813 – 1892), basato a sua volta su anonimo inglese.
David Riccio’s letztes Lied
Herrin! Dein sterngleich Aug’ allein
leiht meiner Seele Licht!
Dein Mund in süßen Melodein
Lieb’ oder Gnade spricht.
Der Liebe Sclave knie’ ich hin,
Maria! du meiner Seele Königin!
Die Berg’ in deinem Heimatland
sind kalt und grau und leer:
Nicht länger weil’ am Nebelstrand,
Mein Haus liegt fern am Meer
dort rollt die Woge blau dahin,
Maria! du meiner Seele Königin!
Für dich erblüht die Rose dort
der Zitherklang erwacht:
Dann raubet nicht der rauhe Nord
dir deine Blütenpracht.
O fliehe bald und zieh’ dahin,
Maria! du meiner Seele Königin!
I versi dedicati a Mary Stuart scritti da Gisbert Von Vincke, insieme a poesie e sonetti in francese scritti dalla stessa Maria, furono anche musicati in forma di lieder da Robert Alexander Schumann nel 1852 (numero di catalogo, op. 135), Gedichte der Koenigin Maria Stuart.
Sorte quasi analoga a Massenet toccò a Charles Gounod. Pianista, studiò composizione al conservatorio di Parigi e, agli esordi, nel 1837, gli fu assegnato il secondo posto al Prix de Rome per la sua composizione “Marie Stuart et Rizzio”.
Un’altra romanza fu musicata dal compositore russo Michail Glinka e intitolata appunto “David Rizzio” (1840).
La vicenda di Davide, squisito musico, poi sottile politico, forse tenero amante della regina Maria Stuarda, in ogni caso suo fidato servitore ferocemente assassinato davanti a lei, è stata ritenuta anche un eccellente soggetto per l’opera. Il compositore Thomas Attwood, nato a Londra il 23 novembre 1765, tra le sue ultime opere compose ” David Rizzio”, rappresentata il 17 giugno 1820 a Londra. Su libretto di Ralph Hamilton, nel 1820 avvenne anche la prima dell’opera “David Rizzio” composta dall’irlandese Thomas Simpson Cook (Dublino 1782 – Londra 1838).
Mary Carr Moore, compositrice vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento, scrisse anch’ella un’intera opera lirica intitolata “David Rizzio”. Mary Carr Moore (nata Mary Louise Carr), nata a Memphis (Tennessee) nel 1873 e deceduta nel 1957, musicò “David Rizzio” op.89, grand’opera in due atti su libretto in italiano di Emmanuel Mapleson Browne. Considerata la più importante, l’opera della Moore “David Rizzio”, composta nel più puro stile italiano, era stata intesa per una esecuzione a Venezia, progetto poi abbandonato. Tuttavia, un certo numero di appassionati e amatori musicisti (non professionisti) furono coinvolti per una prima a Los Angeles il 26 maggio 1932 allo Shrine Auditorium, con l’orchestra diretta da Alberto Conti.
La storia di Davide ispirò Felix Mendelssohn-Bartholdy, che nel 1830 visitò la Scozia in lungo e in largo. Si recò anche alle rovine del castello di Holyrood. Nel suo diario, in data 30 di luglio, annotava: “Siamo stati al palazzo di Holyrood dove la Regina Maria visse e amò. Là c’è una piccola stanza da visitare, con una scala a chiocciola su per la quale salirono gli assassini che trovarono Rizzio. Tre stanze più in là è dove lo uccisero. Tutto è andato in rovina e la luce del sole entra direttamente dentro dalle spaccature. Credo di aver trovato oggi, nella vecchia cappella, l’inizio della mia Sinfonia Scozzese“. Ai piedi delle rovine del castello Mendelssohn schizzò le prime dieci battute dell’andante con moto che apre la Sinfonia nr.3 in la minore op.56 (detta poi “Scozzese”).
Il titolo “Scozzese” non fu dato dall’autore nel manoscritto originale, né furono indicate suggestioni intorno alle origini dell’opera. A Mendelssohn non piaceva scrivere musica programmatica, genere allora imperante. Non spiegò mai il suo lavoro, e se c’è un nesso musicale ispirato dalla morte di Rizzio, o da altre leggende scozzesi, lo possiamo sapere soltanto dalle note del suo diario. Perfino il carattere dell’opera non è così prettamente scozzese. Anzi, Robert Schumann, quando ascoltò la sinfonia nr. 3 di Mendelssohn per la prima volta, credette all’amico che gliel’aveva proposta riferendogli esser quella la cosiddetta Sinfonia Italiana (che è la quarta). E Schumann si dichiarò letteralmente sopraffatto dalle immagini che la sinfonia (invece “scozzese”) evocava di paesaggi italiani (se Mendelssohn pensò realmente a Rizzio, non ne ignorò allora le origini e le influenze italiane). Esclamò Schumann: “E’ così bella da compensare l’ascoltatore che non sia mai stato in Italia”.
In letteratura drammi, novellistica e saggistica intorno a Mary Stuart si sprecano. E l’assassinio di Davide dietro. Lo scrittore Rafael Sabatini (1875 – 1950), nato in Italia a Jesi da madre inglese e padre italiano, vissuto poi in Inghilterra, vi ha dedicato un breve racconto esclusivo, “The night of Holyrood, the murder of David Rizzio” (da “The Historical Nights Entertainment vol.1”, pubblicato postumo a Londra nel 1971 da Martin Secker), al quale segue anche il racconto dell’assassinio di Lord Darnley (“The night of Kirk O’Field”).
Sherlock Holmes e il segretario italiano
La copertina del pastiche firmato Caleb Carr
Qualche anno fa la stampa internazionale ha diffusamente recensito un romanzo giallo di Caleb Carr, “The Italian Secretary” scritto, pare, dietro richiesta della Conan Doyle Estate. 1896, Sherlock Holmes e l’inseparabile aiutante Watson sono convocati al cospetto della Regina Vittoria in Scozia. Due domestici sono stati assassinati e si teme per la vita della regina. Alcuni indizi provenienti dalle due recenti morti, portano Holmes sulle paranormali tracce del “segretario italiano” David Rizzio, musicista e confidente della Regina Maria, barbaramente assassinato tre secoli prima. Apparentemente lo spirito del Seigneur Davie sembra tornato in vita per prendersi le vite dei due domestici come punizione per aver disturbato la scena del delitto…
Altro libro sull’assassinio di Davide, pubblicato nel 2006 da Sutton Publishing, è David Rizzio and Mary Queen of Scots, Murder at Holyrood scritto da David Tweedie, scrittore, storico e avvocato laureato in storia moderna all’Università di Oxford. La sinossi è la seguente: una sera del 9 marzo 1566, un manipolo di soldati e nobili irruppero nel palazzo di Holyrood e trafissero a morte il segretario italiano David Rizzio a cena con Maria Stuarda, regina di Scozia. L’attacco fu selvaggio e brutale (Rizzio ricevette più di cinquanta pugnalate) e il marito di Mary, Darnley, era tra i cospiratori. David Rizzio giunse in Scozia nel 1561. Là accrebbero il suo potere e la sua influenza alla corte di Mary. Egli divenne suo segretario, primo ministro e ideatore dei piani politici atti a evitare che la Scozia si trasformasse in un paese sotto il regime inglese e calvinista. Si vociferò che egli fosse anche l’amante della regina e il padre di Giacomo VI di Scoia, poi Giacomo I d’Inghilterra. David Tweedie spiega come Rizzio suscitò le ire dei lords scozzesi al punto che questi, con la complicità della regina Elizabeth e i suoi ministri, ordirono gli intrighi che portarono al suo assassinio. Un libro che dimostra quanto serio sia stato politicamente serio questo evento, dacché, con la morte di Rizzio, morì anche ogni possibilità di contro-riforma in Scozia, finendo l’indipendenza stessa di Scozia. Se gli altri uomini nella vita di Mary hanno avuto le debite storiche attenzioni, Tweedie tra pochi punta a fare più luce su Rizzio, rimasto da sempre una figura in ombra.
Last but not least, David Rizzio non è sfuggito nemmeno alla decima musa del cinema. Nel film “Maria Stuarda regina di Scozia” (1971/72) di Hal Wallis con Vanessa Redgrave e Glenda Jackson, David Rizzio è interpretato da Ian Holm, uno dei più grandi e rispettati attori inglesi. Il primo film biografico dedicato a Mary Stuart fu invece “Mary of Scotland” (USA, 1936, di John Ford, scenografie di Dudley Nichols, musiche di Nathaniel Shilkret e Max Steiner). Mary Stuart era interpretata da Katharine Hepburn, David Rizzio era impersonato invece dal noto caratterista John Carradine.
Costumi di David Rizzio e Mary Stuart in “Vivat! Vivat Regina!” di Robert Bolt, bozzetti di Malcolm Brown http://mbfantasyworld.mysite.wanadoo-members.co.uk/index.html
In teatro, il caso di Rizzio ha ispirato una commedia di rilievo: è Vivat! Vivat Regina! dell’inglese Robert Bolt, sceneggiatore del regista cinematografico David Lean, occasionalmente dedicatosi al dramma storico (Un uomo per tutte le stagioni – A man for all seasons, 1960, su Thomas More, e – appunto – Vivat! Vivat Regina!, 1970). “Vivat! Vita Regina!” è il grido che i Lords levavano all’incoronazione di una regina. Robert Bolt ha usato questa esclamazione come titolo della sua commedia, con la quale ripercorre i destini paralleli di due regine che mai si incontrarono di persona, ma entrambe chiamate al trono d’Inghilterra: Elizabeth di Inghilterra e Mary di Scozia.
Tra le cose a lui dedicate, anche se esula dalle produzioni artistiche, va menzionata l’esistenza di un albero, noto come Rizzio’s chestnut, un castagno che per altro è stato menzionato tra gli “Heritage trees”, gli alberi storici d’Inghilterra insieme, tra gli altri, al tasso che fu testimone del suggellamento della Magna Carta ad Ankerwyck, al celeberrimo melo di Newton e al tasso sanguinante di Nevern, nel Pembrokeshire, vecchio di sei secoli, famoso perché essuda una resina rossa simile a sangue da un taglio nel tronco.
Le rive del fiume North Esk, vicino Dalkeith, Midlothian, nei pressi del castello di Mellville, noto come la casa di Rizzio, sono note per le frequenti visite di Mary Stuart. David Rizzio pare abbia piantato là personalmente un albero come segno d’amore verso la regina: è il Rizzio’s chestnut, un castagno (Castanea sativa) che sopravvive ancora oggi a distanza di 450 anni. L’albero è ancora in buone condizioni di salute e misura 243 centimetri di diametro. E’ divenuto simbolo del loro amore disgraziatamente destinato.