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Tutto il grillo che conta – Beppe Grillo [#6]

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C’era una volta un clandestino pubblico… 

  

Grillo Genova io. il mare

Era il 1998. Dopo Apocalisse Morbida. Presi il treno. Qualcosa come due giorni Bari-Genova. Nei cessi. Scendi e sali in tutte, o quasi, le stazioni. Pericolo di Polfer ovunque. Fame. Freddo. Poi arrivo. Sole. Caldo. Genova dei grandi. Grande, Genova. Coi palazzi che sembrano toccarsi verso gli ultimi piani, baciarsi sulle punte. Col porto pieno di vita, e di mare. Con il centro storico brulicante di negozietti e gente e scalpiccii e borbotti. Balla, Genova sotto le stelle, poco lontano dalle meravigliose Cinque Terre. Ci andrei a vivere. Se non altro, per chi ci è nato e vissuto. Per il mare. Per casa di Grillo. Mio cugino neanche c’era in quel periodo. Era in vacanza. Appostamento sotto casa di Grillo, accanto al grosso, rosso cancello in ferro battuto di Grillo, seduta su una specie di strapuntino di Grillo che fuoriusciva da un muretto sul quale chissà quante volte si era seduto Grillo (oh no, il fanatismo è alle porte!), in una stradina di Nervi, un po’ fuori porta (di Grillo?). Passarono due ore. “Grillo” non c’era scritto da nessuna parte. Però non c’era scritto nemmeno un altro nome. Pensai alla privacy, ai curiosi, e pure alle ditte delle cause per diffamazione. Neanch’io avrei scritto il mio cognome sotto la casa dove potevano trovarmi davvero. Mi tranquillizzai. Contai le mattonelle. Aspettai un’altra ora. In tutto, erano tre. Contai le nuvole nel cielo. Erano almeno venticinque, proprio sopra la mia testa, piccole e morbide, con venature di carta velina.

 

 

Grillo 9/11

I successi di Grillo sono tanti. E anche le manifestazioni di rispetto e solidarietà nei suoi confronti. Nel 2000, per esempio, Striscia la notizia, sempre fedele a Grillo, mandò in onda ben 8 minuti di un suo spettacolo. A partire dai cinquant’anni, inoltre, Grillo ha redatto numerosi articoli giornalistici (li scriveva anche prima, è meglio direche ha continuato a scriverli), realizzato diversi documentari[i], altri tre Discorsi all’umanità, tutti trasmessi da Tele+, numerosi nuovi tour[ii] e quant’altro.

 

In particolare, vorrei ricordare una data precisa dello spettacolo La grande trasformazione[iii], che Grillo portò in scena il 20 settembre 2001 a Vigevano, nove giorni dopo il famoso 9/11. Giorno in cui, al mattino presto, devastata da “diciannove terroristi, quindici provenienti dall’Arabia Saudita e quattro dall’Egitto”, “una parte tutto sommata minoritaria del mondo si è scoperta vulnerabile.” In risposta all’attacco, questa fetta di umanità attaccò, a sua volta, l’Afghanistan.

Poco tempo prima, la Genova del G8 aveva vissuto una violenta guerriglia interna, una sorta di conflitto civile: “ci scappa anche il morto, e molti si stupiscono che ne sia stato uno solo.” In un primo tempo, l’attentato alle Torri Gemelle distrasse l’attenzione da Genova, dai soprusi compiuti da (e nei confronti di) certi esponenti di entrambe le parti, dall’enorme mole di processi conseguenti la rivolta. La situazione, ad ogni modo, appariva molto tesa e difficile ovunque si guardasse. Certe persone fissavano lo sguardo solo da una parte. Certe persone rivolgevano la vista solo dall’altra. Il protagonista della nostra storia, come sempre, guardava invece da una parte all’altra, attentamente, e ritorno, per scoprire cosa stesse accadendo, e, dopo aver guardato da dentro, cercava di ponderare il tutto con una sorta di sguardo d’insieme “preso” dal di fuori. Per poi infilarsi i pantaloni e la maglietta, inforcare la sua bat-automobile e venirci a raccontare.

Nonostante ciò, a Vigevano, il 20 settembre 2001, Grillo “non riesce a nascondere il proprio disagio”. “Questa guerra mi spiazza come uomo e come comico. – dice – Come uomo perché è la prima volta che vedo un film senza buoni. Come comico perché i giornali e telegiornali mi rubano il lavoro.” All’interno dello spettacolo – che in un primo tempo si pensava sarebbe stato rinviato –, il comico si interroga sull’odio da cui l’America è stata investita. Una di quelle poche parole con l’iniziale maiuscola che non mi sembrano futili generalizzazioni. Per certi punti di vista, infatti, l’Odio che l’America suscita in determinate fasce umane è mondiale. Totale. Perché?, si chiede Grillo. E consiglia:

 

se i motivi ci sono, il terrorismo lo sgretoli con la politica, non con i missili.

 

Dopo le dovute, lecite, coraggiose considerazioni, come:

 

A me fa più paura Bush di Bin Laden.,

 

nel corso dello spettacolo, con maestria da prestigiatore e intuito da genio e clown e uomo di spettacolo e comunicazione, Grillo riesce a ricominciare a parlare anche dei problemi di casa nostra, dell’Italia, della famiglia, di Berlusconi, dell’economia, della politica (o meglio dell'”economica che ha preso in ostaggio la politica”), di Milingo, l’arcivescovo innamorato di Maria Sung, di D’Alema e di Bossi, per poi finire nuovamente in America.

 

Il Pil non significa più niente: il Pil dell’America va su, ma il benessere sta andando giù! Dentro ‘sto cazzo di Pil ci sono tutte le nostre sfighe, le nostre disgrazie: i sei o settemila morti per incidenti stradali, i feriti, gli inquinamenti, le alluvioni, le Torri che vanno giù, le trombe d’aria… Che ne è venuta una l’altro giorno ad Arcore… Arriva la tromba d’aria ad Arcore e dove va? Sulla Dal mine Tubi! Ma, cazzo, bastava che deviasse trecento metri e ce lo prendeva e ce lo portava direttamente in Paradiso!

 

E convergere su Berlusconi, il caro “ometto” di Grillo, colui il quale, secondo Paolo Rossi, ha rubato il mestiere ai comici, perché per statura c’è, per movenze pure… e per gag e battute esilaranti, è spesso il migliore di tutti.

 

Il Cavaliere mica s’incazza se si fa satira sociale, sulle pensioni, sulle riforme, sulle ville, sulla statura, sulla pelata. S’incazza se parli dei suoi processi e del suo monopolio, che poi sono le vere ragioni per cui fa politica: in una parola, i guadagni di Mediaset. […] Per questo sono saltati Biagi, Santoro, Luttazzi, la Guzzanti, Fini, Rossi e tutti gli altri. Perché lo toccavano negli affetti più cari: i fatturati. E lui, quando gli toccano i fatturati, va fuori di testa. Parla di «uso criminoso della televisione», lui che la usa criminosamente da vent’anni. E così trasforma in eroi e in martiri dei professionisti che si limitavano a fare onestamente il loro mestiere di giornalisti o di artisti. Niente di rivoluzionario: solo il loro mestiere, anche se è vero che in Italia solo i veri rivoluzionari fanno ancora il loro mestiere.[iv]

 

 

Grillo l’internazionale vs internet, uno pari – ovvero – quando grillo divenne amico dei computer (che prima prendeva, e faceva prendere, a martellate alla fine dei suoi spettacoli)

Nel Discorso all’Umanità 2001, dopo il consueto inno nazionale, la telecamera inquadra un ufficio presidenziale con tanto di scrivania, mappamondo, telefono, bandiere, poltrona, libreria. Tutto sembra ricalcare perfettamente l’ambientazione del discorso del vero presidente, terminato appena poco fa. Ma dov’è Grillo? Eccolo, per i primi minuti, camminare come niente fosse sul soffitto dello studio, all’interno di un set ingegnosamente ribaltato. Siamo sicuri che il set sia capovolto?, ci vien da chiedere. Non è possibile che Grillo leviti davvero?

 

Ancora nel 2001, il primo giugno, a mezzogiorno, Grillo com-presenta (insieme all’autrice, Naomi Klein), presso il Fnac di Milano, il celebre No logo. Per lo stesso tema, due settimane dopo, ancora a Milano, il comico partecipa al celebre dibattito Globalizzato sarà lei!, tenutosi nell’Auditorium.

 

Il 2002-3 è la volta di Va tutto Bene, concepito e messo in scena nell’epoca dei girotondi, della fine dell’esilio dei Savoia, dell’istituzione della legge Cirami, dell’invito di Borrelli – procuratore di Milano – a “resistere, resistere, resistere”. E Grillo resiste, “alla stupidità della televisione, […] all’invasività della pubblicità, […] alla demenzialità dell’economia. E anche a Maurizio Costanzo e a suo ‘marito’.”

 

La chiesa dovrebbe essere il cardine come la famiglia. È inutile che parliamo di scuola se la famiglia è a puttane. […] Abbiamo il Kitsch della religione. Il Kitsch della religione è non prendere per il culo chi crede aglio scioglimento del sangue di San Gennaro. La fede è una cosa personale, sei libero di credere a quello che vuoi. Io non vado a prendere l’acqua santa e la faccio analizzare da un chimico, perché so benissimo che cosa mi direbbe un chimico: “E’ acqua.” La religione è qualcosa di diverso, di personale che abbiamo commercializzato. Abbiamo messo in galere Wanna Marchi, ma lei è lo specchio della nostra avidità. Non si doveva forse arrestare Wanna Marchi, si doveva forse arrestare chi ha permesso a Wanna Marchi di entrarci in casa: il direttore della televisione.

 

Nello stesso periodo[v], inoltre, verso i cinquantacinque anni, Grillo comincia a collaborare regolarmente con la rivista Internazionale, periodico cosmopolita di grande valore, che raccoglie autorevoli firme da tutto il mondo e che si occupa della situazione sociale, politica, culturale, artistica e mediatica di parecchi Paesi diversi. L’impegno del comico, però, com’è ormai noto, si dimostra sempre su più piani contemporanei. Due anni prima, per esempio, nel 2001, Grillo ha installato nella sua abitazione a Nervi un impianto fotovoltaico da 1,8 kWp, mediante il quale poter addirittura rivendere all’ENEL l’energia auto-prodotta in eccesso, eleggendosi a primo caso italiano di net-metering.

 

Abbiamo un contatore che gira al contrario. – spiega Grillo, entusiasta – E’ una cosa stupenda. Ci mettiamo lì davanti, con tutta la famiglia, a guardarlo, come si fa con la tv. E’ una esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita.

 

Ogni Regione… finanzia il 75% degli impianti fotovoltaici e il 50% di quelli termici. Per un impianto da 3 Kw spendi una trentina di milioni: 24 te li dà la Regione e 6 li metti tu. Così in tre anni sei a posto e avrai energia gratis… Questo è il vero investimento… per la ricerca sul cancro: non più caldaie, che bruciano carbone o petrolio… Tu esci di casa per andare a lavorare o a fare la spesa o una gita e quando torni a casa ti ritrovi dei soldi. Meraviglioso, vero? [vi]

 

Dal 2004, inoltre, Grillo guida un “guida un’auto ibrida Toyota Prius che aveva presentato nel 1998 nel suo documentario ‘Un futuro sostenibile’ (consuma 4 L benzina/100 km)”[vii].

 

Il 2004 – per Grillo, annus horribilis – è anche l’anno di Blackout. Facciamo luce, spettacolo in cui il comico intende spronare la gente alla presa di coscienza della situazione mondiale e nazionale, all’uso continuo e ragionato dell’intelligenza, alla partecipazione attiva alla propria vita e alla vita della nazione. L’inizio dello spettacolo in questione è un palazzetto buio e silenzioso nel quale Grillo fa il suo ingresso con un candelabro a quattro bracci in mano. Contro la guerra in Iraq, amareggiato per la tragedia dello tsunami, e tristemente divertito dalla grottesca assenza, dalla scena politica del Paese, di Berlusconi, via per un “tagliando” di dieci giorni; a favore della luce che ogni uomo deve accendere nella propria mente, Grillo non smette di combattere, di gridare il proprio dissenso. E, allo stesso tempo, di divertirsi e divertirci.

 

È un momento di grosse paure, e allora il ministro dell’Interno Pisanu ci sta dicendo dai giornali che siamo a rischio Al Qaeda. E io adesso ho paura. Perché Pisanu ci dice che siamo a rischio Al Qaeda ma non ci dice cosa dobbiamo fare. Devo stare attento ad Al Qaeda. Allora ho chiamato un mio amico statistico dell’Università di Pisa e ho detto: “Senti, che probabilità ho io di esplodere in un supermercato di Varazze perché a un kamikaze di Cornigliano gli girano i coglioni?”. Mi ha detto: “Una su due milioni e mezzo”. Va bene. Poi ho detto: “Che probabilità ho io di rimanere sotto una macchina in corso Europa?”. “Una su tre.” Ma vaffanculo Al Qaeda…

 

Il 2005 per Grillo è l’anno di internet. Il suo nuovo spettacolo – Beppegrillo.it – parla del web come dell’ultima risorsa che resta all’uomo libero (anche se, in una recente intervista, il comico si dichiara abbastanza perplesso nei confronti di internet: “La speranza doveva essere internet ma adesso sembra mettersi male.”[viii]), di parlare, scrivere, agire, pensare come vuole. Dopo anni passati a “prendersela” con i politici, l’economia, i computer, la nuova protesta di Grillo prende le sue mosse proprio da internet – che il comico usa come un vero e proprio strumento di lotta, attraverso la creazione del proprio, consultatissimo, blog, www.beppegrillo.it.

All’interno del blog di Grillo, nel quale il comico riveste l’arduo incarico di “capo opinionista” e “capo comico”, firmando come sempre ogni pagina con il suo tocco tra il dinamitardo e l’esilarante, ognuno può proporre argomenti, sottolineare urgenze, denunciare ingiustizie, suggerire iniziative, contribuendo così in maniera attiva e ponderata al miglioramento e all’approfondimento delle tematiche, ma anche alla costruzione di una vera e propria “linea editoriale” del sito. Grazie allo humor, alla solerzia e all’intrepida profondità del comico, ma anche per merito della partecipazione di tutti, il blog in questione ha vinto il 14 dicembre 2005 il Premio WWW[ix] come miglior sito internet, all’interno della categoria “News e Informazioni”. Dall’aprile 2006, inoltre, www.beppegrillo.it è il terzo sito web per “informazione online più visitato in Italia ed è tra i primi dieci blog al mondo.”[x]

 

Nel tour Beppegrillo.it come in rete, il comico scrive lettere aperte al Presidente Ciampi, denuncia le frodi delle compagnie telefoniche, discute di guerra, di “interventi umanitari”, di salute e quant’altro. Proprio grazie a questo spettacolo, per esempio, ho scoperto che un farmaco somministratomi l’estate scorsa da un eminente medico della mia città è sotto processo da anni perché potrebbe causare gravi, irreparabili danni all’organismo. A volte, fatali. Ancora, ho appreso che a tre chilometri da Auschwitz c’è un “campo di concentramento” in cui sono morti trecentomila ebrei. Crepati. Di fatica. Non si tratta di un lager nazista, ma di una “società per azioni”, la IG Farben, multinazionale che produceva lo Zyklon-B, il gas con il quale gli ebrei venivano sterminati. Questa orribile storia mi ha richiamato alla memoria un altro fatto, a mio avviso molto simile a quello appena raccontato: qualche anno fa vidi, all’interno di una trasmissione tutt’ora in onda, un presentatore molto ben visto nel suo campo che, durante una fiera di paese, costringeva, ridendo e divertendosi come un matto, un asino a mangiare un salame di carne d’asina. Avreste dovuto vedere come rideva, quel bastardo. E come ridevano tutti, non so se per assecondarlo, perché la situazione sembrava loro divertente o perchè non avevano prestato attenzione alla scena, e sorridevano – un po’ come me da bambina –, solo per non essere da meno. Non ho più visto quell’uomo. Fosse stato per me, lui e il programma sarebbero finiti in carcere. Quando, per caso, mi è capitato di rivedere la trasmissione in causa, mi sono sempre e solo limitata a cambiare canale. Che avrebbe fatto Grillo? Di certo, non avrebbe semplicemente spento la televisione. Tutt’altro.

Per la cronaca, la Farben non è stata chiusa. C’è ancora. Ha solo cambiato nome. Ora si chiama Bayer, è una delle case farmaceutiche più importanti del mondo. Cinque anni fa, la Farben-Bayern ha messo in commercio il Lipobay, un farmaco anticolesterolo responsabile della morte di sessantacinquemila persone. È una roba da matti. Veramente.

 

Il 25 gennaio 2006, per (non) finire, il comico ha dato inizio alla tournée dello spettacolo Incantesimi. Anche questa volta, le città raggiunte saranno in tutto oltre sessanta. Beppe Grillo è stato col suo ultimo spettacolo anche nella mia città, però non sono riuscita a vederlo: i biglietti sono spariti ancor prima di arrivare al botteghino, e io me ne sono accorta troppo tardi. Il giorno della prima – le date erano due – io e il mio futuro sposo siamo arrivati al Teatroteam a piedi, un po’ per seguire le direttive ecologiche del “santone della comicità”, un po’ perché la casa dei miei genitori si trova a pochi passi dal teatro suddetto. Tentavamo di nasconderci tra la folla e, sgusciando tra i corpi ammassati, di sgattaiolare non visti – e non paganti – nel teatro. Niente. I “signori blu” con le pistole ci hanno fermato. Allora abbiamo finto di far parte della caterva di giornalisti. Sventolavamo il nostro accredito come Grillo a San Remo il suo contratto. Niente. I “signori blu” con le pistole hanno controllato di cosa si trattava. Il mio personale accredito era un tesserino della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, peraltro con su scritto, appunto, Artista. O giornalista o artista, pareva dirmi il tizio con la pistola. Invece non mi ha detto niente, mentre mi spingeva “con delicatezza” fuori “dalla benvenuta cerchia dei paganti”. Un paio di altri tentativi falliti, e io e il mio giovane amante siamo finiti a trascorrere la serata davanti all’ingresso del teatro, fumando sigarette e difendendoci – tra il divertito e l’avvelenato – da un pazzo del mio quartiere che si dichiarava il parente più prossimo del cantante Biagio Antonacci. Lo giuro.

 

 

Grillo come Saranno famosi – ovvero – Fame: Grillo finisce su “Time”, “International Herald Tribune” (e sul nostrano “la Repubblica“)

Il primo settembre 2005, all’età di cinquantasette anni, Grillo e “altri cittadini” pubblicarono su “la Repubblica” una sorta di lettera aperta – o di petizione – nella quale chiedevano le dimissioni, in seguito allo scandalo sull’opa Antonveneta, del governatore della Banca d’Italia. Un mese dopo, il “Time”, settimanale statunitense, eleggeva Grillo tra gli “eroi europei dell’anno per gli sforzi e il coraggio nel campo dell’informazione pubblica”[xi]. Nello stesso anno, il comico genovese scriveva – con la partecipazione dei suoi bloggers – un appello, Parlamento Pulito, in opposizione alla “rielezione dei Parlamentari italiani ed europei condannati per vari reati in via definitiva”[xii], pubblicato il 22 novembre 2005 dall'”International Herald Tribune”, quotidiano internazionale.

 

Nonostante l’impegno quotidiano di Grillo (e nonostante l’appoggio e l’aiuto che il comico riceve costantemente da tanta gente onesta), tanta altra gente, pure, è maligna. E Grillo, tra l’altro, non è ancora stato dichiarato un servizio sociale gratuito – la gratuità è la vera rivoluzione e io ci arriverò, predica Grillo in un suo spettacolo –, al cui sostentamento lo stesso Stato, a mio avviso sorta di magnate delle Arti, dovrebbe preoccuparsi di provvedere. Per assurdo, infatti, non solo Grillo non è mantenuto dalla comunità mondiale, ma al contrario risulta, a tutt’oggi, “coinvolto in numerose cause giudiziarie a causa dei suoi monologhi sulle grandi piaghe mondiali come il consumismo sfrenato e la globalizzazione”[xiii]. Ciononostante, il “rivoluzionario della comicità” persiste imperterrito nella diffusione delle sue idee, che divulga, attraverso i suoi spettacoli, in giro per i palazzetti d’Italia e per le televisioni che ancora gli danno voce. Io credo che Beppe Grillo sia un grande uomo. Del resto, è lui l’eroe della nostra storia. Come tale, allora, Beppe Grillo non ha paura. O forse sì. Ma chi non ne ha?

 

 

E qui, siamo veramente alla fine

E qui, siamo veramente alla fine. Il libro con la copertina rossa e nera termina con un brano tratto dallo spettacolo Incantesimi, l’ultimo in ordine cronologico di Grillo. È un pezzo su Forza Italia, manifesti elettorali, ministro Calderoli e ministro Tremonti. L’ultima frase, giusto per rubarvi la sorpresa del finale e conseguentemente farvi passare la voglia di leggere il libro (se siete arrivati sin qui), recita:

 

Loro si sentono addirittura “Serenissimi”. E voi? Vi sentite più sereni e più sicuri adesso?

 

Sempre se siete arrivati sin qui, mi avete lasciato che attendo da tre ore Grillo sotto casa sua. Era veramente casa sua?, mi chiederete. Io credo di sì. O forse no. Fatto sta che tre secondi dopo quelle tre ore sono scappata. Letteralmente dileguatami – evaporata, come Winston Smith di 1984 – da quel cancello in ferro battuto. Non ho lasciato neanche una cellula morta nei paraggi. Perché? Perchè mi ero stancata di aspettare, avevo perso la pazienza, non mi andava più di vederlo, avevo la colite, avevo capito che Grillo è un uomo come tutti gli altri e non meritava tutta questa attenzione. Non è vero.

Grillo merita molto più di tre ore d’attesa. Grillo non è, assolutamente, un uomo come gli altri.

La realtà è che, mentre aspettavo, sono stata colpita alla nuca da un’illuminazione. Volevo scrivere di Grillo, prima di conoscerlo. Per me, la scrittura è uno dei più potenti mezzi di espressione. Quando parlo, infatti, personalmente non riesco mai a esprimermi fino in fondo. Rimango spesso senza parole. Finisco di dire, e so che non ho detto nemmeno lontanamente ciò che avevo in mente. Quando ho seguito l’intervista che Daria Bignardi ha realizzato per Invasioni Barbariche alla figlia bionda bella e giovane di Berlusconi, non ho invidiato il suo aspetto. Ma la sua parlantina. Forbita, precisa, perfettamente conscia di ogni vocabolo adoperato, concisa e insieme ottima nella resa, brillante nell’adozione della terminologia specifica, preparata in ogni campo, la figlia di Berlusconi sapeva esattamente cosa dire, e soprattutto come dirlo. Mi ha veramente affascinato. Io no. Io, quando parlo, inciampo.

Mentre aspettavo Grillo grattandomi la schiena contro il “cancello tosso di ferro battuto di Grillo”, mi accorsi che non sapevo cosa dirgli, a parte le due frasi accennate poco fa. Se lo avessi visto, gli avrei balbettato confusamente Complimenti signor Grillo come sei bravo complimenti. E poi? Se mi avesse domandato qualcosa, lui che è un fiume di parole, lui che ha la battuta pronta per ogni situazione, cosa gli avrei risposto? Avrei chiamato la figlia di Berlusconi al telefono? E se non mi avesse ricevuto? Forse avrei dovuto frequentare la scuola steineriana. Ormai è inutile uccidere mia madre per questo motivo. In caso, devo trovarne un altro, più serio, più verosimile.

Se lo avessi visto in quel momento, sarei rimasta a guardare Grillo senza sapere cosa dirgli. Avrei perso tale importantissima occasione di spiegargli. Sarei rimasta come una cretina senza uno straccio di discorso dentro i denti. Più residui di cibo che parole.

Ora che ho scritto di lui, invece, sono pronta. Tornerò a Genova Nervi, in via Cancello Rosso di Ferro Battuto Altrettanto Rosso. Lo fermerò con le buone. Lo costringerò ad ascoltarmi anche con le cattive. Questa volta, ho un regalo per lui. Un monologo lungo 34 pagine in corpo dodici. 125.116 caratteri con spazi (104.881 senza spazi). 1.571 linee. 240 paragrafi. Circa ventimilatrecentosessantasesi parole, tutte per lui. Senza contare le note a pie’ pagina. Questa volta, so bene cosa dirgli. Comincerò così: Senta, signor Grillo, prima di tutto i miei più appassionati complimenti, e poi… vibrando la mano sul mio monologo infinito, custodito nella fondina d’argento intarsiato fabbricatami appositamente per l’occasione, indietreggerò, con tanto di spaghetti western alle mie spalle, nella polvere. Fissandolo negli occhi, lo sfiderò con un solo movimento, calibrato, della testa. Accetterà, reagendo con un altro gesto appena abbozzato. I nervi tesi, saremo corde di violino. Io sarò pronta a sguainare l’arma, l’aria torrida. Dura gara, duello violento, molto sangue. Alla sua prorompente, improvvisante, traboccante, personalità geniale, opporrò secoli di studio. E di scrittura. E di lavoro. Voglio vedere, se non lo (s)finisco, questa volta.

 

 

Filmografia

• 1982: Cercasi Gesù, regia di Luigi Comencini

• 1985: Scemo di guerra, regia di Dino Risi

• 1988: Topo Galileo, regia di Francesco Laudadio, soggetto e sceneggiatura scritte insieme a Stefano Benni

 

Spettacoli teatrali

• 1991: Buone Notizie

• 1995-6: Energia e Informazione

• 1997: Cervello

• 1998: Apocalisse morbida

• 31 dicembre 1998: Primo Discorso all’Umanità

·  31 dicembre 1999: Secondo Discorso all’Umanità

• 2000: Time Out

• 31 dicembre 2000: Terzo Discorso all’Umanità

• 2001: La grande trasformazione

• 31 dicembre 2001: Quarto Discorso all’Umanità

• 2002-3: Va tutto bene

• 2003-4: Black out – Facciamo luce

• 2005: BeppeGrillo.it

• 2006: Incantesimi

 

articoli giornalistici e testi[xiv]

1993 – Pubblicitari vi odio, “Sette”, suppl. del “Corriere della Sera”, 14 ottobre 1993

1994 – Beppe Grillo e la mela avvelenata, “Il Messaggero”, 16 luglio 1994

1995 – Privatizzare? Se lo fai tu, cittadino, sfuggiamo alla nuova barbarie, “Corriere della Sera”, 14 febbraio 1995

1995 – Attenti al fumo, arriva Joe Camel…, “la Repubblica“, 24 maggio 1995

1995 – Grillo: la mia tv senza spot, “Avvenire”, 30 maggio 1995

1995 – Spot, i venduti siamo noi, Avvenire, 31 maggio 1995

1995 – Quando la pubblicità diventa un dovere, “La Stampa“, 21 giugno 1995

A proposito del Caso 144 da Il quaderno di Grillo: riflessioni periodiche in controtendenza”, numero 2/96 del 19 Gennaio 1996

1997 – breve spettacolo per la “festa di inaugurazione della EWS (Elektrizitätswerke Schönhau), impresa nata dalla privatizzazione popolare della rete elettrica di Schönhau, nella Foresta Nera”[xv].

dal 2004 – collaborazione stabile con la rivista “Internazionale”

2004 – Il caso Parmalat e il crepuscolo dell’Italia, “Internazionale, 29 genaaio 2004

2004 – Forza Italia, casa della libertà: riprendiamoci quelle parole, “la repubblica”, 20 giugno 2004

2005 – La spina da staccare? Quella della tv, “Avvenire”, 31 marzo 2005

Postfazione a Marco Travaglio e Peter Gomez Regime, Bur, ottobre 2004

 

Documentari

1995[xvi] Un grillo per la testa – Lo zaino ecologico e il punto di non ritorno, documentario realizzato con la TSI – Televisione della Svizzera Italiana e vincitore del Premio Gran Paradiso al Canadese International Ecofilm Festival. Mai trasmesso in Italia, è stato pubblicato in vhs dalla EMI, Editrice missionaria italiana (http://www.emi.it/)

1998[xvii]Un futuro sostenibile. Con meno, di più e meglio, una speranza per il nuovo millennio (vincitore premio ENEA 1999 “Sviluppo sostenibile”. Non ancora (mai?) trasmesso in Italia, il documentario si basa sullo studio Futuro Sostenibile del Wuppertal Institut (www.wupperinst.org) ed è stato pubblicato in vhs dalla EMI, Editrice missionaria italiana (http://www.emi.it/)

 

presenze televisive e articoli giornalistici su grillo

Vedi testo e note

 

grillo in internet e…

www.beppegrillo.it blog di Beppe Grillo (nato il 26 gennaio 2005)

www.internazionale.it/beppegrillo

www.feltrinelli.it/beppegrillo

www2.unife.it/~frp/grillo/

www.bol.it

www.internetbookshop.it

www.ilgiardinodeilibri.it

www.segnalidivita.com

it.wikipedia.org/wiki/Beppe_GrilloWikipedia, l’enciclopedia libera” on line

http://www.the1phoenix.net/x-files/grillo.htm

www.raiuno.rai.it/chisiamoR1/0,10948,1993%255EN,00.html per spettacolo Beppe Grillo Show

http://www.beppegrillo.it/meetup.php/

 

… amici di grillo on line

http://www.ews-schonhau.de/ sito internet EWS

www.wupperinst.org sito del Wuppertal Institut

http://www.emi.it/ sito della Emi

www.technorati.com per controllare la posizione del blog di Grillo e in generale i siti più visitati



[i] Nel ’95 (altre fonti indicano il ’98), Grillo “realizza per la Tsi-Televisione della Svizzera Italiana, il documentario ‘Un grillo per la testa – Lo zaino ecologico e il punto di non ritorno’ vincitore del ‘Premio Gran Paradiso’ al Canavese International Ecofilm Festival. Il documentario alterna gli interventi comici di Beppe Grillo con interviste ad esperti qualificati che descrivono il concetto di ‘zaino ecologico’ e di ‘sviluppo sostenibile’. Il documentario non è ancora stato trasmesso in Italia ed è stato pubblicato in vhs dalla Emi, Editrice Missionaria Italiana. [Nel] 1999, [è la volta del] secondo ‘Discorso all’umanità’, trasmesso da Telepiù la notte di Capodanno. [Nel’98-99, inoltre il comico manda in scena] […] per la Tsi […] il documentario ‘Un futuro sostenibile – Con meno, di più e meglio, una speranza per il nuovo millennio’, vincitore del premio Enea 1999 “Sviluppo sostenibile”. Il documentario si basa sullo studio ‘Futuro sostenibile’ del Wuppertal Institut e illustra numerosi esempi di riforma ecologica dell’economia e del modo di vivere. Il documentario non è ancora stato trasmesso in Italia ed è stato pubblicato in vhs dalla Emi, Editrice Missionaria Italiana.” www.internazionale.it/beppegrillo

[ii]2000 – In tour con lo spettacolo ‘Time out’ e su Telepiù a Capodanno viene trasmesso il terzo ‘Discorso all’umanità’. 2001 – In tour con lo spettacolo ‘La grande trasformazione’ ( e su Telepiù a Capodanno viene trasmesso il quarto ‘Discorso all’umanità’. 2002-2003 – In tour con lo spettacolo ‘Va tutto bene’. 2003-2004 – In tour con lo spettacolo ‘Black out – Facciamo luce’. Partendo dall’episodio del black-out nazionale del 28 settembre, illustra il declino dell’Italia con episodi della vita quotidiana e con 20 indicatori sociali ed economici. 2005 – Il 26 gennaio parte il nuovo tour ‘BeppeGrillo.it’ che girerà per tutta l’Italia per oltre 60 date, solo in Palasport.” www.internazionale.it/beppegrillo

[iii] Della quale, nel novembre 2001, Tele+ trasmise (questa volta criptandola) una selezione tratta da una decina di spettacoli tenutisi “prima” e “dopo” l’11 settembre

[iv] Postfazione a Regime

[v] secondo altre fonti, l’inizio è databile al 2004

[viii] intervista di Roberto Carvelli, apparsa su “Bella”

[ix] Premio istituito nel 1997 da Il Sole 24 Ore e patrocinato dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie Italiano

[x] “Con 170.000 accessi quotidiani (aprile 2006) il blog www.beppegrillo.it è il terzo sito di informazione online più visitato in Italia ed è tra i primi dieci blog al mondo (www.technorati.com). Grazie al software online http://www.meetup.com/, che facilita l’incontro di attivisti di comunità locali, si sono formati 107 gruppi ‘Meet-up’ di amici di Grillo (aprile 2006), che organizzano iniziative locali di impegno civile. Ai Meet-up di Grillo partecipano circa 16.000 persone (aprile 2006), in costante comunicazione attraverso la rete (http://www.beppegrillo.it/meetup.php/)” www.internazionale.it/beppegrillo

[xiv] per quanto riguarda gli articoli di giornale presenti anche nel libro di Grillo, sono stati mantenuti gli stessi titoli adottati nel volume Tutto il grillo che conta

[xv] sito internet EWS: http://www.ews-schonhau.de/

[xvi] altre fonti indicano il 1998

[xvii] altre fonti indicano il 1999

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