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Educare il bambino con disabilità – Luisa Coduri

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Vol.1
Sviluppo cognitivo e apprendimentoscolastico
 
Educare il bambino con disabilità sipresenta come un manuale di pedagogia e didattica speciale. Esso vuoleessere uno strumento rivolto non tanto alla formazione universitaria, quantopiuttosto un sussidio per operatori, insegnanti, genitori che si interroganoquotidianamente nel loro percorso di vita su come aiutare al meglio i bambiniche presentano disabilità cognitive o di altro tipo per un pieno inserimentonel mondo della scuola.
Usando la metafora del viaggio e dell’agenziadi viaggio che deve organizzare un percorso per un gruppo di turisti, tra iquali sono presenti anche persone che non hanno le stesse capacità motoriedegli altri, l’autrice presenta il lavoro didattico con gli alunni con bisognieducativi speciali come il tentativo di agevolare un itinerario che, lontano daessere uguale per tutti, deve comunque condurre tutti alla stessa meta; non sitratta, come presenta in modo molto acuto l’autrice, né del “cambiare ad ognicosto”, investendo energie eccessive per compensare le aree che presentanomenomazioni rispetto a quello degli altri alunni (e qui verrebbero in mentetutti quegli inutili sforzi di pianificare obiettivi didattici esagerati einutili in caso di ritardi mentali molto gravi), né di “lasciare vivere””, cioèadeguarsi a un livello minimo di adattamento su semplici consegne chesoddisfino le poche pretese e le poche aspettative di tutti nei confronti dichi presenta un certo tipo di disabilità. Si tratta piuttosto di unatteggiamento educativo che, intraprendendo un percorso specifico di conoscenzadel singolo alunno, formulando mete generali e obiettivi intermedi specifici,scegliendo risorse e materiali adatti, abbia come scopo il raggiungimento diuna situazione di normalizzazione quanto più adatta possibile.
In questo senso la “normalità”, nell’intenzionidell’autrice,  consiste nel raggiungimento della felicità adatta a me, cioèquella felicità che io come singolo, con le mie capacità, ma anche con i mieilimiti, posso raggiungere insieme agli altri. Non  si tratta di una “normalità”uguale a quella degli altri, ma il mio modo di essere felice, di raggiungerequegli obiettivi specifici di apprendimento che io posso raggiungere  e che miconsentono di vivere in questo senso una vita “normale”.
All’interno di queste idee di fondo, l’autrice sviluppaun testo molto concreto, che offre spunti e riflessioni pratiche su cosa vogliadire concretamente formulare un progetto educativo individualizzato per alunniin situazioni di disabilità. Lo stile di scrittura è semplice e fruibile ancheda coloro che non abbiano studi specialistici; i concetti espressi, le metaforeprese dalla vita concreta, il continuo riferimento a casi realistici,presentati al termine di ogni capitolo in modo evidenziato e comunque presentiin modo costante in ogni pagina del libro, rendono questo volume della Ericksonun manuale adatto a un vasto pubblico. La stessa autrice, Luisa Coduri,pedagogista e psicologa, fa spesso riferimento alla sua esperienza diformatrice con bambini con bisogni speciali, ma anche come formatrice diinsegnanti, dando molti suggerimenti per la stesura di programmi scolastici chefavoriscano il benessere e l’integrazione dei ragazzi che presentano maggioridifficoltà.
Il libro è diviso in dieci capitoli: dopo il primo chepresenta le caratteristiche dei bambini disabili e del loro modo di ragionare,di relazionarsi, di essere attenti e motivati all’apprendimento, il testosviluppa tutta una serie di riflessioni che riguardano la costruzione di unprogetto educativo adeguato che sia adatto ai bisogni speciali che i ragazzipresentano. Questo primo volume della collana sviluppa soprattutto iriferimenti all’area cognitiva, cioè a quell’area che attiene all’ambito del saperee del saper fare (lasciando ad ulteriori volumi ambiti altrettantoimportanti come l’educazione emotiva, affettiva e relazionale); la prospettivaè quella di presentare i ragazzi con difficoltà cognitiva  come ragazzi chepresentano non tanto un modo di ragionare sbagliato, quanto piuttosto un mododi pensare diverso, rispetto a quello logico- razionale su cui si basa unabuona parte degli apprendimenti; in questo senso l’educatore può partire daesperienze che stimolino il pensiero intuitivo, la capacità di farecollegamenti, l’attenzione alle cose e ai fatti, piuttosto che alle sempliciidee e concetti astratti.
Il capitolo 8 e il capitolo 9 presentano due storie divita, che lasciano intravedere buone prassi di didattica speciale: sitratta della storia di Dario, in ambiente pre-scolare, e quella di Angelo,nella scuola primaria.
L’attenzione all’alunno nella sua singolarità e nellasua esperienza concreta, da cui emergono suggerimenti pratici su come impostareil lavoro scolastico, si evince non solo da questi due capitoli, ma anche dallascelta narrativa, fatta dall’autrice, di chiamare i bambini con bisognieducativi speciali raggruppandoli sempre sotto il nome generale e fittizio diAndrea. Il manuale quindi adotta uno stile  estremamente colloquiale neiconfronti del lettore: il ragazzo con problemi cognitivi diventa una personaconcreta, un bimbo con un nome specifico da aiutare nel suo percorso di vita enei suoi progressi scolastici.
L’ultimo capitolo chiude con una griglia di domande chefacilitano l’insegnante e l’operatore nella prima fase di conoscenzadell’alunno; sappiamo bene come la raccolta di informazioni sia fondamentaleper l’impostazione di un corretto piano individualizzato, a cui sono chiamati acollaborare, secondo anche le  più recenti indicazioni del MIUR, anchefamigliari e operatori del mondo extra-scolastico, proprio per questa necessitàdi avere un quadro il più possibile concreto del ragazzo.
In conclusione, il libro della Coduri si presenta comeun testo originale per avere un manuale di didattica speciale scritto in modoestremamente fruibile anche da un pubblico più vasto di quello deglispecialisti e degli addetti ai lavori; insegnanti, operatori e genitoripotranno trovare nei numerosi suggerimenti rivolti al lavoro quotidiano stimolie consigli preziosi per aiutare Andrea, cioè la persona concreta che, con isuoi bisogni speciali, le sue caratteristiche uniche e irripetibili, i suoilimiti, ma anche le sue potenzialità, si presenta nel nostro lavoro educativoquotidiano.

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