Vincere La Sfida Quotidiana Della Monogenitorialità
In base ai dati Istat si stima che in Italia nel biennio 2015-2016 i nuclei familiari monogenitoriali in cui è presente almeno un figlio minore siano pari a 1.034.000, cioè circa il 15,8% di tutti i nuclei familiari con figli minori. E’ un fenomeno che riguarda soprattutto le madri single, che sono893.000 rispetto ai loro omologhi maschili (141.000), e che è in costante aumento se si pensa che il numero si è più che raddoppiato dal 1983.
La monogenitorialità è un termine, quindi, che designa una realtà ampia e variegata nel panorama odierno; essa può essere la conseguenza in realtà di tante situazioni, a volte anche diametralmente opposte, come un lutto, una separazione improvvisa, una lontananza dovuta a motivi lavorativi oppure anche una scelta consapevole di vita.
E’ un fenomeno che trova anche diverse risposte culturali e legislative in tante parti del mondo; sicuramente è una realtà che richiede di essere compresa e sostenuta nel tessuto sociale.
Il libro “Genitori al singolare” cerca di offrire spunti di riflessione e di buone pratiche per affrontare questo argomento; esso è frutto dell’esperienza e del lavoro trentennale di Claudette Gulmaine, mediatrice famigliare, esperta di adozioni internazionali e formatrice canadese. Lo stile del libro è soprattutto narrativo: nelle sue 200 pagine il testo presenta soprattutto delle “storie di vita”: nella prefazione del libro si elencano i nomi di ben quarantadue genitori intervistati la cui storia costituisce la principale “intelaiatura”, su cui ogni tipo di riflessione che il testo propone viene costruita. Le “storie di vita”, infatti, non costituiscono delle semplici e veloci citazioni, ma sono un vero e proprio modo di “dare voce” all’esperienza, rendendo questo testo soprattutto un incontro del lettore con “genitori al singolare” con le loro fatiche, difficoltà, ma anche risorse e capacità di trasmettere un messaggio importante dalla loro esperienza.
Il libro è diviso in quattro capitoli: i primi due (“modelli di monogenitorialità” e “la monogenitorialità è vissuta in maniera diversa a seconda del genere?”) offrono un quadro generale all’interno del quale collocare il vasto panorama del tema di cosa significhi essere “genitori al singolare”. Nel primo capitolo si prende in considerazione, per esempio, la vasta eterogeneità del fenomeno che può riguardare genitori “soli” dopo la morte del coniuge, oppure dopo una separazione consensuale o non consensuale, oppure che si sono ritrovati “soli” a causa di circostanze lavorative, o di immigrazione di uno dei due partner per periodi più o meno lunghi. In molti casi la monogenitorialità deve fare i conti con una cogenitorialità (ovvero la realtà di un altro partner che continua a tenere legami con il proprio figlio o di nuovi partner) oppure deve tenere presente il rapporto del genitore single con la propria famiglia di provenienza che spesso rappresenta per molti un punto di ritorno obbligato nelle prime fasi della monigenitorialità.
Anche il secondo capitolo, arricchito dallo stile di testimonianze vive, offre una presentazione interessante del diverso modo (ma anche delle interessanti somiglianze) in cui si vive la monogenitorialità in ambito maschile o femminile.
La seconda parte del libro, costituito dal terzo e quarto capitolo, ha una finalità più operativa di presentare l’organizzazione familiare (capitolo terzo) e le diverse circostanze con cui ci si trova ad essere genitore e single (capitolo quarto): anche in questa parte emerge la grande esperienza dell’autrice che spazia in modo molto completo su tanti aspetti che riguardano la vita quotidiana: si prendono in esame gli aspetti economici, pratici, sociali, educativi e anche spirituali; si presentano le “trappole affettive” più frequenti che spaziano dall’iper-protettività alla parentificazione (cioè trattare i figli da “adulti” in modo esagerato), dalla colpevolizzazione fino all’amore incondizionato fino all’esaurimento. Si offrono consigli importanti che in modo non banale si possono applicare a qualsiasi famiglia, come l’importanza di “respirare” per primi (cioè avere tempo per sé), di non idealizzare, di cercare sostegno e fare squadra.
Questo manuale della Guilmaine si presenta proprio come un testo completo sia per genitori single per i più diversi casi della vita, sia per mediatori famigliari, ma in generale anche per tutti i genitori che vogliono mettersi in ascolto di tante esperienze in cui forse ogni famiglia si può rispecchiare per periodi più o meno brevi della propria esistenza.
Molto interessanti anche i “box” che sono presenti nei diversi capitoli (“dal titolo “Sapevate che?”) ricchi di dati statistici e di esempi o spunti di riflessione.
La dimensione formativa del libro (spendibile anche per corsi di formazione) si vede anche dalle schede “cassetta degli attrezzi” che offrono questionari, materiale e spunti operativi per ogni capitolo del libro.
Va segnalato, infine, anche l’impegno di Mariella Bombardieri, formatrice e autrice di pubblicazioni sul tema della genitorialità, che ha curato l’edizione italiana del testo e che ha offerto oltre alla traduzione anche alcuni riferimenti alla realtà italiana, diversa a livello statistico e legislativo dalla situazione canadese, comprendenti anche una buona bibliografia, sitografia e riferimenti a associazioni italiane che operano in quest’ambito.