COSTRUIRE RELAZIONI SERENE CON LE PERSONE CON DEMENZA
Recentemente è uscita una classifica che indica l’Italia come uno dei paesi in cui vivono il maggior numero di centenari al mondo.
Sappiamo come la nostra società si caratterizzi per un forte aumento della popolazione anziana, visto i grandi progressi medici dell’ultimo secolo.
Eppure sappiamo altrettanto bene, per esperienza diretta di tante famiglie, quanto non sempre l’invecchiamento della popolazione abbia costituito, aldilà delle statistiche anagrafiche, un altrettanto importante aumento della qualità della vita. La persona anziana ha infatti bisogno di essere supportata con una rete di relazioni che integrano le cure mediche: la medicina, infatti, se non trova un supporto in una rete di relazioni positive che stimolano le persone anziane a vivere bene non troverà mai la giusta colaborazione del paziente e risulterà inefficace.
Questa importanza delle relazioni, si vede soprattutto, nello specifico, nell’assistenza di “persone con demenza” di cui tratta questo libro.
La collana “Assistere gli anziani”, della casa editrice Erickson, ha proprio lo scopo di fornire materiale per famigliari e operatori dell’assistenza impegnati nella cura di questi nostri cari; l’assitenza delle persone con demenza (che il testo in tante parti chiama con il sinonimo di “persone disorientate” per indicare gli effetti che la degenerazione a livello celebrale provoca nella lucidità) è forse fra le realtà più difficili perchè provoca spesso senso di frustrazione, di inutilità degli sforzi profusi, di rassegnazione e di rabbia.
La prospettiva che il libro propone in questo senso è quella del METODO VALIDATION, metodo elaborato tra il 1963 e il 1980 da Naomi Feil, un’operatrice americana, di origine tedesca. Negli anni ’60, la Feil si era trovata a lavorare in un ricovero per anziani di Cleveland, negli Stati Uniti: qui, era entrata in contatto col mondo degli anziani disorientati, e aveva iniziato ad elaborare questo approccio.
Il testo della Erickson è scritto dalla figlia della Feil, che oggi prosegue questa strada di assistenza la quale ha avuto una importante diffusione internazionale. In Italia, il metodo è promosso dalla Federazione Alzheimer Italia.
“Validate” significa proprio “legittimare” e la prospettiva del libro apre un mondo di riflessioni e pratiche che hanno a che fare con il nostro modo di rapportarci alle persone “disorientate”: è una prospettiva NON GIUDICANTE, che cerca di entrare nel mondo di chi, al termine della propria esistenza, entra in un modo diverso di contatto con la realtà. L’estraniamento che la persona con demenza vive infatti spesso altro non è che un modo con cui l’anziano trascorre la sua esistenza cercando di fare un “bilancio” della sua vita, chiedendo di essere rispettato nei suoi sentimenti, nelle sue memorie e nelle sue progressive perdite.
Leggendo le pagine del testo, che contiene poco più di un centinaio di pagine, si è spesso portati a fare un “esame di coscienza” rispetto a tutte quelle volte che ci mettiamo davanti al mondo degli anziani senza in realtà accettarli per quello che sono e caricandoli delle nostre aspettative (per lo più irrealistiche) rispetto a quello che dovrebbero dire, dovrebbero fare, dovrebbero essere.
Il testo è diviso in tre capitoli:
a) CHE COSA SUCCEDE IN UN ANZIANO DISORIENTATO: in questo primo capitolo si entra nel mondo della demenza (analizzando i diversi aspetti dei nomi ad esso collegati come appunto il termine Alzheimer, demenza e disorientamento). Questo capitolo, oltre a presentare i principi più importanti del metodo Validation, permette di riflettere su cosa avviene in molte persone nelle ultime fasi della propria vita e su quali cambiamenti avvengono nelle famiglie che si prendono cura di loro.
b) COME COMUNICARE COI TUOI FAMIGLIARI DISORIENTATI: è un capitolo di tipo operativo che si concentra sulle diverse fasi dell’assistenza a partire da alcuni verbi specifici: centrarsi, orientare, trovare la giusta distanza, essere empatici e usare le giuste tecniche (sia verbali che non verbali). E’ un capitolo molto interessante, ricco di suggerimenti pratici e utili che impostano una corretta relazione di aiuto la quale tenga in considerazione i reali bisogni della persona che si assiste, conciliandoli con le inevitabili fatiche di chi presta aiuto.
c) COME AGISCE VALIDATION NELLA VITA QUOTIDIANA DELLE FAMIGLIE: l’ultima parte del libro è dedicata al racconto di una decina di “casi di vita”, che vengono analizzati come spunto per riflettere su cosa voglia dire mettere in pratica il metodo nella quotidianità; chi ha parenti affetti da disorientamento – demenza troverà degli spunti molto importanti su come vivere in modo positivo quegli aspetti che forse più spesso costituiscono occasione di frustrazione e difficoltà (come la perdita della memoria, la ripetizione continua di frasi e domande, lo scontro con la dura realtà di genitori che progressivamente non riconoscono più neanche i propri figli).
Per evidenziare il carattere pratico del testo, il libro presenta alla fine tre appendici in cui si parlano dei gruppi di auto aiuto e si fornisce materiale riassuntivo o fotografico su quanto si è sviluppato nei precedenti capitoli.
Il manuale è rivolto in particolar modo a quanti hanno famigliari con problemi di demenza, Alzheimer, disturbi degenerativi, disortientamento e a quanti, per motivi professionali, lavorano in generale con persone anziane. E’ estremamente chiaro e semplice nella esposizione e quindi fruibile da parte anche di chi non ha conoscenza pregresse su questo argomento, ma allo stesso tempo si vuole fare un’idea degli approcci formativi più innovativi nell’assistenza in questo tipo di settore.