Un nuovo capitolo nella discografia di Blessed Child Opera, la creatura artistica di Paolo Messere, che ritorna con un doppio album a solo un anno di distanza dal precedente “A Wonderful Breath Of Life” realizzato e suonato in completa solitudine. 23 tracce divise in due dischi, “Love Songs” e “Complications”, un dualismo dettato sia dai temi dell’album sia dalle situazioni che lo hanno ispirato. Sono canzoni dalle atmosfere scure, un suono e un marchio di fabbrica riconoscibili costruiti in anni, tra sonorità alternative folk e gothic, momenti psichedelici e altri più aggressivi in cui emerge il suono delle chitarre. Un lavoro che viene descritto così dal suo autore, musicista, produttore e titolare di Seahorse Recordings, etichetta indipendente attiva dal oltre 15 anni sulla scena italiana ed internazionale. “Sono ritornato a raccontarvi della mia storia e quella dei B.C.O.. Ho avuto un periodo come al solito costellato da eventi contraddittori. Ho potuto avere la comodità di scrivere ogni sera ininterrottamente per parecchi mesi nel mio studio di Siracusa.
“Love Songs/Complications” è il nono album pubblicato da Blessed Child Opera a partire dal 2001, un progetto in continua evoluzione stilistica che nel corso degli anni ha visto diverse formazioni ed ora al fianco di Paolo Messere voce, chitarra ed elettronica sono presenti Rino Marchese, basso ed elettronica ed Ivano Augugliaro alla batteria.
Credits
Scritto, suonato, registrato & masterizzato da Paolo Messere – Seahorse Studio Siracusa/Plemmirio Matteo Anelli – batteria in “I Force Myself” e “Torpore” Peculiaroso – chitarra in “You Know That Nothing Is Lost” Label: Seahorse Recordings / Edizioni: New Model Label
Love Songs: 1. I Force Myself / 2. Torpore / 3. Bleeding On Me / 4. Boat Sunk Years Ago / 5. Borderline Of Collapse / 6. Just Like A Mental State / 7. It’s Easy To Ease It / 8. Today Is Not Those Days, Today Is Not Good Times / 9. You Know That Nothing Is Lost / 10. In Your Panties / 11. Wondering In The Streets
Complications: 1.You Don’t Need It / 2. Pray That God Will Always Give Me The Strenght /3. Nothing Can Stop Me / 4. Do You Have Choose For Life / 5. It’s Not From Me / 6. Musty Fruits Pool / 7. Live Forever In Oblivion / 8. Kill That Bastard / 9. I’ll Never Be / 10. As A Gift From Some God / 11. You Need Me As You Would Need Any Other / 12. Loosing In Your Arms
Intervista
Davide
Ciao Paolo. Doppio cd: il primo si intitola “Love Songs” e il secondo “Complications”. Cominciamo da “Love Songs”. Cosa vi affronti dell’amore?
Paolo
Affronto un progetto di vita in 2 andato male. Sogni, protezioni, proiezioni di due persone che non riescono a liberarsi l’uno dell’altro. Ed è così tutt’ora… Si affrontano anche i temi della tenerezza, e della razionalizzazione di ciò che non sarebbe affatto oggetto di una continua analisi…
Davide
Il filosofo Bergson scriveva che l’uomo dovrebbe mettere altrettanto ardore nel semplificare la sua vita quanto ce ne mette nel complicarla. Ma c’è anche chi pensa che la semplicità sia alla fine piuttosto noiosa. Quali sono state invece le riflessioni della seconda parte del lavoro, quindi intorno alle complicazioni?
Paolo
Le complicazioni sono gli effetti di ciò che la ragione tende a semplificare, di cui l’anima ed il cuore continuano a subire. Gli effetti del legame, terminato, quelli relativi alla sensazione dell’abbandono, della solitudine, dell’ostinazione, del disincanto, della disillusione, della perdita totale dell’ingenuità, dell’assenza carnale, dell’assenza a se stessi, delle rabbie insolute, delle profondità insondate…
Davide
Sono due lavori pensati, nati e lavorati separatamente in due diversi periodi e poi così riuniti o tutto è nato contemporaneamente come progetto unico ma che doveva viaggiare comunque in parallelo, con similitudini e rimandi ma anche con differenze ben precise?
Paolo
Le canzoni sono sopravvenute tutte insieme, tranne 3 o 4 che erano vecchie composizioni, in uno scenario di scissione totale di sentimenti, ho trovato la quadra del disco. Il mio periodo di vita a Siracusa mi ha portato a vivere a contatto con la musica ogni giorno, soprattutto ogni sera. Non è stato un problema per me far rientrare le songs nei due dischi, perché rispetto ad altre fasi della mia vita, ho vissuto abbastanza serenamente la dualità o meglio la molteplicità di sentimenti ed umori.
Davide
In “Complications”, capitolo dalle tinte più dissonanti e cupe, sono stato raggiunto da qualche eco bowiana e dell’ultimo suo “Blackstar” ma, naturalmente, questa è stata soltanto una mia impressione personale. “Love Songs” si dispiega invece più aperto e luminoso. C’è una reale voluta bipolarità tra i due cd?
Paolo
Si il disco è completamente bipolare, come il contenuto dei testi… non ho voluto facilitare il compito di chi mi doveva giudicare o assolvere a pratiche di marketing perché sono fuori da questo mondo e son ben felice di esserlo. Sto cercando solo di esprimere in questo periodo il massimo della mia artisticità e spero di esserci riuscito, mostrando due lati del mio vissuto, quello sognante e quello devastatante e volutamente oscuro…
Davide
Mi interessa molto come tu riesca a rendere la strumentazione acustica un muro del suono nitido, profondo e soprattutto potente senza bisogno di elettrificarsi o elettronificarsi. Qual è la tua formazione di regista o tecnico del suono? Qual è la tua ideale “visione” del suono e qual è il tuo rapporto, la tua misura con il suono acustico, elettrico oppure elettronico?
Paolo
Domanda veramente bella e qui mi trovi in difficoltà…
Ho provato a costruire nel tempo un disegno di suono molto personale per i BCO. Sono come una spugna. Ascolto molta musica (non italiana), di notte mentre dormo; i suoni si insinuano nella mente e si stagliano geometrie sonore varie a cui bisogna trovare un nome, un colore che sia omogeneo. La mia tavolozza di colori sonori si sta incrementando sempre di più col passare degli anni e il sampling sta diventando necessario. Ma i campioni devono essere scelti per bene e devono ispirare acusticità per quanto siano di matrice elettronica. Il songwriting e le matrici rock da cui provengo sono un processo che oramai va in automatico.
Davide
Hai iniziato a suonare presto la chitarra, hai fatto parte di svariati gruppi fino ad approdare per un paio d’anni nella formazione degli Ulan Bator. Più del chiederti che tipo di formazione musicale hai, ti chiederei quali esperienze vorresti ancora fare con la musica?
Paolo
Vorrei avvicinarmi alla pienezza sinfonica di un’opera. La forma canzone, ad un certo punto avrà una sua difficile completezza, perché più vado avanti più non riesco a semplificare, a togliere a rendere minimale una canzone. Ascoltando il nuovo dei Dead Can Dance sto imparando invece a collegare il mio immaginario sinfonico ed etnico alle mie composizioni viscerali, e sta venendo fuori un nuovo progetto che probabilmente non sarà più a nome Blessed Child Opera.
Davide
A quali etichette ti sei ispirato, che tipo di estetica avevi in mente nel momento in cui hai fondato la Seahorse Recordings e come questa si è evoluta nei suoi quasi vent’anni?
Paolo
Mi piaceva la 4AD, la Creation, la Constellation. La Seahorse Recordings è nata anche da quest’amore per quei suoni, per quell’estetica, per quella sobrietà. Oggi, è molto difficile per me, per esigenze di mercato, tenere in piedi questa idea di label, per quanto la S.R. si esprima (anche e non solo con gruppi Italiani) a livelli artistici di ottimo livello.
Davide
Ma torniamo a Love Songs/Complications. Nella scelta che hai fatto fin dal principio e che continua della lingua inglese, oltre che sentirla più congeniale, c’è anche una qualche presa di posizione verso l’Italia?
Paolo
L’Italia è un posto giusto per viverci, è un buon punto di partenza per qualsiasi artista. ma non sopporto più il dovermi relazionare con la scarsezza di professionialità e di spazi per musicisti come me, che vivono di questo, che portano avanti un progetto di vita.
Nel mio piccolo o grande che sia, sto provando a combattere anche e non solo per conto mio, queste difficoltà. Canto in Inglese da sempre, ed i miei tentativi con l’italiano sono sempre stati pessimi
Davide
Cosa seguirà?
Paolo
Ci saranno dei tour, in Italia, nell’Europa dell’Est e dell’Ovest, uno in Inghilterra e poi forse uno negli states.
Probabilmente faremo un best of dei nove dischi della band con tiratura limitata in vinile.
Davide Riccio, di Torino, educatore, musicista polistrumentista, compositore, scrittore e giornalista. Svolge l’attività di educatore. Ha pubblicato poesie e racconti su svariate antologie e riviste dal 1985 ad oggi.
Suoi libri: Povertissement (Genesi editrice, 2006), Sversi (Libellula Edizioni, 2008), Neumi – Cantus Volat Signa Manent (libro illustrato con cd musicale, Genesi editrice, 2011), Bowie.It – Italian Bowie (e-book Kult Underground, 2019), Solo a Torino (Albatros, 2019), Raccolti (Oedipus, 2019), “Poesie fuoriporta” (Campanotto Editore, 2019), La banca dei reincarnati (romanzo, Genesi editrice, 2021), Poi Sia (Genesi editrice, 2021), “Il Musico – Una storia ritrovata”, biografia di David Rizzio, prefazione di Sergio Soave (Genesi, 2022), “A qualsiasi titolo” (Genesi, 2022), “Italian Bowie – Tutto di David Bowie visto in Italia e dall’Italia” (Arcana, 2023).
Dal 1999 ha collaborato con quotidiani e periodici (Torino Sera, La Val Susa, Oblò). Dal 2004 scrive di musica e cura interviste con gruppi musicali e musicisti italiani e internazionali per la e-zine Kult Underground.
Dal 2013 ad oggi ha realizzato programmi radiofonici tematici come autore e speaker per la webradio torinese Radio Banda Larga, RadioArte e Webradio Network.
Dal 2010 ha curato o preso parte ad alcuni cortometraggi e lungometraggi di fiction e documentari come regista, autore o co-autore, attore o voce narrante. Suona e compone musica, ha pubblicato lavori come ospite, a nome proprio o con l’aka DeaR o in diversi gruppi e progetti. Suoi ultimi lavori sono il doppio cd “New Roaring Twenties/Human Decision Required” (New Model Label, 2021) e “Out of Africa” (Music Force, 2021), “Mon Turin” (Music Force, 2022), “DeaR me!” (2023).
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