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Dark Souls

9 min read
gioco per 1-4 persone
Autori: David Carl, Alex Hall, Mat Hart, Richard Loxam
Editore: Steamforged Games (www.steamforged.com)
 
È facile intuire che questo gioco da tavolo si basi sulla omonima serie di videogiochi (per PC e console), della quale il solo primo capitolo ha venduto ben 5 milioni di copie (recentemente siamo arrivati al terzo, da cui è stata presa l’immagine sulla scatola), conoscendo DS posso dire che il successo è assolutamente meritato, dato che ha saputo caratterizzarsi attraverso una serie di elementi molto peculiari: una trama fantasy molto articolata, ed estremamente cupa, un mondo strutturato in vari luoghi per buona parte accessibili fin da subito (per cui bisogna scegliere bene la strada per non incontrare in nemici imbattibili al livello iniziale) e un meccanismo di progressione attraverso il quale bisogna decidere quando sostare nei punti in cui riposare e salire di livello (i famigerati “Falò”), sapendo però che in questo modo tutti i nemici ritorneranno nelle posizioni iniziali (e andranno nuovamente affrontati), e infine un elevato numero di “Boss”, tutti differenti tra loro nell’apparenza e nelle strategie di combattimento, e tutti difficili da eliminare (anche se, fortunatamente, una volta battuti non ricompaiono più). In pratica la partita si articola su un meccanismo di “sfida” che ci mette continuamente davanti alla decisione se provare ad avanzare di un’altra stanza alla ricerca del prossimo Falò (ma quindi rischiare di venire uccisi e dover ricominciare più indietro, con l’ulteriore possibilità di perdere tutte le anime accumulate finora) oppure ritornare volontariamente sui propri passi e riposare al Falò precedente trasformando le anime in miglioramenti del personaggio.
Questo gioco è stato realizzato con una campagna di crowdfunding su Kickstarter che ha raccolto la notevole cifra di 3,7 milioni di sterline, sicuramente grazie alla fama del videogioco (31.000 sottoscrittori significa una tiratura equivalente, ovvero numeri che raramente si vedono nel mondo dei giochi da tavolo), la casa editrice aveva al suo attivo solo un altro gioco (“Guild Ball”, un oscuro gioco sul football con ambientazione medievale), mentre ha recentemente utilizzato un altro brand famoso per una nuova campagna su Kickstarter, ovvero il videogioco “Resident Evil 2” (che ha raccolto 800.000 sterline su 7.500 sottoscrittori). Notare che a differenza di altri titoli ristretti alla campagna, ora è possibile acquistare Dark Souls nei normali negozi.
Nel dettaglio, dato che replicare in un gioco da tavolo la complessità e la varietà della parte esplorativa sarebbe stato molto difficile (tutti gli ambienti sono collegati tra loro in tre dimensioni, con diverse scorciatoie da trovare per accorciare i percorsi), gli autori hanno preferito puntare sul combattimento, strutturando una partita in una serie di scontri contro tanti nemici di basso livello, un “mini-boss” a metà partita e un “boss” finale (la cui sconfitta decreta la vittoria), utilizzando un meccanismo cooperativo che pone tutti i giocatori nella stessa fazione, contro i nemici che muovono con regole automatiche.
La scatola è di formato quasi standard (la base è uguale a quella de “I Coloni di Catan”, ma è alta più del doppio), e contiene:
– plance con le stanze in cui combattere,
– plance per i personaggi dei giocatori,
– miniature di plastica per i personaggi e i mostri,
– vari mazzi di carte,
– dadi a sei facce non standard,
– segnalini di cartoncino,
– cubetti di legno,
– regolamento.
I materiali sono molto buoni, le carte ben illustrate, le plance robuste (anche se a tinte un po’ fosche) e soprattutto le miniature sono molto ben definite e di grande formato (soprattutto i boss) e rappresentano bene le peculiarità dei personaggi del videogioco. Nella scatola base sono presenti quattro personaggi (e quindi può supportare un numero analogo di giocatori), sedici nemici di livello medio-basso, quattro mini-boss (da utilizzare a metà partita) e due boss (sarebbero tre miniature, ma due vanno usate in coppia). Dato che c’è un po’ di testo sulle carte e sulla plancia dei personaggi converrebbe giocare con la versione in italiano, dato che esiste, ma ha avuto un’esistenza un po’ travagliata: la prima traduzione era a dir poco amatoriale (sembrava uscita da un software di traduzione automatica), la seconda revisione era molto meglio, ma se il regolamento è stato stampato con questa, per le carte è stata usata la prima versione, e quindi siamo ancora in attesa delle carte stampate correttamente. Il tutto risulta comunque giocabile, ma è un punto che va considerato se state decidendo tra la versione in inglese e quella in italiano.
Uno dei punti di forza di questo gioco è la rapidità di preparazione di una partita: delle sei plance, se ne mettono quattro casualmente intorno alla plancia del Falò, e si piazza la tessera del “muro di nebbia” sulla porta più lontana (sarà la porta da attraversare per combattere contro il mini-boss), in base al numero dei giocatori si imposta su una ruota il numero di scintille a disposizione: questo è molto importante dato che ogni volta che i giocatori riposeranno al Falò (e saranno obbligati a farlo se un personaggio muore) dovranno spendere una scintilla, e all’esaurimento delle scintille la morte di un personaggio significherà la sconfitta.
Ora va scelto uno dei quattro mini-boss da affrontare in questa prima metà della partita, e la carta relativa indicherà quali tipi di carte scontro dovranno essere pescate da associare alle quattro plance: queste riportano quali tipi di nemico e oggetti/trappole dovranno essere posizionate in ogni plancia. Ogni giocatore sceglie un personaggio e ne prende le relative carte, le quali indicano le armi in dotazione alla partenza, e piazza quattro cubetti all’inizio delle tracce relative alle quattro caratteristiche (Forza, Intelligenza, Destrezza, e Fede, che determineranno quali oggetti potrà utilizzare). Sulla plancia dei personaggi vanno piazzati quattro segnalini: “Azione Eroica” (all’inizio sul lato attivo), che permette di eseguire l’azione speciale di ogni personaggio; “Fiaschetta di Estus” (attivo), che permette di ripristinare tutta la salute e azzerare la fatica; “Fortuna” (attivo), che permette di rilanciare un dado; “Tizzone” (non attivo), che se trovato tra gli oggetti diminuisce di una le ferite prese ad ogni attacco. Quando un personaggio riposa al Falò i primi tre segnalini si riattivano (e il quarto si disattiva). Infine, si prepara il mazzo degli oggetti aggiungendo a quelli base quelli relativi ad ogni personaggio, ora i giocatori son pronti ad iniziare.
I giocatori decidono in quale plancia muovere (tutti insieme), scoprendo la relativa carta Scontro che stabilisce quali nemici e quali oggetti piazzare, oltre alla presenza o meno di trappole. Ogni giocatore inizia il proprio turno recuperando due punti di energia (si scartano due cubetti neri), poi riceve il segnalino Aggressione (indica che è lui il bersaglio dei nemici per quel turno) e può muovere e attaccare (o viceversa, ma non mischiare movimento e attacco): il primo movimento è gratuito, mentre ogni movimento successivo costa un punto di energia (riceve un cubetto nero); il personaggio può fare un attacco per ogni arma impugnata (naturalmente al massimo due), sulle carte relative sono indicati vari tipi di attacco, con il costo in energia e i dadi da tirare (l’arma riporta anche la sua gittata). Al risultato dell’attacco va sottratta la difesa del nemico (ce ne sono due, una per gli attacchi normali e una per quelli magici), se il numero di ferite è uguale o superiore alla sua resistenza, viene ucciso, altrimenti riceve un numero di segnalini che ne indica le ferite.
Dopo che il personaggio ha eseguito il suo turno, vanno attivati tutti i nemici, sulle loro carte è riportato come muovono e come attaccano (il numero di danni è fisso); il giocatore bersagliato dovrà decidere se provare a schivare lanciando i dadi specifici (il numero di successi da raggiungere è indicato sulla carta nemico, se la schivata riesce non prende danno, altrimenti lo riceve tutto), oppure parare (il numero di dadi è indicato sulle armi e protezioni equipaggiate): il valore ottenuto viene detratto dal totale dei danni, e il resto viene subito come ferite (si ricevono cubetti rossi).
Si procede in questo modo alternando un turno dei giocatori con l’attivazione di tutti i nemici fino a quando questi ultimi non sono tutti eliminati (e si riceve un numero di anime pari al doppio dei giocatori) oppure un personaggio non viene ucciso (la sua traccia della resistenza è piena di cubetti rossi e neri). In quest’ultimo caso i personaggi si devono riposare al Falò spendendo una scintilla (riattivando tutti i segnalini sulle proprie plance e ripristinando tutte le carte scontro).
Tra uno scontro e l’altro i personaggi possono far visita al Fabbro per acquistare nuovi oggetti (spendono un’anima e pescano una carta), aggiungere carte miglioramento alle proprie armi (in modo irreversibile) o alle proprie armature (si possono anche spostare), oppure far visita alla Guardiana del Fuoco, per migliorare le caratteristiche (spendendo anime, proporzionalmente al livello che si vuole raggiungere) o riattivare il segnalino Fortuna (anche questo costa un’anima).
Quando i giocatori si sentono pronti (e hanno raggiunto il muro di nebbia) possono affrontare il mini-boss, in una modalità simile a quella degli scontri normali, viene utilizzata una plancia apposita e, a differenza dei nemici standard, che hanno un unico comportamento, i mini-boss (e i boss) hanno un orientamento della miniatura (che differenzia i quattro lati) e un mazzetto di carte dal quale ad ogni turno va pescata una carta che ne determina il comportamento (il mazzetto va preparato all’inizio, utilizzando una parte di carte, in modo che ogni scontro sia differente dall’altro), in più se i danni al boss raggiungono un certo livello, al suo mazzetto viene aggiunta una carta Furore, che modifica il suo comportamento.
Una volta sconfitto il mini-boss (si ricevono le carte relative, e tante anime quant’è il numero dei giocatori moltiplicato il numero delle scintille rimaste), va preparata la seconda metà della partita in un modo molto simile alla prima: le uniche differenze è che va scelto un boss, e al mazzo degli oggetti vanno aggiunti tutti gli oggetti avanzati relativi a ogni personaggio, e cinque armi leggendarie pescate a caso dal mazzetto di dieci.
Se si riesce a sconfiggere il boss, la partita è vinta. Oltre a questa modalità, nel regolamento sono presenti le regole per giocare una campagna composta da tre partite, iniziando ogni partita dal livello al quale si è conclusa la partita precedente (e infatti nel gioco sono anche presenti carte equipaggiamento relative ai boss, che si ricevono solo in tale modalità). Sempre nel regolamento sono presenti due campagne (giocabili con la scatola base), una basata sui nemici del primo Dark Souls, la seconda su quelli di Dark Souls 3.
Come anticipato, il gioco da tavolo è completamente incentrato sul combattimento, e se gli scontri con i nemici di basso livello sono abbastanza lineari (ma in certe combinazioni sono comunque pericolosi), il sistema dà il meglio di sé negli scontri con i boss, e il meccanismo basato sulle carte riesce a ricreare in un certo modo la necessità di studiare i movimenti del boss per capire come attaccarlo nel modo più efficace, un po’ come avviene nel videogioco. Dal videogioco arriva però anche un difetto, ovvero la necessità di affrontare più volte i nemici di basso livello per ottenere le anime per potenziarsi, in vista degli scontri più duri, e dato che questo può portare via molto tempo (e diventare ripetitivo), molti giocatori hanno introdotto delle regole personalizzate per accelerare questa fase.
In un gioco di questo tipo la rigiocabilità è data in pratica dalle combinazioni che si possono fare tra i vari boss: i quattro mini-boss moltiplicati i due boss danno in totale otto configurazioni e quindi otto partite differenti. E queste partite si possono anche rigiocare cambiando i personaggi (se non si gioca in quattro persone, cosa che riduce le possibilità a una sola configurazione). Questo se ci si limita al gioco base, dato che, sfruttando l’enorme varietà del videogioco, l’editore sta preparando una nutrita (e, ahimè, molto costosa) serie di espansioni con nuovi personaggi, nuovi boss, e nuove meccaniche (presenti nel videogioco, come gli alleati o gli invasori).
Naturalmente i fan del videogioco saranno i più accreditati ad apprezzare la versione da tavolo, e ritrovare i nemici che li hanno fatti impazzire sarà sicuramente uno stimolo per cercare di batterli nuovamente. E in generale sarà un titolo apprezzato anche dagli amanti del fantasy (dai toni cupi) e degli scontri tattici su mappa, quelli dove viene esaltata la pianificazione e il lavoro di squadra (senza rinunciare alla casualità dei dadi). È invece un titolo da evitare se state cercando un gioco di avventura nel quale i vari combattimenti siano alternati dall’esplorazione e il tutto legato da una trama.

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