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Intrvista con Fenriver

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Fenriver – Δ – l’ep di esordio della band del Delta del Po tra sonorità hard – psych, post-hardcore e stoner con brani in inglese ed italiano – in CD e digitale 
 
Una nuova formazione si affaccia nel panorama Heavy-Psych italiano e lo fa giocando la carta della contaminazione, rompendo le barriere tra i vari generi ma con un suono sempre molto personale. Nei 4 brani dell’esordio del gruppo del Delta del Po troviamo diverse influenze, l’ep si apre con il fruscio da vinile di “Morphine Dose Blues”, brano dalle atmosfere desertiche e dilatate, in cui la band da ottima prova di capacità di arrangiamento e songwriting mentre la successiva “Beyond The Storm” è una cavalcata hard blues dalle sonorità rigorosamente vintage e tra le influenze del gruppo si colgono nomi come Kyuss, Sleep ma anche Black Sabbath e i primi Soundgarden. “Il Vortice” è l’unico episodio che si discosta dal resto dell’ep, il tempo si fa più veloce ma soprattutto entra in gioco il cantato in italiano, aggressivo e diretto come richiede il genere, e può essere una buona strada da seguire se non completamente, almeno come esperimento da ripetere. Chiude il lavoro “In Solitude” il brano in cui la band riesce a mostrare al meglio anche il proprio potenziale tecnico in una suite lisergica di quasi otto minuti in cui trovano spazio anche cambi di tempo e un’anima e attitudine prog, e un intermezzo (ancora una volta nella nostra lingua) che rimanda perfino alla tradizione dell’hardcore italiano.
 
 
Formazione: Mirko Bergonzoni (chitarra e voce) / Francesco Vallin (chitarra) / Francesco Bergo (basso) / Roberto Veronese (batteria)
Registrato presso Studio 432Hz di Alberto Giacobbe.
Tracklist:1. Morphine Dose Blues / 2. Beyond The Storm / 3. Il Vortice / 4. In Solitude
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Partiamo dal vostro nome: cos’ha a che fare il delta del Po con il Fenriver, cioè il fiume Fen dello Shanxi?
 
Fenriver
Ciao a te Davide, e grazie soprattutto per il tempo che ci dedichi. Per rispondere alla tua domanda, la nostra idea per il nome Fenriver è stata il riunire i due termini inglesi “Fen” (palude, con una accezione più negativa) e “River” (fiume, per l’appunto) per rifarci letterariamente alle nostre zone d’origine, ossia il Delta fluviale che sfocia in oscure paludi. È affascinante che Fen sia anche un affluente del Fiume Giallo e questo non può che rafforzare il pensiero di un ponte tra generi musicali come anche tra l’oriente e l’occidente. 
 
Davide
Nei luoghi del delta del Po (ma anche del Tevere) sono presenti svariate formazioni blues, titoli di brani e rassegne che rievocano il delta blues del delta del Mississippi. C’è qualche fattore tra le terre di un delta fluviale e il blues? Cos’è per voi quel vostro territorio, simboleggiato dalla lettera greca maiuscola del titolo?
 
Fenriver
Il nostro richiamo al Delta del Mississippi è inevitabilmente un omaggio ai grandi della musica blues sulla quale si basa tutta la musica rock ed heavy, con il quale troviamo una comunanza, ovviamente più modesta, al nostro delta del Po, altrettanto paludoso, misterioso e pieno di incognite e sorprese. Magari più ricco di storia rispetto all’equivalente americano su vasta scala. La lettera greca sta a ridurre in un unico piccolo segno tutta la parola Delta, e va ad inserirsi in quanto precedentemente annunciato, ossia la nostra passione per una profonda simbologia musicale, letteraria ed estetica. Ciò che ci piacerebbe realizzare è proprio una forma di arte capace di dare forma e suono alle sensazioni e ai pensieri che proviamo dalla vita di tutti i giorni in queste terre paludose. Ecco perché il delta del Po è essenzialmente la nostra più grande ispirazione, se così vogliamo dire.
 
Davide
Chi è l’autore della copertina in quello stile particolare che, oltre a riportare al genere delle vanità in pittura, mi ha ricordato le illustrazioni in bianco e nero e la sensibilità onirica, a volte orrida e satanica di Aubrey Beardsley?
 
Fenriver
L’autore è Francesco Bergo, il bassista, che ti ringrazia per i paragoni che hai fatto. Effettivamente l’ispirazione di fondo era proprio una “Vanitas” sul modello fine ottocentesco, ispirata da autori quali Rops, Klimt, Mucha, Khnopff e, chiaramente, come da te notato, Beardsley, e il cui titolo originale era “Vanitas dei Cuori Spezzati”. Quello che intendevo ottenere dal punto di vista estetico è proprio ciò che mi auguro di ottenere da un punto di vista musicale: ossia la commistione fra sonorità più lievi e sognanti con altre soffocanti e pesantissime: proprio come tu hai detto, una sensibilità onirica a volte orrida e satanica. Infatti, il corpo di una donna di profilo, con tutto il motivo decorativo aggraziato dei capelli, sono motivi di per sé raffinati, che vanno a contrastare con il teschio in bella vista e le unghie artigliate. Dunque un’immagine che vorrebbe essere di bellezza, capace pur tuttavia di incutere una profonda inquietudine. Il tutto è chiuso da una vetrata gotica a motivi astratti che enfatizza il senso di mistero, dando, grazie al suo ascendente ecclesiastico, un velo di arcana spiritualità al tutto. Dopotutto, la musica è faccenda di anima e cuore, con i loro misteri.
 
Davide
Come nasce la vostra band e con quale principale obiettivo comune?
 
Fenriver
Essenzialmente il progetto Fenriver nasce dalla passione comune di suonare qualcosa di simile allo stoner dei Kyuss, prendendo però una direzione propria partendo da questa base comune a tutti. Il nostro obiettivo comune di partenza, che è ancora il nostro obiettivo attuale, è sempre quello di dare voce a tutte le nostre ispirazioni traendo spunto da ogni genere musicale da noi amato, sia esso il noise, il punk, il metal, il grunge etc, per poi colarlo nella nostra base stoner.
 
Davide
Come e quando nasce invece un vostro brano e come procedete nel processo di arrangiamento e “dosaggio” in gruppo, nell’aggiungere, cambiare, valorizzare o togliere?
 
Fenriver
I nostri brani nascono o da una composizione di fondo o direttamente da una improvvisazione in sala prove. Capita spesso che arriviamo in saletta con qualche riff che ci piacerebbe proporre, per poi subito dare una forma canzone al giro di base assieme agli altri componenti. Ma questo è solo uno dei tanti casi. Quando l’ispirazione fa da guida, ad esempio, non servono molte altre presentazioni. Un caso fra tanti è la canzone “Il Vortice”, nata nella sua struttura da una suonata solo su base ritmica e poi completata in sala prove.
 
Davide
Quali temi predominano nei vostri testi?
 
Fenriver
I nostri testi hanno una profonda impostazione malinconica o comunque simbolicamente decadente, traendo spunto dalle nostre personali letture od esperienze (siano esse Sartre, Nietszche, Borroughs, Lovecraft o altro ancora, come film quali Blade Runner o Taxi Driver). I nostri testi, hanno questa valenza che si alterna tra il poetico e il prosastico, da intendersi sempre in una chiave simbolica o quantomeno surreale. Delle nostre composizioni scritte andiamo particolarmente fieri, in quanto si distaccano di netto dalle tematiche tipiche dello stoner rock (dunque non trattiamo mai di motori, marijuana e sballo).
 
Davide
Avete registrato presso lo Studio 432Hz di Alberto Giacobbe. Avete quindi anche lavorato intorno all’intonazione secondo la cosiddetta accordatura aurea?
 
Fenriver
Sicuramente le accordature che usiamo sono lungi dall’essere auree ma ci piace pensare che possano portare beneficio… o sacrificio a seconda dei gusti!
 
Davide
“Vanitas vanitatum, omnia vanitas”, cioè “vanità delle vanità, tutto è vanità”… Oppure qualcosa fa eccezione secondo voi?
 
Fenriver
Come ben dici, tutto è vanità ed è destinato a sparire; non è però necessariamente destinata a sparire l’arte creata dalla vanità dell’uomo: musica, disegno, testo o altro ancora.
 
Davide
Cosa seguirà ora?
 
Fenriver
Credo seguirà la nostra sempiterna speranza di divenire una specie di oscura luce underground nell’ormai sfibrante mare del commerciale e del mainstream. Nel mentre, noi lavoriamo, studiamo e viviamo in pace perseguendo questo obiettivo. Grazie ancora del tuo tempo, Davide, e spero (speriamo) di averti risposto in modo soddisfacente. Alla prossima, ti mando le benedizioni del fiume.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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