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Intervista con A Total Wall

7 min read
 
In questo album il quartetto metal milanese/varesotto fonde un mix di groove molto dark e atonale (tipico del djent e riconducibile ai capostipiti Meshuggah) con melodie più ricercate e layer armonici di ampio respiro.
 
A tre anni di distanza dall’ultimo EP Soundtrack For Your Honeymoon, torna la djent band italiana A Total Wall con il nuovo LP Delivery.
 
 
Il quartetto milanese, che vede come frontman il versatilissimo Gabriele Giacosa, in questo album fonde un mix di groove molto dark e atonale (tipico del djent e riconducibile ai capostipiti Meshuggah) con melodie più ricercate e layer armonici di ampio respiro.
Completano la band Umberto Chiroli alle chitarre, Davide Bertolini alla batteria e Riccardo Maffioli al basso.
 Mix e master del nuovo album sono stati curati da Tancredi Barbuscia al Greenriver Studio (Rezophonic, Klogr, The Fire e molti altri). L’artwork è a cura di Chiara Mariani.
 
Tracklist
1 – Reproaching Methodologies
2 – Evolve
3 – Sudden
4 – Maintenance
5 – Lossy
6 – The Right Question
7 – Delivery
8 – Pure Brand
 
Biografia
La nascita di A Total Wall, concettualmente, avviene nel gennaio 2009 ad Anaheim, California, durante una visita al NAMM. Nel marzo dello stesso anno la band viene fondata ufficialmente a Milano. I due membri originali impiegano alcuni mesi a trovare il loro stile, prima di cominciare a lavorare al loro EP di debutto, True Fear, che viene completato nell’ottobre del 2010. Vengono usate chitarre a 7 corde, alcuni pattern poliritmici, e chitarre a 8 corde in alcune tracce. In questo periodo la band è ancora un duo; si potrebbe considerare una fase di ricerca e sperimentazione. Nel loro secondo EP, Incide, si passa all’uso esclusivo del sound a 8 corde, e a un’aumentata complessità dei pezzi, che si affidano sempre più all’uso dei poliritmi. È in questo periodo che la formazione, ora al completo con quattro elementi, inizia a suonare in svariate location nel nord Italia, culminando in una performance di supporto al progetto elettronico/progressive metal francese The Algorithm. Poco dopo il rilascio del terzo e ultimo EP, Soundtrack for your Honeymoon, la band consolida la sua attuale formazione e comincia a lavorare al proprio primo disco full-length di 8 tracce, Delivery, passando definitivamente all’uso della chitarra a 9 corde ed esprimendo un sound molto più maturo.
 
Contatti
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao. “A Total Wall” è per significare un “muro totale” del suono? Un wall of sound o una massa sonora continua e potente in cui avvolgere l’ascoltatore (così lo intendeva Phil Spector, come suo approccio “wagneriano” al rock & roll), o come barriera fatta di onde d’urto e di espansione, come il muro del suono o cos’altro?
 
A Total Wall
Ciao Davide. Abbiamo cercato un nome originale che potesse rispecchiare il tipo di musica che suoniamo. Un “muro totale” non è inteso solo relativamente alla resa sonora ma anche alla musica senza compromessi.
 
Davide
Atonalità o politonalità, ritmica asimmetrica, poliritmica e polimetria… Se non wagneriano, il vostro approccio al rock è invece sicuramente molto vicino alle avanguardie storiche del Novecento. Cosa significa per voi l’adozione di tecniche poliritmiche e di scale peculiari o più in generale di un sistema armonistico svincolato dal tonalismo?
 
A Total Wall
Senza dubbio l’idea di fondo, come dicevamo, è quella di non scendere a compromessi – con il gusto e il senso comuni. Mi sento di dire che, come gruppo, non cerchiamo necessariamente di fare qualcosa di incomprensibile; piuttosto, vogliamo realizzare qualcosa di interessante. I brani devono principalmente convincere noi stessi. D’altra parte condividiamo senza dubbio il rifiuto dei canoni compositivi della musica prodotta esclusivamente per il consumo da parte delle masse.
Ti ringraziamo per il riferimento alle avanguardie – tra di noi c’è almeno un fan delle idee di Schoenberg, per nominarne uno. Tuttavia, come Total Wall, non vogliamo forzare i nostri parametri confinandoci all’interno di una categoria come quella di “avanguardia”. Diciamo pure che certe pratiche musicali sono, ormai, in giro da decenni – quasi un secolo, in effetti. Dopo anni di studio credo non sia così strano, oggi, che un musicista sia portato a sperimentare cose nuove; a dirla tutta, è molto più preoccupante il contrario: sorgono spontanei dei dubbi sull’attitudine del musicista “standard”.
 
Davide
Di cosa parlano o cosa ci “consegnano” i testi di Delivery?
 
A Total Wall
Bella domanda… Va chiarito che non si tratta di un concept album. Tuttavia…diciamo che una linea guida è rintracciabile – lancio la sfida ai fan, sono curioso di sapere se qualcuno riesce a capirci qualcosa.
Nello specifico, ogni testo ha delle sue componenti interessanti; in particolare, ci piace mettere un “twist” qua e là, per colorire il tutto e ricordarci che anche brani di questo spessore possono essere presi “alla leggera”. Indicativamente, i testi di questo LP vogliono essere a metà tra una breve narrazione frammentaria e la comunicazione diretta e perentoria di una scritta su un muro. Per ciò che riguarda i contenuti, ci siamo concentrati su situazioni distopiche o aberranti, ma rimanendo molto sul verosimile. Un discorso a parte, forse, andrebbe fatto per Reproaching Methodologies… che, però, calza senza dubbio per ciò che riguarda l’aspetto emotivo. D’altra parte è, forse, il pezzo più concreto che abbiamo mai scritto: basta mettersi al volante per ritrovarsi a urlare il ritornello a squarciagola…
 
Davide
Perché l’interno di una astronave in copertina?
 
A Total Wall
Beh, volevamo qualcosa di moderno che però non fosse troppo facile da rapportare agli stilemi usati da tanti (troppi) gruppi oggigiorno. Questa ci è sembrata un’ottima soluzione: molti brani hanno a che fare con contesti sci-fi, con citazioni abbastanza evidenti per gli esperti del settore. Inoltre evoca un’atmosfera sufficientemente cupa, senza sfociare nel sovrannaturale – che sarebbe fuori dalle vedute del gruppo. In un certo senso è anche riferito alla trama cui accennavamo prima, ma non voglio svelare troppo.
 
Davide
Perché privilegiate l’uso di chitarre multicorde? E perché adottate accordature verso il basso (downtuned)?
 
A Total Wall
Diciamo che il sound della band è in continua evoluzione sia per quanto riguarda i suoni che gli strumenti, anche se abbiamo sempre preferito evitare i suoni del metal “classico”.
Volevamo vedere se passando dalle 8 alle 9 corde saremmo riusciti a mantenere un impatto forte senza perdere definizione e senza perdere aggressività sonora. Siamo molto soddisfatti del risultato, ormai la chitarra a 9 corde è entrata in pianta stabile nei nostri pezzi e non abbiamo motivo di tornare indietro.
 
Davide
“The right question” mi è sembrato adottare una accordatura microtonale. Suona come quella del temperamento esadecafonico. C’è dunque da parte vostra anche un approccio alla microtonalità?
 
A Total Wall
Parlando per me, potrei dirti che sono molto interessato alla cosa. Ho presente almeno un gruppo che ha ottenuto risultati davvero interessanti: Massive Audio Nerve, ad esempio. Come gruppo, però, non abbiamo mai veramente preso in considerazione la cosa finora. In futuro chissà…
 
Davide
Cosa sono per voi ricerca e sperimentazione? La complessità svolge un ruolo sempre più cruciale nella società contemporanea. Cos’è per voi la sfida della complessità, o il pensiero della complessità nella musica?
 
A Total wall
In linea con la risposta alla prima domanda, direi che sono un punto fondamentale della crescita di un musicista – ma, ovviamente, questo vale per qualsiasi settore. Per noi nello specifico, penso che questo si traduca in cercare soluzioni particolari per creare qualcosa di interessante. In particolare l’ambito che lascia aperte più possibilità è forse quello ritmico, che nella storia della musica è stato il meno esplorato.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
A Total Wall
Stiamo allestendo il live e abbiamo intenzione di sviluppare molto presto nuove idee targate A Total Wall.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
A Total Wall
Grazie a te per il tempo e lo spazio riservatoci.

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