L’irriverente e dissacrante pop/rock band casertana sforna il secondo album dal titolo”Dorem Ipsum”: nove tracce che, sebbene restie alla catalogazione, spaziano gioiosamente dal rock al pop, dal folk al latin, dal prog alla ballad melodica.
A quattro anni dall’esordio I successi, non ancora successi i Maleizappa tornano sulle scene nazionali con Dorem Ipsum, secondo album in studio.La musica dei casertani è un mix apparentemente disordinato di generi e citazioni che confluisce in quello che loro amano definire un “findie rock dissacrante”. I testi apparentemente leggeri nascondono un fondo di realismo malinconico e “messaggi subliminali” intrisi di amare verità. Definire il genere musicale dei Maleizappa è un’impresa ardua perché non ne hanno uno bensì molteplici: spaziano gioiosamente dal rock al pop, dal folk al latin, dalla prog alla ballad melodica… insomma, fanno quello che pare loro e lo fanno divertendosi e divertendo, dissacrando su vari fronti il mondo “ovattato e conformista” che è oggi il panorama musicale italiano. Dorem Ipsum è un disco di nove tracce che riassume meglio di tante parole quello che sono i Maleizappa e la loro progressiva maturazione artistica. Un lavoro fresco dai sentori estivi che si gusta con gioia e soddisfazione, auto-prodotto dai cinque componenti e arricchito da collaborazioni eccellenti. Alle registrazioni infatti hanno partecipato amichevolmente: Antonio Bocchino (Enzo Avitabile), Carmine Scialla (Calatia, Orchestra Popolare Casertana, Daniele Sepe, Ar meitheal, Eugenio Bennato, Blue Staff), Luca De Simone (Calatia, Orchestra Popolare Casertana, Daniele Sepe, Eugenio Bennato), Giuseppe Giroffi (Daniele Sepe, Enzo Avitabile, The Congos), Cecilia Scatola (Calatia, Amii Stewart, M’barka Ben Taleb, Adriano Guarino, Ciro Manna), Alessandro De Carolis (Peppe Barra, Daniele Sepe, Stefano Bollani, Eugenio Bennato, Ar meitheal), Sasà Piedepalumbo (Lina Sastri, Gino Paoli, Enrico Montesano, Sal da Vinci, Valentina Stella, Nino D’Angelo), Antonio Sacco, Fabio Renzullo (Foja), Roberto Vigliotti. La copertina e la grafica del disco sono state realizzate utilizzando un’opera dell’artista marcianisano Mandarino, un bohémien dei giorni nostri che cerca di sopravvivere vendendo la sua arte per strada o arrangiandosi con piccoli lavoretti.
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Intervista
Davide Ciao Maleizappa. Cominciamo dal vostro nome. Forse una commistione tra l’irriverenza di Frank Zappa a modello e l’invito polemico tipicamente nostrano rivolto a chi si dimostra incapace di un vero lavoro, come non lo è certo “la musica” secondo molti? Insomma, Maleizappa… ossia?
Maleizappa Ciao Davide! Nella nostra biografia ufficiale si legge “I Maleizappa nascono nel 2004 in qualche malfamato e sudicio posto della mente” e già questo dovrebbe aiutare in qualche modo a identificare l’origine del nome Maleizappa. È un termine che solo casualmente fa riferimento al grande Frank anche se ne condividiamo in pieno l’irriverenza e la libertà compositiva. È una domanda? È un’affermazione? È un’alternativa al più noto “Braccia rubate all’agricoltura”? È un mistero.
Davide
E quell’asterisco alla fine del nome?
Maleizappa
Perché da qualche parte – forse in un universo parallelo – c’è una postilla che spiega il vero significato di “Maleizappa”.
Davide
Siete insieme dal 2004. Ci raccontate in breve la vostra storia, come agli inizi e come ora arrivati a Dorem ispum? Com’è cominciata, cosa avete affinato, a un quale punto vi sentite oggi?
Maleizappa
Abbiamo iniziato nel 2004, probabilmente, perché sentivamo la necessità di allontanarci dalla vita di strada. La ditta a carattere familiare Maleizappa ci ha strappato dalla strada e ci ha salvato – con un contratto a tempo indeterminato. I nostri primi live erano accompagnati da molte trovate sceniche create ad hoc per coinvolgere il pubblico – serate, quelle, spesso segnate da episodi assurdi e surreali – risse, svenimenti, gelosie tra groupie – di cui non avevamo nessuna colpa: una sorta di maledizione da live che ha funzionato però da ottimo passaparola.
Il limite tra realtà e finzione si assottigliò a tal punto che durante una di quelle serate un fan svenne improvvisamente sotto al palco e il pubblico continuò incurante a ballare, ridere e cantare [pensando a una delle nostre solite messe in scena].
Col passare degli anni ci siamo concentrati sul rafforzare l’identità Maleizappa, la tecnica e lo stile compositivo, e ovviamente le esecuzioni dal vivo. Il nostro primo album è praticamente una raccolta dei nostri primi 10 anni di successi, non ancora successi.
“Dorem Ipsum” il secondo album, è un percorso di maturazione artistica che ci ha portato definitivamente a prendere coscienza del nostro essere degli ex-giovani di oggi.
Davide
Definite il vostro un “findie” rock… Nel senso di “finto indie” o cosa? Anche perché in verità c’è un Findie Rock, che è l’indie rock finlandese…
Maleizappa
Siamo F-indie perché non abbiamo un genere di riferimento e siccome, nel simpatico e ormai omologato universo alternativo si sente spesso abusare del termine “Indie” – senza comprenderne il vero significato – fingiamo di appartenere anche noi a questa oscura e misteriosa categoria degli “artisti indie”. Nel nostro caso “F-indie”. Perchè in fondo tutto fa Indie.
Davide
Il lorem ipsum è noto come il testo segnaposto casuale, senza senso e riempitivo nelle prove grafiche. Dorem Ipsum, con quelle prime due note Do e Re?
Maleizappa
In realtà le note sono tre “Do-Re-Mi psum”. Dorem Ipsum è la versione musicale del più noto “Lorem Ipsum” Tecnicamente è un’idea musicale grezza – una di quelle che ti si piantano improvvisamente in testa mentre osservi annoiato una pila di piatti sporchi nel lavello – che fa da segnaposto provvisorio a un eventuale sviluppo successivo di un brano completo dei Maleizappa.
“Ehi ragazzi, ho un Dorem Ipsum in testa che vorrei sviluppare! Sentite qua: DO-RE-MI…”
Davide
Negli ultimi quindici o vent’anni anni circa a Caserta c’è stata una fortunata proliferazione di teatri, sale cinematografiche, etichette indipendenti e gruppi musicali (mi è capitato spesso di intervistarne alcuni). Insomma, l’offerta culturale della città è molto cambiata rispetto al passato. Cosa ne pensate tanto da fruitori, quanto da protagonisti?
Maleizappa
Caserta (la provincia tutta) è una realtà strana e ambigua. Anche se è distante dai grandi circuiti può contare su tante piccole “scene” musicali e artistiche, e paradossalmente ospita i migliori locali e club in cui proporre musica live originale in Campania – con cachet dignitosi; cosa che non succede a Napoli, ad esempio.
La provincia di Caserta è diventata negli anni tappa fissa per molti degli artisti indipendenti, noti e meno noti, grazie a posti come lo SMAV, Il club 33 giri, l’Unplugged e altri.
Da fruitori e da protagonisti inconsapevoli non possiamo che esserne felici.
Davide
Parlateci del pittore e poeta Antonio Mandarino detto “Il Mandarino”, di Marcianise, che ha disegnato la copertina di Dorem Ipsum. Perché avete scelto un suo contributo?
Maleizappa
Il pittore Mandarino è un’istituzione per chiunque vive o transita quotidianamente nei pressi del Viale Carlo III. Su questa enorme strada, che va dall’uscita autostradale di Caserta Sud fino all’ingresso di Caserta con la Reggia sullo sfondo, ha il suo laboratorio-negozio-baracca. Per noi che siamo cresciuti con il mito di questo artista bohémien – che ha sempre rifiutato gli onori e gli oneri pur di preservare la sua libertà di artista – è stato un onore proporgli l’idea di trasformare una sua opera nella copertina del disco.
Davide
Si usano parole esplicite per non lasciare di solito nulla di sottinteso. Come vi destreggiate in questo (aggiungo io riuscendovi) senza scadere nel cattivo gusto? Ma anche: cosa c’è di sottinteso comunque nell’uso di un vocabolario esplicito?
Maleizappa Come abbiamo già avuto occasione di dichiarare: “La sconcezza sta nelle orecchie di chi ascolta”.
Il linguaggio esplicito non è mai fine a se stesso, ma un mezzo per veicolare in modo diretto un pensiero, un concetto, un’emozione. In una canzone che parla di sofferenza amorosa possono coesistere insieme le parole “amore” e “cazzo!” senza intaccare l’armoniosità e la bellezza del testo stesso. Il cattivo gusto è piazzare “sconcezze” solo per il gusto di “scioccare” e non per rafforzare un concetto. A noi piace giocare con le parole: dirette, traverse o sgrammaticate che siano. Di sottinteso c’è solo una cosa: i testi dei Maleizappa sono tristissimi 🙁
Davide
Italo Calvino scrisse che il divertimento è una cosa seria. Cosa è per voi?
Maleizappa
La base su cui poggia tutto quello che produciamo. Chi ci ascolta – e sa ascoltare – ride prima di tutto di noi, poi di se stesso, e infine delle meraviglie e delle miserie della vita. Se il divertimento è una cosa seria – e lo è – con l’autoironia diventa cosa serissima.
Davide
Cosa seguirà?
Maleizappa
Cercheremo innanzi tutto di portare “Dorem Ipsum” in più posti possibili – non esitate a contattarci – e a più gente possibile. Di pari passo un nuovo video e successivamente un nuovo album.
In ricchezza e in povertà, finché una Yoko Ono non ci separi.
Davide Riccio, di Torino, educatore, musicista polistrumentista, compositore, scrittore e giornalista. Svolge l’attività di educatore. Ha pubblicato poesie e racconti su svariate antologie e riviste dal 1985 ad oggi.
Suoi libri: Povertissement (Genesi editrice, 2006), Sversi (Libellula Edizioni, 2008), Neumi – Cantus Volat Signa Manent (libro illustrato con cd musicale, Genesi editrice, 2011), Bowie.It – Italian Bowie (e-book Kult Underground, 2019), Solo a Torino (Albatros, 2019), Raccolti (Oedipus, 2019), “Poesie fuoriporta” (Campanotto Editore, 2019), La banca dei reincarnati (romanzo, Genesi editrice, 2021), Poi Sia (Genesi editrice, 2021), “Il Musico – Una storia ritrovata”, biografia di David Rizzio, prefazione di Sergio Soave (Genesi, 2022), “A qualsiasi titolo” (Genesi, 2022), “Italian Bowie – Tutto di David Bowie visto in Italia e dall’Italia” (Arcana, 2023).
Dal 1999 ha collaborato con quotidiani e periodici (Torino Sera, La Val Susa, Oblò). Dal 2004 scrive di musica e cura interviste con gruppi musicali e musicisti italiani e internazionali per la e-zine Kult Underground.
Dal 2013 ad oggi ha realizzato programmi radiofonici tematici come autore e speaker per la webradio torinese Radio Banda Larga, RadioArte e Webradio Network.
Dal 2010 ha curato o preso parte ad alcuni cortometraggi e lungometraggi di fiction e documentari come regista, autore o co-autore, attore o voce narrante. Suona e compone musica, ha pubblicato lavori come ospite, a nome proprio o con l’aka DeaR o in diversi gruppi e progetti. Suoi ultimi lavori sono il doppio cd “New Roaring Twenties/Human Decision Required” (New Model Label, 2021) e “Out of Africa” (Music Force, 2021), “Mon Turin” (Music Force, 2022), “DeaR me!” (2023).
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