Come ogni anno è un piacere scoprire, nel volume specifico pubblicato nella Collana Mondi Incantati, quali siano le penne più interessanti della letteratura fantastica nel nostro paese. E ciò che ho trovato in Tutto inizia da O (antologia realizzata per la XXIIesima edizione del concorso RiLL) è davvero sopra le aspettative. Tutte e cinque le opere vincitrici (selezionate su una partecipazione record di quasi quattrocento racconti) sono a mio parere belle, ben scritte, originali e suggestive. Intendiamoci, l’antologia ha sempre proposto opere meritevoli, ma questo credo sia uno dei pochi anni in cui la scelta dell’ampia giuria di esperti non ha aggiunto nella rosa anche qualche opera che, per qualche aspetto, mi ha soddisfatto di meno. Tanto che questa volta, durante la lettura sono proprio solo passato dallo stupore, allo stupore, pagina dopo pagina. Facendomi consigliare assolutamente questo piccolo capolavoro (che, come sempre, comprende anche altro, oltre ai primi cinque classificati nel concorso – come vedremo dopo) a tutti gli amanti del genere e non solo.
Ma scendiamo in dettaglio.
Il primo racconto proposto (che da come da prassi anche il nome all’antologia) è Tutto inizia da O, scritto da Maurizio Ferrerò (nato nell’87, di Vercelli, già finalista la scorsa edizione). Testo che procede su più piani, ribaltando punti di vista e prospettive più volte, e che gioca con Space Opera, videogiochi, giochi di ruolo e cospirazioni. Bella l’idea, ottimo lo sviluppo, con cambi di tono e di registro, e un finale concreto e divertente insieme. Senza quasi sbavature. Memorabile.
Segue poi Gartu, di David Jaccod (Aosta, 1981). Penna migliore della precedente, ci propone un racconto con gnomi che lavorano nell’ufficio Maledizioni. Se da questa descrizione vi sembra poco interessante, sappiate che è perché in un testo del genere il valore lo da tutto l’autore. Che riesce a trasformare una storia di “ordinaria” burocrazia, in un ufficio sotto organico, in qualcosa di delicato e gradevole. Costruendo una narrazione leggera con l’aggiunta di singoli particolari, con dialoghi perfetti, e personaggi davvero plausibili, pur nell’eccezionalità delle premesse.
Terzo classificato è invece un testo di fantascienza distopica: Prova di Recupero, scritto da Luigi Rinaldi, classe 67, già finalista ad importanti premi nazionali. Il racconto è ambientato in un presente alternativo/futuro prossimo in cui non c’è più posto per tutti e le persone, anche i ragazzi in età scolare, devono dimostrare di essere abbastanza in gamba per non essere messi in eccedenza. Ciò che ci viene mostrato, lo scorcio di questo universo cupo, è notevole. E lo sguardo del protagonista – di un ragazzo che dovrà appunto affrontare la prova di recupero – è esattamente come ci si aspetta che sia in un testo del genere. Belli i personaggi, belle le scene. Bello il racconto.
La quarta opera ci porta invece in una Firenze alternativa – magica. Si intitola La transazione del secolo ed è scritto dall’unica ragazza nella rosa dei selezionati, ovvero Francesca Cappelli (Firenze, 1983), anche lei con una certa attività nel settore. Due protagonisti, Samuele e Damiano, una compravendita di un oggetto magico molto speciale, che avverrà su Ponte Vecchio, in un punto e un momento in cui più realtà collidono. Una transazione commerciale molto rischiosa e importante, che l’autrice ci tratteggia egregiamente, mostrandoci uno spaccato affascinante ed evocativo, e creando premesse per più storia di quella che ci è dato di leggere. Davvero molto bello.
E infine, chiude questa prima parte dell’antologia un testo di Francesco Nucera (Milano, 1979) intitolato La Commedia dell’Arte. I protagonisti? Pulcinella ed Arlecchino. Ma si parla di assassinio, e di magia, e la storia ha una architettura molto interessante, ed espande premesse inattese (non dico alla American Gods, ma insomma) che dimostrano la capacità dell’autore di giocare con tradizione, trasformandola in – o riconoscendola come – mitologia. Appena inferiore agli altri, ma giusto appena.
La seconda parte dell’antologia propone testi stranieri (tradotti) selezionati da concorsi gemellati con il RiLL. Anche qui, come capita con facilità, davvero molto è il materiale che soddisfa.
Troviamo Lustbader, dell’australiano Ron Schoer (preso dall’irlandese Aeon Award Short Fiction contest), Rock, Paper, Incisor dell’inglese David Cleden (James White Award), El Arca de Pandora di Chus Alvarez (premio Visiones, Spagna), 10 di Michael Hardaker (Nova Short-Story Competition, South Africa) e infine Brother di Rue Karney (AHWA Flash&Short Fiction Competition, ancora Australia)
Chiude poi l’antologia la terza sezione, ovvero quella dedicata a La Sfida – competizione a tema (quest’anno era Re Mida) riservata ai vincitori di precedenti edizioni.
Qui abbiamo avuto il piacere di trovare Tocco Magico (Alain Voudì), Il Nero (di Rosalba Risaliti), L’Oro della Città (Alberto Tarroni), Il Tocco di Roscia (Michele Piccolino) e RE Mida (di Massimiliano Malerba).
Che dire? Non a tutti piacciono le antologie, lo so, ma quella legata al RiLL è così ricca e curata che è difficile non esserne contenti. E quest’anno, come anticipavo, a mio parere è proprio quasi impossibile.