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Mansions of Madness (seconda edizione)

10 min read
gioco per 1-5 persone
Autore: Nikki Valens
Edizione in inglese: Fantasy Flight Games (www.fantasyflightgames.com)
Edizione in italiano: Asterion Press (www.asterionpress.com)
 
La prima edizione di questo gioco (sempre edito da Fantasy Flight, e da Giochi Uniti nella versione in italiano, ovvero “Le Case della Follia”) era stata pubblicata nel “lontano” 2011, l’ambientazione era quella dei Miti di Lovecraft: nei ruggenti anni ’20 un gruppo di investigatori sfidavano orrori indicibili, affrontando enigmi e combattendo mostri all’interno di luoghi misteriosi (case, ville e magioni assortite) mentre un giocatore interpretava il ruolo di loro antagonista (un classico meccanismo “uno contro tutti”); dopo due espansioni e un buon numero di avventure, nulla faceva presagire un cambiamento di rotta così drastico da giustificare una nuova edizione: in questa nuova veste è stata mantenuta inalterata l’ambientazione, ma ora il ruolo di avversario degli investigatori non è più svolto da un giocatore in carne e ossa, ma piuttosto è demandato ad un software, un’app che può girare su svariati sistemi operativi (Windows, OSX, Android e iOS, ma niente Linux o Windows Mobile); e infatti troviamo sia sulla scatola che nel regolamento varie indicazioni che avvertono come questo gioco possa essere utilizzato solo con l’ausilio di un PC, un Mac o uno smartphone (giocatori avvisati…).
In effetti la prima edizione aveva un difetto non aggirabile: c’era una certa macchinosità nella preparazione dell’avventura, il “custode”, una volta scelta l’avventura da giocare, doveva preparare accuratamente tutte le carte che rappresentavano le sequenze di ostacoli e oggetti presenti in ogni stanza della casa da esplorare (sequenze che cambiavano a seconda della variante dell’avventura scelta); una procedura lunga che doveva essere portata a termine con grande attenzione, pena l’impossibilità da parte dei giocatori di vincere la partita (come mettere la chiave che apre una porta al di là della porta stessa). Oltretutto le avventure erano in generale abbastanza difficili da risolvere, dato che bastava un errore da parte degli investigatori per portarli fuori strada e far perdere loro tempo, e tutte le avventure avevano un limite nel numero di turni che si potevano giocare prima che si verificassero vari eventi (che avrebbero portato alla fine della partita e in generale alla loro sconfitta). Infine se gli investigatori potevano divertirsi cercando di scoprire la trama che si celava sotto i vari indizi (tra cui anche il modo per vincere la partita), il divertimento del custode era limitato al dover loro mettere i bastoni tra le ruote (dato che conosceva tutto della trama).
La presenza dell’app risolve tutti i problemi: la preparazione è immediata dato che tutte le informazioni su cosa contengono le varie stanze sono gestite automaticamente, le avventure sono più bilanciate (ed è l’app a gestire gli eventi) e i giocatori sono posti tutti allo stesso livello, nessuno sa che cosa troverà di fronte, una volta varcata la soglia; e, tra parentesi, ora è anche possibile giocarlo in solitario. Ma vediamo nel dettaglio che cosa contiene questa nuova edizione…
La scatola è nel formato “standard ma molto spesso” di Fantasy Flight (come “Imperial Assault” o “Star Wars – Rebellion”) e contiene:
– varie tessere per costruire la plancia di gioco,
– schede per gli investigatori,
– vari mazzi di carte (formato piccolo),
– miniature di plastica per gli investigatori e i mostri (due di grande formato),
– segnalini di cartoncino,
– dati a otto facce non standard,
– i due regolamenti (introduttivo e guida di riferimento).
I materiali sono, come nello standard FFG, molto buoni e ben illustrati, le carte, per quanto robuste, conviene imbustarle (almeno quelle piccole, mentre le schede degli investigatori possono essere lasciate così, dato che non andranno mischiate); le miniature sono molto dettagliate (in realtà più i mostri, meno gli investigatori) ed anche in grande formato (come le due che rappresentano la Prole Stellare di Cthulhu). C’è molto testo in lingua sulle carte (e nell’app) per cui, se i giocatori non sono a proprio agio con l’inglese, conviene sicuramente puntare alla versione Asterion; e nonostante il gioco sia un cooperativo, si possono verificare degli eventi che fanno vincere un solo giocatore (ad esempio, cito un caso nel regolamento, chi diventa piromane con l’apposita carta vincerà da solo se riesce ad appiccare il fuoco ad un certo numero di stanze), per cui non si può contare su un unico giocatore per fare la traduzione per tutti. L’app è ben realizzata, con una grafica che rende bene l’ambientazione, descrizioni ricche di particolari, musica di atmosfera, parlato e anche effetti sonori, e gira senza troppi problemi anche su smartphone non molto potenti; c’è da notare che su uno schermo inferiore ai sei pollici i testi potrebbero risultare troppo piccoli per essere letti comodamente, per cui si consiglia l’utilizzo almeno di un tablet.
La preparazione è abbastanza rapida, e in pratica si tratta prima di tutto di separare e ordinare i vari componenti (così da averli a disposizione in un tempo rapido) e poi seguire le indicazioni date dall’app: ovvero si sceglie l’avventura da giocare e si indica quali investigatori verranno utilizzati, l’app ci dirà qual è l’equipaggiamento iniziale (da suddividere tra tutti), ci “racconterà” la trama (ci sono anche dei file audio con il parlato, oltre che il testo) e ci mostra quale sarà la disposizione iniziale delle stanze (ad esempio, l’ingresso della villa nella quale gli investigatori si sono appena addentrati), con tutti gli eventuali segnalini di esplorazione e ricerca, dopodiché si può iniziare a giocare. Nota: la plancia non viene mostrata tutta fin dall’inizio (come nella prima edizione), ma dovrà essere esplorata stanza dopo stanza.
Una partita si articola in più round, in ogni round i giocatori eseguono il loro turno (in qualsiasi ordine, a scelta dei giocatori stessi), seguito in un turno nel quale l’app indica quali eventi accadono, come agiscono i mostri (se presenti) e le penalità che i giocatori ricevono dai loro attacchi o semplicemente per il fatto di vederli (nel primo caso si subiscono ferite, nel secondo si perde sanità mentale). Nel turno di ogni giocatore si possono eseguire due delle seguenti azioni (anche ripetendo la stessa):
– movimento: l’investigatore si può spostare fino a due spazi (tutte le “stanze” sulle tessere della plancia sono divise in spazi), naturalmente può passare solo attraverso passaggi aperti; se nel suo spazio c’è un mostro dovrà prima superare un test di agilità.
– esplorare: i segnalini esplorazione rappresentano di solito porte chiuse, e con questa azione un esploratore può aprirla e vedere cosa c’è dall’altra parte (l’app indicherà quale tessera va piazzata, con i relativi segnalini), infine potrà anche varcare la soglia ed entrare nella nuova stanza.
– cercare: i segnalini ricerca rappresentano qualunque elemento che può essere ispezionato da parte degli investigatori (l’app spiegherà che cosa si trova, eventualmente potranno essere richiesti dei test) e che può portare all’acquisizione di nuovi oggetti o informazioni, dopodiché il segnalino va scartato.
– scambiare: se due investigatori sono nello stesso spazio, con questa azione si possono scambiare un qualsiasi numero di oggetti (normali o unici) o incantesimi.
– interagire: nelle stanze possono essere presenti anche delle persone o degli oggetti speciali, e con questa azione gli investigatori possono interrogarle o utilizzarli (l’app dirà il risultato dell’azione, eventualmente richiedendo dei test); talvolta è possibile utilizzare con questa azione anche oggetti posseduti.
– attaccare: se sono presenti dei mostri, è possibile attaccarli indicando all’app il bersaglio, e specificando se si vuole attaccare con un’arma da taglio o contundente, un’arma da fuoco, un incantesimo o semplicemente a mani nude (ogni carta oggetto che rappresenta un’arma indica la tipologia), l’app dirà qual è il test da fare, e se ha successo verranno inflitte tante ferite quant’è il danno fisso (indicato sulla carta) e il numero di successi ottenuto con i dadi. Le ferite inflitte vanno comunicate all’app, e se si raggiunge la resistenza complessiva del mostro (che non è nota in anticipo), questo verrà eliminato.
– azioni speciali: ci sono tre azioni che vengono usate più di rado, spesso da personaggi impazziti che hanno condizioni di vittoria personalizzate, ovvero Rubare (un oggetto ad un altro giocatore, si fa un test su una caratteristica tra forza, agilità o osservazione), Spingere (un mostro o un altro giocatore, si fa un test sulla forza), Appiccare o Spegnere il fuoco (ad una stanza) o Utilizzare una barricata (per bloccare un passaggio).
Per quanto riguarda i test sull’abilità che l’app richiede, ogni giocatore ha sei caratteristiche (forza, agilità, osservazione, conoscenza, carisma e forza di volontà) corrispondenti al numero di dadi da lanciare: un test viene indicato specificando una caratteristica, un modificatore sul numero dei dadi, e il numero di successi da ottenere (uno se non specificato); ogni dado ha tre tipi di risultato, vuoto, indizio, o successo; il giocatore dopo aver tirato può spendere uno o più segnalini indizio per trasformare un risultato indizio in un successo. Se si raggiunge il numero di successo richiesti, il test ha avuto successo, oppure no: in entrambi i casi l’app dirà quali sono le conseguenze.
Durante la partita gli investigatori possono ricevere danni fisici o mentali, si pescano carte dai mazzi corrispondenti e si applicano le conseguenze (possono essere istantanee o durature); se un investigatore riceve tanti danni quant’è la sua salute, riceve una carta “Wounded” (ferito, che condizionerà le sue azioni in futuro), se riceve altrettanti danni, viene eliminato; allo stesso modo se riceve tanti danni mentali quant’è la sua sanità mentale, riceve una carta “Insane” (pazzia, che può anche cambiare le sue condizioni di vittoria), se riceve altrettanti danni mentali, viene eliminato.
Nel caso in cui un investigatore venga eliminato, agli altri giocatori rimane un solo turno da giocare, se riescono a completare lo scenario, ottengono la vittoria, mentre vengono sconfitti in caso contrario; notare che a priori non sono note le condizioni di vittoria, ma l’app le rivela solo se i giocatori compiono le azioni necessarie; per questo non c’è un numero di turni prefissato, si gioca fino ad arrivare ad una vittoria o a una sconfitta (in ogni caso i vari scenari danno una durata indicativa, e notare che quello più impegnativo può arrivare a sei ore, da giocarsi magari in più sessioni).
Molti elementi della prima edizione sono rimasti, come la possibilità di spostare mobili per bloccare le entrate, possono verificarsi incendi o le stanze possono rimanere al buio; altri elementi sono stati semplificati, come la linea di vista o la gittata delle armi a distanza (che è sempre tre spazi); i puzzle invece sono stati convertiti completamente in versione digitale, e quindi possono essere risolti direttamente dall’app, sotto forma di giochi nei quali si spostano delle tessere per raggiungere certe configurazioni, oppure indovinare codici in una specie di Master Mind (c’è un limite alle mosse che possono essere fatte, in base ad una caratteristica dell’investigatore, e il puzzle incompleto può essere salvato e ripreso nel turno successivo).
Un’altra caratteristica nuova è il fatto di poter interagire con i personaggi che si incontrano nella partita, attraverso la scelta di una tra le opzioni presentate, e questo lo rende molto simile ad un’avventura per computer (o un librogame), aumentando molto l’immersione nel gioco.
In pratica l’utilizzo dell’app significa avere la possibilità di espansioni quasi infinite, con modifiche potenzialmente radicali di elementi importanti del gioco: in teoria tutto può essere ampliato, come nuovi puzzle o metodi di combattimento (ma il meccanismo è talmente flessibile che possono essere realizzate anche avventure puramente investigative, senza alcun combattimento), e non ci sono limiti alla longevità perché per avere nuove avventure è sufficiente per la FFG crearle e fornire un aggiornamento. Anche molti bug o problemi possono essere risolti con un aggiornamento dell’app, in pratica è come avere un elemento di un gioco da tavolo che può essere modificato e migliorato “a distanza”, senza la necessità di comprare (o farsi spedire) fisicamente qualcosa.
Attualmente ci sono quattro avventure che possono essere giocate con la scatola base, e di ognuna di queste ci sono delle varianti, per cui si può giocare più volte la stessa (anche se la trama principale rimane la stessa); in più c’è la possibilità di aggiungere componenti dalla prima edizione, come le miniature di investigatori e mostri (nella scatola trovate infatti le schede per gli investigatori e le tessere di cartoncino da sostituire nelle miniature dei mostri), e le tessere delle stanze: nelle opzioni dell’app si può indicare che cosa si possiede e così facendo l’app potrà proporre delle varianti delle quattro avventure di base che sfruttano i “vecchi” materiali, e due nuove avventure, una abbinata ai componenti della prima edizione del gioco base, e una abbinata alle espansioni “Forbidden Alchemy” e “Call of the Wild”. E chi non ha i materiali della prima edizione? FFG (e Asterion) ha pubblicato delle scatole che contengono solo miniature e tessere, per non dover comprare tutta la scatola della prima edizione: “Recurring Nightmares” contiene i materiali del gioco base, mentre “Suppressed Memories” contiene i materiali di “Forbidden Alchemy” e “Call of the Wild”. E per l’anno prossimo FFG ha già annunciato la prima espansione (“Beyond the Threshold”, probabilmente in formato scatola piccola) e un’avventura (a pagamento, ovvero un DLC) per l’app (che potrà essere giocata con la sola scatola base).
È innegabile che i Miti di Lovecraft, nonostante il secolo trascorso, continuano a rivestire un notevole fascino, sia tra i giocatori di ruolo che da tavolo, e questo prodotto rappresenta un’ottima sintesi tra i due mondi, quello del gioco “analogico” e il videogame, soprattutto per il fatto che con l’aggiunta dell’app ha potuto far superare al gioco da tavolo vincoli nella complessità e nella usabilità (ciò per cui i programmi eccellono). L’esperienza di gioco è notevole, ed è quanto di più vicino ci possa essere ad un gioco di ruolo o, all’estremo, alla lettura di un racconto, con l’app che tiene i giocatori sempre in tensione, con la garanzia che non si rimarrà delusi da particolari inconsistenti o una trama assurda (o troppo complessa, spesso nella prima edizione il custode doveva spiegare ai giocatori perché avevano perso), un gioco assolutamente consigliato se siete un fan del solitario di Providence (e non siete un estremista anti-tecnologia al tavolo da gioco).

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