L’edizione 2014 dell’antologia realizzata per il Trofeo RiLL è particolarmente ricca e interessante. I tredici racconti di genere fantastico superano (o incrociano) le consuete classificazioni di genere, fornendo al lettore una rosa così ampia di tipologie di storie che è impossibile rimanere delusi. Anche se, se non si sa come è costruita questa pubblicazione, è invece facile rimanere spiazzati (anche se in senso buono) dalla struttura o dai tanti inserti (intendo brani di introduzione o collegamento) proposti. Questo perché l’antologia RiLL non è (nè è mai stata, credo) solo l’antologia del concorso letterario, ma si propone piuttosto come una ricca rivista tematica nella quale trovano spazio ben tre sezioni distinte. La prima contiene, sì, i primi cinque classificati dell’edizione 2014 della competizione, mentre le altre due raccolgono rispettivamente le opere vincitrici (tradotte) di concorsi gemellati di altri paesi europei e quelle della SFIDA – una gara con vincoli a cui possono accedere solo i vincitori di precedenti edizioni del Trofeo RiLL.
Ma partiamo con ordine. Apre il primo aspetto narrativo dell’antologia il vincitore del RiLL “La Maledizione del premio Di Biasio Agresti Salottolo Illiano De Scisciolo” di Michele Piccolino – un racconto fantastico surreale e comico non è di facile classificazione che riesce a collegare i dietro le quinte di concorso letterario con la più classica delle maledizioni e che colpisce, oltre che per lo stile, anche per l’originalità. Segue “Variante Chiusa” di Alain Voudì – una storia ampia e ben scritta, in cui la tematica classica del giocare a scacchi con la morte, è innestata in una cornice personale molto interessante – per poi procedere con “La distanza tra le eternità” di Massimiliano Malerba – testo in cui il fantastico congiunge religione e tecnologia, quando, durante un conclave, viene commissionata ad un esperto di data mining la ricerca del miglior Papa possibile – passando ad “Above” di Ilaria Tuti – ottimo racconto, con un bel finale, che offre una variante sul tema degli organi di rimpiazzo – per concludere con “La tessera” di Luca Simioni, che, come il concorso vincitore, unisce all’aspetto fantastico (in questo caso distopico) una elaborazione stilistica molto particolare quanto originale.
E se non c’è nulla da eccepire sulla qualità di questi primi cinque testi, dubito si possa dire di meno per i successivi quattro che, come anticipavamo, giungono da altri paesi europei. “Articolo 45.1” di Aitor Solar Azcona (premio Domingo Santos, Spagna) è una ottima rielaborazione (moderna) del tema di Bradbury, “I cani da tartufo della passione romantica e del desiderio” di Ian Wild (Aeon Award Contest, Irlanda) è in testo brillante e geniale, che strappa un sorriso per l’idea e la realizzazione impeccabile, “La treccia” di Jaana Lehtio (premio Nova, Finlandia) è uno splendido e cupo racconto fantasy legato alla mitologia finnica e “Nei pressi del fiume prosciugato della diga” di DJ Cockburn (James White Award, Regno Unito) è un racconto di fantascienza colto e strutturato, ambientato in Thailandia.
Complesso quest’anno il vincolo dato per la SFIDA (che imponeva la presenza di un sonetto all’interno della prosa) – ma ben gestito dai quattro vincitori che pur nell’estrema differenza nei loro scritti si sono cimentati in un numero più ridotto di generi. E’ infatti horror il bel “Il morbo delle grotte” di Roberto Fogliardi ma sono tutti di genere fantascientifico “Il Vento di Vanoor” di Alberto Cecon, “Il Crepuscolo degli Dei” di Davide Carnevale e il peculiare “Frammento n° 83” di Giulia Abbate.
Bella come sempre la copertina firmata da Valeria De Caterini.