Cosa succede quando nel cielo compare un conto alla rovescia e qualcuno (Dio, il destino, il caos) annuncia che il mondo ha le ore contate? C’è chi fugge, chi invita tutti alla calma, chi parla di uno scherzo o dà la colpa ai No global. Chi si attacca al telefono, chi ne parla su Facebook, chi smette di giocare ai giochi di ruolo on-line e decide di aggiornare il proprio blog. Ma quasi nessuno si accorge di ciò che è nascosto dietro i numeri che diminuiscono progressivamente: il reality show definitivo, quello che coinvolge l’intera umanità, ha avuto inizio.
L’ultimo romanzo di Federico Guerri, “24:00:00” (Ed. Il Foglio 2014) è un affresco corale composto da micro storie che si inseguono, da personaggi che si ritrovano collegati nonostante le migliaia di chilometri che li separano, da punti indicati su una mappa che le linee del destino uniscono fino a formare un groviglio.
Guerri compone questo puzzle utilizzando un’ironia sottile e spesso disarmante, seppure all’interno di un testo dolce e profondamente antimoderno. Lo dimostra in particolare con alcuni dei suoi personaggi, dall’aspirante suicida che contempla la fine del mondo alla ragazza estremista religiosa che contempla con sadico compiacimento gli orrori dell’iconografia religiosa che ha raccolto in un quaderno, dalla ragazza che dopo essersi spogliata per un anno in una videochat svela ai suoi fans essere vergine al bambino con il corpo martoriato da un incidente in una fabbrica di pesticidi che prende il diploma di perito chimico.
“Non c’è amore alla fine del mondo” è l’amara considerazione che emerge dalle pagine del romanzo, in cui i poveri fanno finta di innamorarsi “per mettere assieme due stipendi risicati, per avere una spalla su cui piangere, per solitudine, per riscaldarci la notte” mentre i “ricchi, loro sì che possono permettersi di sposarsi per amore”. Eppure non dobbiamo lasciarci da questa apparente disillusione: è il mondo a volere che i protagonisti siano disillusi, cinici e ironici, veri protagonisti di romanzi post-moderni pieni di immagini forti. La realtà è molto diversa: la fine del mondo gli farà scoprire il sapore dei croissant all’albicocca, l’amore consumato in mezzo a librerie e quadri, la forza irrefrenabile della capitolazione di fronte all’anima gemella, la rinascita, ancora e ancora.
In realtà “24:00:00” è una storia di storie, o meglio una storia sulle storie perché “di fronte a una catastrofe, o più semplicemente, un grande cambiamento, che cosa spera ognuno di noi? Di sopravvivere (…) da testimone” per poter raccontare quello che è successo.
I protagonisti di “24:00:00” sono i personaggi minori, quelli che compaiono per poche righe in un romanzo e, se sono fortunati, vengono riciclati dagli autori nelle pagine di un altro. Eppure sono loro a dimostrare di saper ricordare il loro passato, dire dove si trovano nel presente e immaginare il proprio futuro: sanno raccontarsi come una storia, insomma. È questo che li salverà.
Non importa se ogni giorno si pubblica una quantità di informazioni maggiore di quella creata in tutta la storia dell’umanità, se possiamo credere che le storie siano finite o che non ci siano più storie da raccontare: semplicemente “quando hai finito le cose da raccontare vuol dire che è tempo di viverne di nuove”.
Messo di fronte al paradosso di una fantasia inesauribile che si contrappone a una realtà che non lo è (ed è la “realtà che alimenta la fantasia, no?”) gli uomini scelgono di vivere, ancora e come possono, abbandonando gli schemi che li hanno ingabbiati per anni, cercando di fare tesoro dei moniti che gli vengono rivolti. Perché, molto semplicemente, domani “le cose non saranno più le stesse. Come sempre, d’altronde, solo che stavolta abbiamo dei numeri a ricordarcelo”.
Una commedia romantica sulla fine del mondo
Federico Guerri – “24:00:00. Una commedia romantica sulla fine del mondo”
Ed. Il Foglio 2014
ISBN 9788876065217
Pag. 220 – € 14,00