con Nota finaledell’autore
Adelphi Edizioni
Saggistica storica
Collana Fabula
Pagg. 84
ISBN 9788845914812
Prezzo € 14,00
Storiae letteratura
“…nel giro di tre settimane ne è venuto fuori questo racconto. Come unsommesso omaggio ad Alessandro Manzoni, nell’anno in cui clamorosamente sicelebra il secondo centenario della sua nascita.”
La storia, o meglio le piccole storie chesono espressioni di un’epoca e di una società, hanno sempre appassionatoSciascia, al punto da alternare la sua attività di narratore a quella disaggista, e in entrambi casi con eccellenti risultati.
Gli spunti gli venivano da carteggiesaminati nel corso di ricerche, ma in questo caso, invece, l’originedell’opera sta nel lavoro di un altro autore assai conosciuto, AlessandroManzoni.
Infatti, nel capitolo 31° de “I promessisposi” si possono leggere queste righe, a proposito del protofisicoLodovico Settala, professore di medicina e autore di opere di rilievo, meritiperò che non impedirono al popolo milanese di vedere in lui un untore:
“Un giorno che andava in bussola avisitare i suoi ammalati, principiò a radunarglisi intorno gente, gridandoesser lui il capo di coloro che volevano per forza che ci fosse la peste…“.Manzoni altresì spiega che riuscì il Settala ad evitare il peggio e ariacquisire il prestigio e il rispetto allorché, con suo “deplorabileconsulto, cooperò a far torturare, tanagliare e bruciare, come strega, unapovera infelice sventurata, perché il suo padrone pativa dolori strani distomaco“.
E di questa sventurata strega, di nomeCaterina dei Medici, si interessa Leonardo Sciascia al punto di raccogliere inquesto libro (La strega e il capitano) la triste vicenda che lavide protagonista suo malgrado, vittima ovviamente innocente, e che finì la suaesistenza strangolata e bruciata in piazza il 4 marzo 1617.
Come è consuetudine dell’autore sicilianoil suo lavoro è volto a far chiarezza e a ricercare la verità, con unapuntigliosa ricostruzione, nel più piccolo dettaglio, del processo perstregoneria evitando di omettere i nomi dei prestigiosi personaggi coinvolti,che invece Manzoni tralascia, per una sorta di omertà, come spiega Sciascia,conseguenza di una deferenza verso famiglie talmente altolocate da ritenereindispensabile non associarle a una così orrenda vicenda, benché a distanza dimolti anni.
La povera Caterina, dalla vita assaiinfelice, fra l’altro era convinta di essere una strega, dal che si deduce chefra giudici e imputata si venisse a instaurare un legame di reciproco rispetto,ma forse la sua sorte sarebbe stata più benigna se i suoi accusatori nonavessero avuto il notevole peso politico che invece era proprio dei familiaridel senatore Luigi Melzi.
Come è possibile comprendere, quindi, imotivi per un interesse di Sciascia sono stati più d’uno e infatti lui ha scritto un saggio storico che finisce con l’essere un libro control’intolleranza e la malapolitica, realizzando un lavoro di sicuro interesse suqualche cosa del passato, ma con gli occhi sempre rivolti al presente, unmonito quindi, o meglio un avvertimento.
Da leggere, indubbiamente.
Leonardo Sciascia (Racalmuto,8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989). E’ stato autore di saggi eromanzi, fra cui: Le parrocchie di Regalpietra (Laterza, 1956), Ilgiorno della civetta (Einaudi, 1961), Il consiglio d’Egitto(Einaudi, 1963), A ciascuno il suo (Einaudi, 1966), Il contesto(Einaudi, 1971), Atti relativi alla morte di Raymond Roussel (EsseEditrice, 1971), Todomodo (Einaudi, 1974), La scomparsa di Majorana (Einaudi,1975), I pugnalatori (Einaudi, 1976), Candido, ovvero Un sogno fattoin Sicilia (Einaudi, 1977), L’affaire Moro (Sellerio, 1978), Ilteatro della memoria (Einaudi, 1981), La sentenza memorabile(Sellerio, 1982), Il cavaliere e la morte (Adelphi, 1988), Una storiasemplice (Adelphi, 1989).