La grande diffusione in epoca moderna dei social media all’interno delle tecnologie digitali è sicuramente uno dei fenomeni più significativi della storia recente. Una ricerca recente del Giugno 2013 ha evidenziato come, su 30 milioni di italiani che accedono mensilmente a Internet, Facebook è il social network più diffuso con quasi 23 milioni di iscritti di cui circa 5 milioni accedono solo da dispositivi mobili. Seguono Google Plus (3,8 milioni), Linkedin (3,5 milioni) e Twitter (3,3 milioni al mese). E’ interessante notare anche i tempi di permanenza che superano, per quanto riguarda FB, le 8 ore al mese.
Il mondo dell’educazione, in generale, e il mondo della scuola, in particolare, non possono non interrogarsi sull’implicazione di questo nuovo modo di relazionarsi fra le persone e di divulgare le informazioni.
Il libro “I social network nell’educazione” offre un ampio panorama per fare il “punto della situazione”di come fare interagire il mondo delle tecnologie delle reti sociali con il mondo (spesso ancora distante) degli apprendimenti formali e scolastici.
La conoscenza, infatti, degli aspetti tecnologici dei social network non è sufficiente se non si accede a più ampie competenze cognitive, etiche e sociali rispetto all’uso di queste tecnologie quando si applicano all’ambito degli apprendimenti; non basta creare una pagina “face book” in una classe per “rendere moderno” l’apprendimento scolastico; anzi alcuni strumenti possono diventare addirittura inutili e dannosi se non vengono accompagnati da una seria riflessione teorica che individua il corretto metodo di lavoro nella scelta e nelle modalità di utilizzo dei social media in ambito educativo.
Il volume intende fornire a studenti, insegnanti, formatori e policy maker le coordinate teoriche e applicative per comprendere i modi più utili per utilizzare i social network in ambito educativo e formativo.
E’ strutturato in quattro capitoli:
a) Il primo presenta una panoramica storica sulle origini dei social network e cerca di offrire una definizione del concetto e la spiegazioni delle principali terminologie e classificazioni inerenti a questo mondo (social network generali e tematici, aperti o chiusi).
b) Il secondo introduce il tema dell’educazione nei social network: come si diceva, perché i social network abbiano una valenza educativa, serve una riflessione sulle competenze non solo tecnologiche, ma anche cognitive, etiche e sociali che un buon uso dei social network comportano; questa parte riflette anche su alcuni aspetti molto interessanti e di stretta attualità, come i concetti di privacy e di sicurezza, e anche quelli di identità, partecipazione e emozioni in rete.
c) Il capitolo terzo riflette a livello operativo sui punti di forza e quelli di criticità dell’uso dei social media negli apprendimenti (in particolar modo negli apprendimenti formali della scuola e di altri enti specificamente formativi); viene evidenziato la criticità in questo contesto dell’uso di FB, così come vengono presentati le linee guida per un corretto uso di questi strumenti.
d) Il quarto capitolo, infine, descrive l’applicazione di queste strategie di comunicazione in ambito di formazione informale (cioè quella volontaria delle persone) con le sue implicazioni per la così detta “formazione permanente” (lifelong learning) e per lo sviluppo professionale; vengono esaminati in particolare tre settori, cioè quello degli insegnanti, dei medici e degli accademici.
Il libro si conclude, dopo avere presentato alcune piste di riflessione per l’indagine futura su questi argomenti, con due appendici: una dedicata alla presentazione delle buone pratiche, l’altra con schede tecniche per presentare la dimensione applicativa dell’uso dei social network, adatte per il lavoro operativo, anche senza essere degli esperti di ingegneria informatica.
In generale il libro “I social network nell’educazione” è proprio un manuale completo per avviare una riflessione su quanto l’uso di una realtà diventata negli ultimi anni essenziale e quotidiana, come appunto i social media, possa diventare uno strumento efficace per gli apprendimenti sia in un luogo “formale” come un’aula, che nel percorso più personale della formazione informale e permanente.
Il linguaggio, sicuramente spesso molto tecnico e rivolto a un pubblico anche di specialisti, si sforza però spesso di raggiungere un taglio divulgativo, adatto anche ai più inesperti, per “farsi un’idea”.
I dati aggiornati e la presentazione delle più recenti riflessioni sulle tematiche inerenti ai social media rendono, infine, il libro una panoramica completa e attuale dei punti di forza e delle criticità di questi strumenti in ambito educativo e formativo.